Immacolata Concezione, la vittoria della grazia divina sul peccato

Interris.it ha intervistato Don Renzo Lavatori, membro emerito della Pontificia Accademia di Teologia

L'Immacolata Concezione (© Peter Paul Rubens)

Oggi ricorre la solennità di Maria Immacolata Concezione in quanto senza peccato originale e segna l’inizio della nostra salvezza. Interris.it ha avuto l’onore di intervistare, in merito a questa importante tematica, Don Renzo Lavatori, ordinato sacerdote nel 1964 e laureato in Teologia e Filosofia, membro emerito della Pontificia Accademia di Teologia, già docente di Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Urbaniana e altre università ecclesiastiche di Roma. È conosciuto per le sue numerose pubblicazioni sui temi fondamentali della Fede e per le sue trasmissioni mensili a Radio Maria. Tra le sue opere si ricordano in particolare: Gli angeli. Storia e pensiero; Satana un caso serio. Saggio di demonologia cristiana; Il diavolo tra fede e ragione, L’Angelo, un fascio di luce sul mondo e Scritti su diavolo – Tutti i testi sul demonio nel primo millennio di storia della Chiesa.

L’intervista

Che cosa significa Immacolata Concezione?

“Maria Immacolata Concezione costituisce un segno o un principio o inizio della nuova storia della salvezza. Ella è come l’aurora che prepara la venuta del sole di giustizia Cristo nostro Salvatore. Ciò significa che Ella è stata preservata dal peccato originale in anticipo in forza dell’opera redentrice di Gesù. In effetti Ella era stata eletta da Dio Padre per divenire la Madre del Verbo Incarnato. A tale scopo è stata privata di ogni ombra di cattiveria o malvagità o peccato, in quanto la sua carne doveva essere lo strumento umano attraverso il quale il Padre avrebbe operato l’incarnazione cioè l’unione della natura umana con quella divina. La natura umana non poteva essere intrisa di peccato, neanche in minima parte, perché Dio è tutto santo, perciò suo Figlio, vero Dio, non poteva unire a sé una natura umana con il peccato quale rifiuto di Dio e dunque non può convivere con Dio stesso. Fin dal grembo di sua madre S. Anna, Maria è già “tutta piena di grazia”, come la denomina l’angelo Gabriele. Si tratta di una perla splendente di questa Donna, non per la sua personale grandezza ma per poter svolgere la sua missione materna verso il Figlio di Dio fatto uomo. È questo un mistero meraviglioso che dona a tutti noi una profonda speranza di essere inseriti nell’opera salvifica di Gesù grazie all’Immacolata Concezione di Maria”.

Quando fu sancito il Dogma dell’Immacolata Concezione?

“Fu precisamente il papa Pio IX, il quale nel 1854 fece la definizione dogmatica della Immacolata Concezione di Maria, con un solenne rito nella Basilica di San Pietro, pronunciando la formula definitoria in modo autorevole per tutta la Chiesa Cattolica. In quell’occasione la voce del papa si diffuse in tutta la Basilica di San Pietro in modo che tutti l’ascoltarono chiaramente, tenendo conto che a quell’epoca non esistevano i microfoni. Contemporaneamente la sua persona fu inondata da un raggio di sole potente che la illuminò, quasi un segno celeste di conferma. Più tardi a Lourdes nel 1858 alla veggente Bernardette, che chiese alla Vergine quale fosse il suo nome, Ella rispose con le mani giunte, alzando gli occhi: “Io sono l’Immacolata Concezione”. Tale intervento mariano fu la piena approvazione della verità e credibilità del dogma di Pio IX”.

Cosa ha rappresentato la proclamazione della Immacolata da parte di Papa Pio IX?

“Fu un’espressione dell’autorità suprema del Romano Pontefice, come Capo e Pastore della Chiesa universale, il quale, quando parla ex cathedra, possiede l’infallibilità del suo potere petrino. Ad esso si deve adeguare tutto il popolo santo di Dio, pastori e fedeli, con l’assenso pieno di fede in modo da compartecipare alla comunione ecclesiale. Pertanto, tutti i cristiani cattolici devono credere a questo dogma solennemente definito. Ciò costituisce un segno dell’unità della dottrina rivelata per tutta la Chiesa e l’assistenza dello Spirito Santo alla persona del Sommo Pontefice, il quale non può sbagliare con questi pronunciamenti dogmatici. Tale definizione fu motivo di rinnovamento e di crescita per tutta la Chiesa nella corretta devozione alla Vergine Maria e insieme fu causa di un nuovo fervore e impegno di vita cristiana e di purificazione della condotta morale per i fedeli”.

Immacolata Concezione (Francesco Podesti – Musei Vaticani)

Quale messaggio porta alla società odierna, spesso troppo frenetica, il Dogma dell’Immacolata?

“Possono essere indicati molteplici effetti benefici per la società odierna. Ne raccogliamo alcuni più interessanti e utili:

Anzitutto il dogma dell’Immacolata costituisce un forte richiamo ad una vita spirituale più intensa e più conforme alla verità evangelica. Oggi possiamo tutti constatare come la fede e la morale siano scadute nel popolo cristiano con atteggiamenti dissacranti e offensivi della dottrina rivelata, custodita nel depositum fidei. Ciò si vede in particolare nell’ambito europeo, che è la terra in cui il cristianesimo ha messo le proprie radici e che oggi viene invece rifiutato e disprezzato fino a formulare leggi contrarie alla stessa parola della Sacra Scrittura.

Inoltre, il dogma favorisce un’esatta visione riguardante la Vergine Maria, nel senso che la sua Immacolata Concezione è orientata alla divina maternità di Maria e dunque fa riferimento al mistero cristologico. Non si tratta di un privilegio personale di Maria, quasi volesse esaltarla in maniera eccessiva, come se non appartenesse alle creature umane redente dal sangue di Cristo. Invece nella formula dogmatica si dichiara esplicitamente che tale privilegio di Maria è sempre frutto dell’opera redentrice di Cristo, in quanto è stato anticipato in Lei per l’infinita potenza divina, ma non annientato o negato come se Lei non fosse stata redenta come tutti noi.

Oltre a questo, il dogma fa comprendere che con l’Immacolata Concezione si attua la vittoria del bene sul male, della grazia divina sul peccato, in quanto in Maria Immacolata si mostra già l’opera redentrice di Cristo con la sconfitta dell’antico serpente. Infatti, nella Genesi si racconta il peccato umano contro il volere divino e di conseguenza le pene ad esso collegate. In quel momento tragico Dio apre un orizzonte di salvezza per l’umanità proprio attraverso la Donna, quale nuova Eva, rivolgendosi al serpente con le chiare parole: “Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe, questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno” (Gn 3,15). Tali profetiche parole predicono la presenza e l’azione della nuova Eva, Maria, nel progetto di salvezza per l’umanità peccatrice.

Infine, il dogma ci fa riflettere sul valore di una vita di santità per ogni cristiano, il quale è chiamato dalla divina bontà a imitare la Vergine Maria, nel senso di rifuggire il peccato e accrescere la propria perfezione spirituale. Si tratta del cammino costante dell’esistenza verso la perfezione ultima che otterremo con la venuta gloriosa di Cristo alla fine dei tempi. Allora anche noi risplenderemo della luce di verità e di amore in similitudine a Lei, la Madre di Cristo e Madre nostra”.