Giornata Alzheimer: arriva la “Playlist dei Ricordi”

In occasione della Giornata mondiale dell'Alzheimer, Interris.it ha intervistato la dottoressa Alessandra Taveri sull'iniziativa "Playlist dei Ricordi" creata dagli anziani ospiti delle rsa

A sinistra: dottoressa Alessandra Taveri. Foto concessa da Emeis. A destra: Foto di Gerd Altmann da Pixabay

La musica come terapia. E’ con questa finalità che nasce la “Playlist dei Ricordi“, un’inziativa di “emeis Italia che ha come protagonisti gli anziani ospiti delle sue rsa in occasione del 21 settembre, Giornata mondiale dell’Alzheimer, istituita nel 1994 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’Alzheimer’s disease international (Adi). Guidati da psicologi ed educatori, gli anziani hanno individuato, nel corso della loro attività di musicoterapia, i loro brani del cuore, cioè quelli che hanno fatto da colonno sonora alla loro vita. Il risultato è una playlist ascoltabile da tutti su Spotify che ripercorre i maggiori successi della musica italiana e che costituisce per gli ospiti, soprattutto per quelli affetti da lieve demenza (primi stadi di Alzheimer) uno strumento terapeutico importante. Interris.it ha intervistato la dottoressa Alessandra Taveri, Ceo di “emeis Italia“.

L’intervista

Dottoressa, come è nata l’idea di realizzare la “Playlist dei Ricordi”?

“Il tema del trattamento dell’Alzheimer e delle demenze senili è ovviamente per noi un tema cruciale. Siamo continuamente alla ricerca delle innovazioni e delle terapie non farmacologiche più all’avanguardia per garantire ai nostri operatori i migliori strumenti e la migliore formazione per la gestione e la cura degli ospiti che presentano questo genere di problematiche. Inoltre ogni anno ci impegniamo ad organizzare un’attività in occasione della Giornata Mondiale Alzheimer che possa o contribuire attivamente al sostegno della ricerca su questa patologia oppure anche fornire spunti di riflessione e nuovi strumenti per accendere un riflettore, sensibilizzare e informare, non solo il nostro staff ma tutta la popolazione, rispetto a questa patologia e ai possibili interventi terapeutici per trattarla. La playlist dei ricordi nasce quest’anno e fa parte di queste iniziative”.

La “Playlist dei Ricordi” non ha uno scopo solo ludico, ma è anche una terapia: qual è la sua importanza?

“È uno strumento terapeutico che si integra all’interno di un più ampio percorso di musicoterapia che da sempre portiamo avanti nelle nostre strutture, insieme a molte atre cure non farmacologiche. Però vuole essere anche un regalo per i nostri ospiti perché i benefici della musica, soprattutto di quelle canzoni che muovono le corde dell’anima, sono evidenti per tutti: persone sane o con patologie. Ascoltare la playlist creata dagli ospiti di tutte le nostre residenze è stata nelle strutture anche l’occasione per fare festa, ballare, cantare e socializzare. Perché anche la dimensione ludica è fondamentale in una vita sana e di benessere”.

Quali gli effetti benefici della musicoterapia per chi soffre di demenza o Alzheimer?

“È stato dimostrato che la musicoterapia possa migliorare la fluidità verbale e le funzioni cognitive, la qualità delle interazioni sociali e alleviare i disturbi del comportamento contribuendo a ridurre lo stress, l’agitazione psicomotoria e migliorando il tono dell’umore. La musica conosciuta e riconoscibile – come in questo caso perché scelta dagli ospiti stessi – agevolando la rievocazione dei ricordi autobiografici che rimangono radicati nonostante la malattia, permette di recuperare un senso di identità nei pazienti affetti da Malattia di Alzheimer”.

Quali sono le principali difficoltà a cui va incontro una persona che soffre di Alzheimer? 

“Si tratta di una malattia neurodegenerativa progressiva che quindi peggiora con il tempo e che, a seconda della fase e della gravità, comporta difficoltà diverse. Nella fase iniziale i sintomi possono essere piccoli vuoti di memoria, difficoltà nell’organizzazione e nella pianificazione della giornata, lo smarrimento di oggetti di uso quotidiano. Con il tempo i sintomi peggiorano fino purtroppo ad arrivare ad un completo declino della capacità di comunicazione, all’impossibilità di riconoscere i famigliari, all’insorgenza di comportamenti problematici come imprevedibilità, agitazione, aggressività e nei casi più gravi, subentrano assenza di movimento volontario, difficoltà respiratorie, incapacità di alimentarsi autonomamente e un graduale deterioramento fisico”.

Quale è l’impatto sulla società di una malattia come l’Alzheimer? 

“La Giornata Mondiale dell’Alzheimer invita tutti a una riflessione condivisa su un tema che ci sta profondamente a cuore perché, come dice bene lei, è di impatto e lo sarà sempre più sull’intera società, visto anche il progressivo invecchiamento della popolazione. In base alla nostra esperienza siamo consapevoli che l’Alzheimer non colpisce solo gli individui, ma anche i loro famigliari, che spesso sono i primi caregiver, con inevitabili ricadute su varie sfere della vita: sociale, lavorativa ed economica. È cruciale riconoscere che l’Alzheimer è una sfida che richiede un approccio globale e integrato. Da una parte, abbiamo bisogno di sostenere la ricerca scientifica per trovare una cura definitiva ma dall’altra dobbiamo anche concentrarci sul miglioramento delle cure quotidiane e del supporto ai familiari. Oggi abbiamo l’opportunità di riaffermare il nostro impegno collettivo verso la ricerca di nuove soluzioni, nuove terapie e nuovi approcci che possano migliorare la qualità della vita delle persone colpite, tutto ciò è fattibile solo attraverso la collaborazione tra tutte le realtà coinvolte”.

Dottoressa, vuole fare una sua conclusione?

“Noi di emeis ogni giorno ci confrontiamo con la realtà di questa malattia. Gestiamo residenze per anziani dove molti dei nostri ospiti convivono con l’Alzheimer o altre forme di demenza. La nostra missione è garantire loro non solo la migliore assistenza possibile ma anche un ambiente che rispetti la loro dignità e promuova il benessere in ogni fase della loro vita. Nel nostro gruppo, crediamo fermamente che la chiave per affrontare questa sfida risieda nella formazione continua dei nostri operatori e nella creazione di un ambiente di cura empatico e umano. Ogni giorno, i nostri team di assistenza lavorano con passione e dedizione per comprendere le esigenze individuali dei nostri residenti e fornire un supporto su misura, che rispetti la loro storia di vita e le loro preferenze. Colgo questa occasione per esprimere il mio più sincero ringraziamento a tutti i colleghi, dipendenti e al personale che con professionalità e cuore, si dedicano quotidianamente a questa missione”.