Maria Ida Gaeta: “Cari giovani, ecco perché Dante vi è di esempio”

L’intervista a Maria Ida Gaeta, Segretario Generale del Comitato Nazionale per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri

Il 25 marzo è la Giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri, istituita nel 2020 dal Consiglio dei ministri su proposta del ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini. L’edizione del 2021 inoltre ricorre nel settecentesimo anniversario della morte del Sommo Poeta.

Franceschini: “Dante è l’unità del Paese”

“Ogni anno, il 25 marzo, data che gli studiosi riconoscono come inizio del viaggio nell’aldilà della Divina Commedia, si celebrerà il Dantedì. Una giornata per ricordare in tutta Italia e nel mondo il genio di Dante con moltissime iniziative che vedranno un forte coinvolgimento delle scuole, degli studenti e delle istituzioni culturali”, spiega il ministro Franceschini, sul sito del Ministero della Cultura. “Dante – sottolinea il ministro – ricorda molte cose che ci tengono insieme: Dante è l’unità del Paese, Dante è la lingua italiana, Dante è l’idea stessa di Italia”.

La proposta della giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri oltre ad essere oggetto di diversi atti parlamentari aveva raccolto l’adesione di intellettuali e studiosi e di prestigiose istituzioni culturali, dall’Accademia della Crusca alla Società Dantesca, dalla Società Dante Alighieri all’Associazione degli Italianisti alla Società italiana per lo studio del pensiero medievale.

In video, Vittorio Gassman legge la Divina Commedia (Inferno, I)

Il Comitato Nazionale per Dante

Il Comitato Nazionale per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri è composto da membri designati dal Mibac, dal Miur e dalla Conferenza Unificata. Il Comitato è stato istituito con la legge n. 153/2017 recante “Disposizioni per la celebrazione dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci e Raffaello Sanzio e dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri”. Esso ha durata di quattro anni ed è rinnovabile di ulteriori due “per l’eccezionale interesse e la complessità organizzativa”.

L’intervista a Maria Ida Gaeta

Il Ministero per i Beni culturali ha nominato Segretaria Generale del Comitato Nazionale la professoressa Maria Ida Gaeta, direttrice della Casa delle Letterature e ideatrice di “Letterature. Festival internazionale di Roma”.

Professoressa Gaeta, qual è l’importanza di aver istituito una giornata dedicata a Dante?
“L’istituzione del Dantedì è importantissima. Perché significa che il 25 marzo tutto il mondo – e non solo l’Italia – celebrerà il genio di Dante. Il nostro Comitato ha proposto alla Ue che il 25 marzo diventi una giornata europea. Dante è infatti l’intellettuale europeo per eccellenza: fu, oltre che un artista, anche un grande uomo politico”.

Sono centinaia gli eventi organizzati per il 700enario dantesco. Quali – a suo dire – i principali?
“Da quando sono stata nominata Segretario Generale del Comitato, sono arrivati oltre 700 progetti, da tutta Italia e anche dall’estero, in seguito al bando che scadeva il 31 dicembre 2019 per celebrare Dante. Come Comitato, abbiamo finanziato un centinaio di progetti, i maggiori, e ne abbiamo patrocinati altri 500. A dare il via alle celebrazioni sarà il 4 settembre un concerto di Riccardo Muti a Ravenna che sarà replicato a Firenze e Verona. Ci sarà anche una grande mostra alle scuderie del Quirinale”.

“Questo grandissimo interesse verso Dante testimonia non solo l’attualità della sua opera, ma anche la bontà di un’idea politica. L’impegno che il ministro Franceschini ha profuso per valorizzare i 700 anni di Dante è stato enorme e ha portato frutti insperati”.

Qual è l’eredità di Dante, a 700 anni dalla morte, per l’Italia e per il mondo?
“La sua eredità è enorme perché è ancora molto attuale, nonostante i secoli. Ci sono tante verità, tanti aspetti del suo lavoro – nello specifico, nella Divina Commedia, la sua opera più nota – che possiamo riconoscere anche nel presente”.

“La sua grandezza è stata nel riuscire a raccogliere e descrivere una grandissima varietà di personaggi e stati d’animo umani, rendendo intelligibili al lettore e a noi uomini moderni le trame del nostro essere. Questo fa sì che Dante sia una guida. Lo è stato per i suoi contemporanei, nel ‘300, e lo è per noi oggi: i suoi scritti, in primis la Commedia, sono di costante attualità”.

Maria Ida Gaeta

Quali sono i temi principali del Sommo Poeta?
“Uno dei suoi temi portanti, universali, è quello dell’amore. Declinato al maschile, perché era un uomo del suo tempo. Ciò nonostante, aveva una visione moderna delle donna: capiva, amava ed era molto vicino al mondo femminile. Un esempio: nell’Inferno dantesco il posto peggiore è riservato a chi tradisce e uccide le donne!”.

Perché Dante dà tanta importanza alla figura femminile?
“Perché Dante riconosce alla donna una verità salvifica per tutta l’umanità, dunque anche per gli uomini. L’esempio più alto è la Madonna, alla quale Dante – nell’ultimo Canto del Paradiso (XXXIII) – dedica una preghiera per bocca di san Bernardo: ‘Vergine Madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d’etterno consiglio…‘. Insomma, in Dante c’è un riconoscimento dell’identità femminile ante litteram, pur essendo un uomo del ‘300″.

Quali sono gli altri temi maggiormente “contemporanei”?
“Un aspetto trattato con attenzione da Dante è il nesso tra politica e corruzione. Un tema purtroppo tristemente presente anche al giorno d’oggi”.

“Un’altra questione attuale è quella della conoscenza: cosa è la conoscenza per l’uomo moderno? Dante lo ha descritto, con largo anticipo sui tempi, nella figura di Ulisse (Inferno, XXIV). Un Ulisse particolare che non torna a Itaca, ma che si perde nel suo viaggio alla ricerca di una conoscenza infinita. Una condizione che avvicina Dante all’uomo moderno”.

“Infine, il grande tema del denaro. La Firenze di Dante era come la Manhattan di oggi. Aveva più abitanti di Parigi ed era piena di banche. Per Dante gli usurai, vale a dire quegli uomini che fanno soldi con i soldi degli altri, meritano l’inferno (Inferno, XVII). In questo, è stato profetico: aveva già intuito gli eccessi della finanza!”.

“Insomma, le ‘verità’ del Sommo Poeta sono numerosissime. Questo rende la Divina Commedia un testo leggibilissimo e perfettamente comprensibile – perché vicino – anche a 700 anni di distanza”.

Dante Alighieri

Dante è molto amato anche all’estero?
“Assolutamente sì. Proprio per il suo carattere universale di cui ho parlato sopra. Ha la capacità di superare il tempo, ma anche lo spazio. Ne è prova il  fatto che la Divina Commedia, testo non semplicissimo, è stato tradotto in oltre 60 lingue diverse. Sia europee, sia asiatiche, africane e sudamericane. Questo significa che il poema allegorico-didascalico scritto  tra il 1304/7 e il 1321 è un capolavoro amato da tutti perché in grado di parlare a tutti. Rappresenta il più grande viaggio nell’animo umano mai scritto da un poeta. In Dante c’è una grandezza riconosciuta universalmente, non solo in Italia. Ed è qualcosa di cui noi italiani dobbiamo andare fieri perché è un’opera di ingegno enorme”.

Cosa può dire Dante ai giovani di oggi, segnati da tante difficili problematiche, quali la crisi economica, la sfida climatica e, in ultimo, il Covid-19?
“Questo è davvero un momento complesso per i giovani. Ci sono fatti enormi che li sovrastano. Non mi stupiscono che molti soffrano di depressione o si sentano spaesati. Dante, il primo autore che fa autobiografia, è un uomo che ha sofferto molto. Ha subito l’esilio, la separazione dalla sua città, il non essere riconosciuto nel suo altissimo valore politico oltre che culturale proprio dai suoi stessi concittadini. Ha patito il distacco dalla sua famiglia…”.

Ma non si è fermato alle difficoltà…
“No. Nonostante tutte le difficoltà incontrate, Dante è un uomo che ha riscattato alla grande la propria vita. Credo che questo possa essere un messaggio positivo, che possa galvanizzare e dare nuova energia ai giovani: le difficoltà – per quanto dure – si possono superare. La lettura di Dante credo che sia una grande lezione di vitalità. Inoltre, dà speranza! Ha coniato per primo il termine Belpaese: anche nei momenti più bui ha ritenuto una fortuna essere un italiano. Dante ci dà dunque un’idea di noi stessi, perché viviamo davvero in un Belpaese, nonostante il momento storico difficile che ci troviamo a vivere. Prima o poi, direbbe lui, torneremo tutti a riveder le stelle“.