La filematologia: cos’è e di cosa si occupa

Il bacio, così salutare ma demonizzato nella pandemia. Dagli studi scientifici a un fenomeno sociologico

La filematologia è la scienza moderna che studia tutti gli aspetti connessi al bacio, nelle varie culture, per capire le risposte dal punto di vista fisico e psicologico. Nei diversi modi e luoghi in cui è scambiato (quasi universale), tale “alfabeto emotivo” rilascia messaggi e sentimenti diversi che riguardano l’amore, il rispetto, l’amicizia, la devozione, il saluto. Il termine filematologia deriva da quello greco “philema” (bacio).

Darwin aveva già compreso la funzione sociale e solidale di quello che è un fenomeno importante per la conservazione e l’evoluzione della specie.

La tendenza, nell’atto, a torcere la testa verso destra (due volte su tre) o verso sinistra, sembra corrispondere ai movimenti presenti già nei primi mesi di vita nel grembo materno, rispettando anche le connessioni fra i due lembi del cervello.

Tra gli effetti positivi, di scambiare sentimento fra due persone, c’è anche quello di ridurre lo stress. Gli scienziati hanno cercato di valutarne tutti gli aspetti. In una fase storica in cui il bacio è stato posto a repentaglio e divieto, come quella attuale, è interessante capire i risvolti medici e psicologici.

Va ricordato quanto sia essenziale la volontà reciproca: il bacio, quando è dato senza consenso, incidendo sulla libertà sessuale di chi lo riceve, costituisce violenza.

Il bacio è un dolce scherzo che la natura ha inventato per fermare i discorsi quando le parole diventano inutili” diceva la famosa attrice svedese Ingrid Bergman.

Il volume “Baciarsi”, scritto da Elisabetta Moro (professoressa di antropologia culturale) e Marino Niola (antropologo e giornalista), pubblicato da Einaudi nel maggio scorso, mette a fuoco il ruolo del bacio in tutti i suoi aspettiindagati per mostrare come a quello schiocco di labbra che noi definiamo con una sola parola in altri contesti corrisponde uno spettro somatico e semantico estremamente ampio. Il bacio possiede anche significati politici e sociali, reazionari o rivoluzionari, inclusivi o esclusivi”.

Stylight, piattaforma di ricerca online per moda, bellezza e design, nel 2018 ha pubblicato alcuni dati interessanti. Al link https://www.stylight.it/Magazine/Lifestyle/Giornata-Mondiale-Del-Bacio-Mappa-Diverse-Culture/ si legge “35 muscoli facciali impegnati, 112 muscoli posturali e circa 80 milioni di batteri trasmessi […] solo in 46 culture su 168 ci si bacia in modo romantico o sessuale. Le società più complesse sono quelle in cui ci si bacia più spesso. Nella nostra vita ci scambiamo circa 100.000 baci. Ricerche mostrano come baciarsi di frequente possa allungare la vita fino a 5 anni, grazie al potere del bacio di abbassare la pressione, diminuire lo stress e vincere lo stress. Il bacio perfetto deve durare 12 secondi. Lo dice uno studio di Virgin Atlantic che ha chiesto agli utenti FB di commentare a quale punto di un video che riprendeva un bacio ritenessero il bacio dovesse fermarsi. Il 65% delle persone inclina la testa a destra nel baciare […] Da veri romantici, Italiani e Francesi si baciano in media volte al giorno. Tedeschi e Svedesi, invece, hanno una media più bassa: 4 volte al giorno […] A quanti anni diamo il primo bacio? Italia: 15 anni, Giappone: 16-19 anni, Francia: 13-14 anni, Germania: 12-13 anni”.

Qualcuno ha effettuato davvero il pieno di tutti gli effetti benefici: una coppia thailandese detiene il primato di 58 ore, 35 minuti e 58 secondi di bacio ininterrotto.

Occorre ricordare come, favorendo il rilascio di neurotrasmettitori (la dopamina, che stimola motivazione e umore) e ormoni (vasopressina e ossitocina), i baci producano, dal nostro cervello, una generale sensazione di benessere; permettono, inoltre, al nostro sistema nervoso, di scambiare informazioni molto importanti per il corpo intero. Il cervello, inoltre, impegnato, come se si svolgesse uno sforzo fisico, rilascia endorfina e genera appagamento, felicità e piacere, contro lo stress.

Gli studi filematologici hanno dimostrato anche che il bacio diminuisce i livelli di cortisolo, il cosiddetto “ormone dello stress”.

Data la vastità del fenomeno, collegata, peraltro, a tradizioni millenarie, si è imposta, quindi, la filematologia: uno studio specifico per carpirne tutte le risorse.

La novità dei tempi moderni, infatti, è proprio nello sviluppo di questa disciplina che riesce a scoprire le potenzialità fisiche e chimiche del bacio, con le diverse relazioni che instaura nel corpo, a partire dalla materia grigia. Queste scoperte, in passato non conosciute, hanno permesso di giungere oltre i pur importanti aspetti culturali, solidali e sessuali.

Il bacio, così celebrato nella letteratura d’ogni tempo, nelle poesie e nei quadri più famosi, ha conosciuto una condanna enorme a causa della pandemia, considerato come il vettore più adatto a contagiare il prossimo. I benefici effetti sulla salute psicofisica hanno segnato il passo.

La mascherina ha finito anche per coprire e celare l’origine di tale gesto d’affetto e ha parzialmente alterato l’immagine del prossimo, incidendo anche sull’aspetto seduttivo; ha incrinato pure la comunicazione non verbale (il 65% dell’intera relazione interpersonale) vanificando elementi come il sorriso e la bocca.

Molti scrupoli si sono posti in seguito alla fine della prima e della seconda ondata della pandemia, quando si è potuto ipotizzare e, gradualmente, concretizzare il ritorno al bacio, ormai un gesto quasi dimenticato.

Alcuni Comuni italiani (tra questi Mattinata in Puglia) hanno cercato di invogliare a baciarsi con delle iniziative, legate anche a delle location (terrazze panoramiche) idonee all’obiettivo. Il tutto per recuperare il grande significato inclusivo del bacio e annullare la dura fase di distacco, fisica e psicologica.

Nei periodi di lockdown, i dispositivi, molto fantasiosi, con labbra di cuscinetti al silicone (Kiss-o-gram), che tentano di riprodurre il bacio, seppure a distanza, non sono riusciti a ricreare le condizioni fisiche e mentali dell’originale.

Per alcuni, inoltre, la timidezza accumulata in passato e vinta faticosamente, anche per concedere un semplice bacio accennato (con la guancia) di saluto, il Coronavirus ha significato un notevole passo indietro e ha posto di nuovo in essere vecchie soggezioni.

Come avviene per molte circostanze, un gesto così scontato (seppur con le sue molteplici implicazioni) si presenta in tutta la sua immane assenza nel momento in cui risulta proibito, peraltro in modo improvviso e incredibile, come avvenuto nei mesi scorsi. È la classica nostalgia di un qualcosa nel momento in cui lo si perde davvero.

I baci hanno identificato in pieno la pandemia e il contagio, come nessun altro aspetto della quotidianità. È plausibile, quindi, ipotizzare la vera fine di tale tunnel nel momento in cui si riprenderà a scambiarli, sia quelli d’amore sia di saluto, in quanto espressione immediata di affetto, condivisione e solidarietà.

Sarà necessario colmare il gap lasciato dalle norme di distanziamento e di “divieto” per baci e abbracci, pur di ristabilire il giusto contatto umano, quello che rende fratelli, parte di un’unica comunità e che attenua paure individuali annientandole proprio nel gesto condiviso.