Figli sottratti alla famiglia perché “troppo credente”: il caso della famiglia Furdui

Una vicenda molto grave accaduta in Germania a una famiglia evangelica rumena: oggi a Roma e a Londra una protesta davanti all’ambasciata tedesca per far ricongiungere i genitori ai loro 7 figli

“Troppo credenti”. Questa, in estrema sintesi, la motivazione incredibile che ha visto protagonista di una grave vicenda di allontanamento dei minori una famiglia di cittadini rumeni con residenza in Germania nella città di Hannover: Furdui Petru di 42 anni e Camelia 39 anni, genitori di 7 figli (4 femmine e 3 maschi) con età comprese tra 15 anni ed un anno e 2 mesi. La famiglia appartiene alla comunità evangelica rumena.

Come spiega Iacob Danut, presidente della comunità evangelica rumena in Italia, lo scorso 26 aprile 2021, rappresentanti delle autorità tedesche per la “protezione dei bambini”, il cosiddetto Jugendamt, si sono presentati presso l’abitazione della famiglia ed hanno preso i bambini: Natalia 12 anni, Ruben 11 anni, Albert 10 anni e Lea 1 anno e 2 mesi senza presentare una ragione scritta per la loro azione. Hanno fatto solo capire che si trattava di qualcosa collegato al figlio più grande David 15 anni che era “scontento rispetto ai suoi genitori”. Hanno comunicato ai genitori che gli altri figli David 15 anni, Estera 13 e Naomi 14 anni erano stati già presi da scuola.

La famiglia Furdui, in una foto di qualche anno fa (immagine tratta dalla pagina Fb Sustinem familia Furdui)

“I genitori – spiega Iacob – vengono descritti dal responsabile della Chiesa Evangelica Neoprotestante che loro frequentano e da altre persone come dei bravi genitori, che lavorano, che amano i bambini, tranquilli e con una buona situazione patrimoniale, avendo una casa di proprietà con giardino e animali di compagnia per i bambini. Il prelevamento forzato dei bambini senza avvisare le autorità rumene di competenza, essendo loro cittadini rumeni, è una violazione delle norme previste dal Diritto Internazionale”.

I motivi reali dell’allontanamento

La ragione reale, anche se non espressa da parte dell’autorità tedesca Jugendamt, già al centro di molte polemiche è quindi l’appartenenza ad una Chiesa Rumena Neoprotestante. Questa promuove la disciplina e un modello di famiglia conservatrice, in contrasto con il liberalismo della società locale. Questi pregiudizi nei confronti della famiglia implicano una violazione del diritto alla libertà religiosa e del diritto dei genitori ad educare i propri figli.

Inoltre l’autorità tedesca ha iniziato ad interagire attraverso gli psicologi dello Jugendamt con il figlio più grande David 15 anni, il quale, essendo nel periodo critico dell’adolescenza, aveva mosso delle critiche verso i genitori.

Un’azione sproporzionata e violenta

I bambini presi alla famiglia sono stati inoltre separati tra loro, il che comporta la violazione del Diritto Internazionale in materia, il quale sostiene che i fratelli e le sorelle non si devono separare.

Si calcola che in Germania nel 2020 c’erano 45.444 bambini e giovani tolti alle famiglie e dati in affidamento, gestiti dal Jugendamt (fonte https://de.statista.com/statistik/daten/studie/12982/umfrage/inobhutnahmen-minderjaehriger-durch-jugendaemter/).

Il figlio più grande dei Furdui è stato ulteriormente incoraggiato dagli psicologi a fare dei report periodici relativi ad aspetti personali e privati della famiglia, riportando anche affermazioni che il ragazzo non ha riconosciuto di aver fatto.

Sono passati mesi di dolore e amarezza per la famiglia Furdui. I sette bambini portati via dalla famiglia non sono ancora tornati a casa. Gli incontri con i genitori sono stati solo saltuari. “È difficile per loro accettare questo grave abuso loro imposto – ci informa ancora Iacob Danut -. Al momento attuale la coppia al momento i signori Furdui hanno ricevuto dei documenti, ma non un piano di ricongiungimento familiare da parte della protezione dei minori”.

La protesta internazionale della comunità rumena evangelica

Un’immagine delle proteste già avvenute in Germania (dalla pagina Fb Sustinem familia Furdui)

Per questo motivo, non potendo rimanere indifferente a una violazione tanto grave dei diritti fondamentali della persona e della famiglia, la comunità evangelica rumena internazionale si è mossa ufficialmente con il governo tedesco. A questo proposito, ha aperto anche una pagina Facebook: https://www.facebook.com/sustinemfamiliafurdui

Anche in Italia sabato 6 Novembre, dopo aver richiesto senza risposta udienza presso l’ambasciata tedesca a Roma, una delegazione rumena procederà a una protesta in strada, davanti alla sede dell’ambasciata stessa, mentre in contemporanea si svolgerà una protesta anche a Londra. Questa non sarà la sola manifestazione, se non si otterrà giustizia per la famiglia Furdui. Infatti la comunità evangelica internazionale ha indetto proteste contro le ambasciate tedesche in molte parti del mondo, dall’Australia agli Stati Uniti, dall’Irlanda a Israele e naturalmente in Germania.

Il caso della famiglia Furdui è senza dubbio inquietante. Dovrebbe interrogarci tutti sulla libertà religiosa in Europa e sulla libertà di educazione per le famiglie.