Prevenzione e contrasto alla povertà educativa. Un’emergenza dimenticata

La scuola è al centro della strategia educativa di una comunità. Così una città – piccola o grande che sia – diventa città dell’educazione, perché ogni sua componente contribuisce ad un patto che mette al centro il benessere dei bambini e delle bambine, dei giovani intesi cittadini e cittadine consapevoli e responsabili del loro ruolo nella società

Educativa

La missione educativa di una società intreccia scuole e territorio. L’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) ha raccolto storie di connessioni mirate a contrastare la povertà educativa. L’indagine di Francesca Bilotta e Claudia Mandrile si dipana come un racconto corale. Un mosaico di testimonianze concrete e alleanze significative nel contrasto alle disuguaglianze educative. Le Nazioni Unite hanno da poco celebrato la Giornata internazionale dell’educazione. L’Onu ha evidenziato il ruolo chiave dell’educazione nel promuovere la pace. L’ASviS, da parte sua, ha presentato le iniziative in materia di educazione allo sviluppo sostenibile.educativa

Agenda educativa

A favorire l’attuazione degli Obiettivi dell’Agenda Onu 2030 è proprio la diffusione della cultura dello sviluppo sostenibile. Entro il 2030 i Paesi firmatari si sono impegnati ad assicurare un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva. Promuovendo lungo tutta la vita, opportunità di apprendimento per tutte e tutti. “Nell’ottica di garantire il raggiungimento di questa meta è prioritario affrontare con determinazione il fenomeno multidimensionale della povertà- spiegano i promotori dell’iniziativa ASviS-. Ciò ha ricadute importanti sul benessere e sullo sviluppo dei bambini e delle bambine e degli adulti che saranno. La povertà troppo spesso è collegata al mancato accesso ai servizi (seppure esistenti ma frammentati). Oltreché alla dispersione scolastica. E alla consequenziale crescita delle diseguaglianze sociali“. Evidenziano Francesca Bilotta e Claudia Mandrile: “Quando si parla di povertà, si tende spesso a considerare la dimensione economica e materiale. Ma non si può prescindere dal considerare la povertà educativa. Ovvero la mancanza o il difficile accesso a opportunità di qualità. Di sviluppo delle proprie capacità. Di realizzazione dei propri talenti“.educativa

Esperienza educativa

E’ perciò fondamentale il ruolo della scuola e dell’esperienza educativa nel favorire il cambiamento di paradigma di un nuovo modello di sviluppo. Quello, appunto, proposto dall’Agenda 2030. In primis nel garantire un’istruzione di qualità, per tutte e tutti. Così ASviS dà il via all’iniziativa “Scuole e territorio. Storie di connessioni”. E promuove uno spazio di narrazione positiva delle connessioni tra scuole. E tra scuole e territorio. Focalizzando, attraverso testimonianze concrete, progetti e azioni innovative. E soprattutto il ruolo propositivo della scuola (sin dalla prima infanzia). Un passo per contrastare la crescita delle diseguaglianze educative. Questa narrazione proseguirà fino al Festival dello Sviluppo Sostenibile 2023. E, sarà disponibile sul sito ASviS nei prossimi mesi. In condivisione con le scuole. Diversi approfondimenti tematici racconteranno, attraverso la voce dei protagonisti, il ruolo della scuola. Un percorso decisivi per contrastare la povertà educativa. In dialogo con i territori. E per la promozione di alleanze educative.

Esperienze scolastiche

L’emergenza riguarda anche le diseguaglianze territoriali. A fenomeni complessi e multidimensionali come la povertà educativa servono, infatti, risposte integrate. Partecipate. Precoci. Territorialmente corali. La scuola è al centro della strategia educativa di una comunità. Così una città – piccola o grande che sia – diventa città dell’educazione. Perché ogni sua componente contribuisce ad un patto che mette al centro il benessere dei bambini e delle bambine. Dei giovani come cittadini e cittadine consapevoli. E responsabili del loro ruolo nella società.

Missione educativa

Si tratta di una vera e propria rivoluzione nel modo di considerare il mondo dell’istruzione. L’aspetto più innovativo riguarda lo spostamento di accento dalla quantità alla qualità dell’istruzione. Si apre, dunque, una nuova prospettiva. Da tradurre in un coraggioso rinnovamento della didattica e delle esperienze educative. Tra gli elementi caratterizzanti è prevista una partecipazione “significativa” delle studentesse e degli studenti. Il focus è sulla necessità di sostenere l’accesso a servizi e opportunità di qualità. Una scelta strategica e corale di tutti gli attori di un territorio. E di una città che diventa educativa, a partire dalle sue scuole. “A maggio sarà la volta di una storia tratta dalla ricerca ‘Indire’ sulle piccole scuole– spiegano i promotori dell’iniziativa-. Racconterà una scuola di prossimità. Learning hub e presidio civico. Come Centro di aggregazione e coesione. Una risorsa per l’educazione e opportunità di rigenerazione per l’intera comunità. Alcuni racconti saranno raccolti in un video da diffondere durante il Festival dello Sviluppo Sostenibile”.educativa

Progetto Fuoriclasse

Al centro ci sono le esperienze di successo emerse all’interno del progetto Fuoriclasse in movimento. Si tratta della rete di oltre 200 scuole promossa da “Save the Children”. Per prevenire e contrastare la dispersione scolastica. Viene descritto in particolare il Patto educativo di comunità. Un’esperienza in corso da oltre un anno nel territorio di Aprilia. Città di 70 mila abitanti in provincia di Latina. In questo territorio si articola il lavoro congiunto tra gli istituti comprensivi aderenti a Fuoriclasse. Assieme all’ amministrazione comunale e all’associazionismo. “Ciò sta portando risultati concreti in termini di protagonismo giovanile. Costruzione di reti. Pratiche partecipative- precisano Francesca Bilotta e Claudia Mandrile-. Ogni attore ha la possibilità di portare le proprie istanze. E di avviare un proficuo e paritario dialogo con gli altri partner. Un ruolo centrale lo assume la popolazione giovanile. E in particolare gli studenti che, organizzati attraverso il Consiglio Fuoriclasse, hanno la possibilità di esprimere bisogni ed essere ascoltati nelle decisioni che li riguardano. In sinergia con le loro famiglie“.educativa

Patto

Il patto diventa, dunque, uno strumento operativo riconosciuto pubblicamente. Utile a rafforzare la relazione tra i soggetti della comunità educante. Attraverso un approccio partecipativo, cooperativo e solidale. E’ un impegno collettivo per valorizzare e mettere a sistema tutte le esperienze e le risorse del territorio. Per contrastare le nuove povertà educative. A partire dalla volontà di mettere i diritti dei minori al centro delle scelte che guidano l’amministrazione locale e la cabina di regia del Patto stesso. L’esperienza si è mostrata efficace nel raggiungimento di risultati immediati. Come il supporto a famiglie con background migratorio. Assicurando l’alfabetizzazione linguistica. O la ricerca di volontari per iniziative benefiche promosse dalla scuola o dal territorio.