Blocco della pagina bianca: natura, cause e possibili rimedi

Più conosciuto come blocco dello scrittore, il blocco della pagina bianca è un momento di impasse, può capitare a chiunque e non occorre esasperarlo o cronicizzarlo

Il “blocco della pagina bianca” (o “blocco dello scrittore”) è la paura, spesso improvvisa, di non aver idee per procedere alla stesura o alla conclusione di un testo. Si tratta di una fattispecie vissuta da sempre, da tutti gli autori. Nel tempo contemporaneo, tuttavia, complici alcune situazioni particolari, assume dimensioni più generali e più inibenti. Il blocco della creatività nasce da ansie interiori di vario tipo che, soprattutto nel caso di testi lunghi come un libro, riguardano la paura di non farcela, di non essere all’altezza dell’obiettivo. La tensione può nascere dall’osservare il bianco che risalta dal foglio cartaceo o da quello digitale, con l’apprensione di doverlo riempire a tutti costi e, possibilmente, in breve tempo.

Momenti di impasse, rari o ripetuti nel tempo, possono capitare a chiunque e non occorre esasperarli o cronicizzarli. Alcune volte, costituiscono il metro e il termometro dell’intuizione: permettono di valutare, nel momento più difficile, quanto il lampo e l’argomento siano ancora vividi e interessanti come all’inizio, al punto da poter proseguire o, nel caso contrario, interrompere o cambiare.

Nuove tendenze spingono a far evaporare la fantasia: non si è più dinanzi a un block notes da riempire e scarabocchiare nei momenti di riflessione, si è nell’era vorticosa dei social, del “botta e risposta” frenetico e spesso polemico, nell’epoca in cui, per un articolo vi è anche la misura temporale di lettura, per assicurare il lettore che non perderà preziosi minuti. La fretta, la misura, la “dose” da offrire al lettore, minano la fantasia e alimentano l’insicurezza.

La libertà, nello scrivere, è uno degli ingredienti essenziali, che protegge l’autore e lo pone fuori dalle esigenze e dalle pretese del mercato e dall’informazione. Chi riesce a tenersi lontano da questi diktat, ha la possibilità di creare secondo i tempi che la gestazione richiede, senza la tirannia della fretta che, fra le sue tante colpe, ha anche quella di uccidere la creatività.

Il talento ha il suo peso e le sue forme, le sue dinamiche, per cui i tempi di stesura di un testo non sono uguali per tutti e non occorre angosciarsi se le parole dovessero arrivare con più lentezza rispetto al previsto. Difficoltà di concentrazione: una vita frenetica, con ritmi alternati e ore di sonno sacrificate, conduce, inevitabilmente, a una condizione di stanchezza e di scarso raccoglimento che possono incidere sulla lucidità mentale e sull’estro. Tutto ciò sottende, spesso, che la paura abbia, alla base, un vuoto mentale: un’angoscia tarpante in cui non si è in grado di argomentare anche nei discorsi più semplici e si tende a perdere interesse.

Papa Francesco e il suo invito, nell’ottobre scorso, alla conoscenza di se stessi e alla riflessioneIl senso di vuoto, questo è un segnale che siamo andati su una strada che non era giusta, che ci ha disorientato. Possono essere il titolo di studio, la carriera, le relazioni, tutte cose in sé lodevoli, ma verso le quali, se non siamo liberi, rischiamo di nutrire aspettative irreali, come ad esempio la conferma del nostro valore. […] Sono libero o mi lascio andare dai sentimenti del momento, o dalle provocazioni del momento? Un aiuto in questo è l’esame di coscienza. Non parlo di quello che facciamo quando andiamo alla Confessione: l’esame generale di coscienza della giornata. Cosa è successo nel mio cuore in questa giornata? Sono passate tante cose, quale traccia hanno lasciato nel mio cuore? Cioè la buona abitudine a rileggere con calma quello che capita nella nostra giornata, imparando a notare nelle valutazioni e nelle scelte ciò a cui diamo più importanza, cosa cerchiamo e perché, e cosa alla fine abbiamo trovato”.

Franco Forte, giornalista e scrittore, è l’autore del volume “Il prontuario dello scrittore”, pubblicato da “Delos digital” nel febbraio 2022. Si tratta di un manuale, ricco di consigli e tecniche, di ampio raggio, per facilitare la stesura di un ottimo testo.

La verve creativa letteraria degli italiani, in ogni caso, non è diminuita, anzi. Il 7 dicembre scorso, l’Istat, al link https://www.istat.it/it/archivio/278581, ha pubblicato un interessante studio riguardante la “produzione e lettura di libri in Italia – anno 2021”. Si legge “Torna a crescere la produzione libraria, stabile il numero di lettori. Nel 2021 sono aumentati sia i titoli pubblicati (+11,1% sul 2020) sia le tirature (+11,7%). Resta sostanzialmente stabile il prezzo medio di copertina mentre un editore su tre dichiara un aumento del fatturato rispetto all’anno precedente. Ad aver letto almeno un libro nell’ultimo anno è il 40,8% della popolazione di 6 anni e più, valore in linea con quello del 2020 (41,4%). Il 69,2% dei lettori legge solo libri cartacei, il 12,1% solo  e-book o libri on line, lo 0,5% ascolta solo audiolibri mentre il 18,2%  utilizza più di un supporto per la lettura (libro cartaceo, digitale,  audiolibro)”.

Il grande narratore Emilio Salgari, noto per la fervida fantasia, fu costretto a scrivere incessantemente (anche tre libri l’anno) per poter soddisfare le richieste degli editori. Sottopagato, si avviò a un esaurimento nervoso senza potersi curare tanto della qualità dei suoi testi tanto dell’ispirazione. Scrisse, infatti “La professione dello scrittore dovrebbe essere piena di soddisfazioni morali e materiali. Io invece sono inchiodato al mio tavolo per molte ore al giorno e alcune della notte, e quando riposo sono in biblioteca per documentarmi. Debbo scrivere a tutto vapore cartelle su cartelle, e subito spedire agli editori, senza avere avuto il tempo di rileggere e correggere”. Socrate aiutava a far “partorire” le idee agli uomini come una levatrice i bambini alle donne.

Il rimbambimento nei social e nella messaggistica conduce a un impoverimento verbale e mentale, a ridurre lo spirito critico, il pensiero, l’idea nuova. Si tende ad assumere, passivamente, quasi ogni informazione, senza procedere attivamente alla costruzione: il risultato è una sorta di stagnazione cognitiva di cui il blocco della pagina bianca è solo uno degli aspetti. Alcune volte, l’intorpidimento è tale che potrebbe giungere, piuttosto, a un blocco dell’intero libro bianco. , dunque, fondato l’allarme lanciato dagli insegnanti, in merito ai temi assegnati ai loro alunni, che risultano privi di contenuto e di idee: specchio della società.

Il martellamento di informazioni che si ricevono nel quotidiano, finisce per essere, paradossalmente, inibente e decisivo nello sviare l’attenzione dal concetto che si sta sviluppando. Nell’epoca del culto del multitasking, di più attività processate insieme, alla stregua di un computer, occorre chiedersi quanto questa tendenza/esigenza sia davvero proficua per la concentrazione e l’immaginazione. L’ansia deriva anche da un’insoddisfazione generale che si concretizza in una ricerca ossessiva della perfezione e nell’essere troppo esigenti con se stessi; anche un fisiologico rallentamento nella scrittura può divenire un ostacolo amplificato e insormontabile. È opportuno non aver paura di scrivere ciò che passa per la mente, abbandonando qualsiasi eccesso di perfezionismo.

Rimuginare all’infinito, per cercare di capire per quale crudele motivo la creatività si sia bloccata, non aiuta a risolvere il problema, meglio avere un approccio più sereno e più distaccato. Molti libri di “crescita personale” garantiscono un incremento dell’inventiva e fissano anche i termini temporali entro i quali si raggiungerà tale obiettivo. Queste ricette magiche nascono da un presupposto sbagliato: come se la fantasia e le idee fossero un qualcosa di materiale da incrementare e misurare con il tempo. D’altronde, una società che misura tutto, quantifica (e non qualifica) tutto: l’illusione massima che si può propinare al cliente “tutto e subito”, è quella di assicurare un preciso e sicuro incremento del pensiero. Si tratta dell’esemplificazione del pensiero come “merce”.

Tali contributi motivazionali seducono il lettore e lo convincono di divenire un ottimo scrittore, produttivo e senza battute d’arresto. Gli stop e le pause, in una società iperveloce, che consuma vorace anche il pensiero, non sono ammessi e se dovessero capitare, significano perdere tempo e posti nella competizione sociale.

La pausa, il blocco, determinano un sorpasso da parte di altri e, in un contesto, dove spesso l’alterità è confusa con la selezione e lo scontro, sono estremizzati all’inverosimile, conducendo, chi ne è coinvolto, in uno stato di stress e di ansia. La competizione diviene predominante, a volte si svolge attraverso la fretta di bruciare l’altro pur di diffondere la notizia o preparare un testo, con il rischio di ansie crescenti al ritmo dei secondi persi oppure di pubblicare imprecisioni. È necessario rivalutare la creatività, per quello che è: un prodotto della mente, che non ha tempi e regole e che va coltivata, con serenità, anche con il dialogo e il confronto (non lo scontro) con l’altro. Il confronto alimenta la creatività, lo scontro la annulla.