Ambasciatore Sanguini: “L’Europa salvi i migranti al confine tra Bielorussia e Polonia”

L'intervista all'Ambasciatore Armando Sanguini: "La situazione dei migranti intrappolati al confine è uno scandalo. Ma la responsabilità non è solo della Bielorussia"

“La situazione dei migranti al confine tra Bielorussia e Polonia è uno scandalo! E non solo per l’operato della Bielorussia, ma anche per la poca trasparenza della Polonia”. A dirlo, a Interris.it, è l’ambasciatore Armando Sanguini, che ha ricoperto la carica di ambasciatore italiano in Tunisia e in Arabia Saudita e ora è senior advisor Medio Oriente e Nord Africa dell’ISPI, l’Istituto per gli studi di politica internazionale.

La crisi dei migranti al confine tra Polonia e Bielorussia

La crisi dei migranti (prevalentemente provenienti da paesi del Medio Oriente) al confine con la Ue va avanti da settimane, ma lo scontro si è raggiunto lo scorso 10 novembre, quando – ricostruisce ISPI – le guardie di frontiera bielorusse hanno spinto in territorio polacco lungo la strada che collega la cittadina bielorussa di Brozgi con quella polacca di Kuznica circa 4mila migranti, fra cui donne e bambini.

In risposta, il premier polacco Mateusz Morawiecki ha schierato 12mila uomini dell’esercito al fine di “difendere i confini polacchi ed europei”. I filmati diramati dal ministero dell’Interno di Varsavia però mostrano le guardie di frontiera utilizzare gas lacrimogeni contro i migranti, mentre dal lato bielorusso qualcuno spara in aria per evitare che le persone facciano marcia indietro. Una situazione disumana in cui migliaia di persone sono bloccate in una terra di nessuno al confine tra la Bielorussia e la Polonia senza servizi, né cibo e al freddo. Tra due eserciti che gli puntano le armi addosso.

L’ambasciatore Armando Sanguini

L’intervista all’ambasciatore Armando Sanguini

Ambasciatore Sanguini, di chi è la responsabilità dei migranti al confine? Della Bielorussia o della Polonia?
“Di entrambi. Da un lato, il presidente bielorusso Aljaksandr Lukashenka sta cercando di creare dei problemi all’Europa per una sorta di vendetta contro le sanzioni ricevute nei giorni scorsi; dall’altro però c’è da evidenziare l’atteggiamento della Polonia che, in barba alla prevalente religione cristiano-cattolica dei cittadini del suo Paese, respinge questa gente anche con l’uso della forza militare. Pochi giorni fa, sono stati usati anche i gas lacrimogeni”.

Una responsabilità morale di tutti, dunque?
“Sì. Ricordo che in mare c’è una legge che prescrive il soccorso. Mi chiedo se l’umanità sia ancora tale se non pretende il soccorso anche a terra. Perché questo è un soccorso umano. E in questo – mi perdoni la violenza del linguaggio – l’Europa è ambigua”.

In che senso ambigua?
“Per esempio quando alcuni Paesi UE chiesero i finanziamenti per la costruzione di un muro anti migranti, la Ue disse ‘non con i soldi dell’Unione Europea’, aprendo di fatto alla possibilità di costruirsi i muri con i propri soldi! Questo mi sembra un insulto. Ancora oggi, nonostante quello che sta succedendo, non c’è una politica coerente se non quella di dire ‘aumentiamo o diversifichiamo le sanzioni‘ [alla Bielorussia, ndr]! Questo non è affrontare il problema”.

Ambasciatore, sulla crisi migranti crede che Lukashenka voglia imitare il suo omologo turco, Recep Tayyip Erdoğan?
“Io non so se Lukashenka voglia imitare Erdoğan, nel senso di farsi pagare per tenere i migranti in Turchia. Credo che Lukashenka abbia una motivazione più crudele ma schietta. Credo che, d’intesa tra le righe con il presidente russo Vladimir Putin, tenti di far capire all’Europa che lui non solo non vuole le sanzioni, ma che la Bielorussia è il ‘rubinetto’ delle forniture di gas all’Europa. E’ come se ci dicesse: ‘Tenetene conto'”.

Un ricatto sotto mentite spoglie?
“Direi di sì”.

I migranti al confine tra Polonia e Bielorussia

Come sta reagendo l’Unione Europea a questa crisi?
“L’Unione Europea sta sbagliando politica, nel senso che preferisce attaccare la Bielorussia e la Russia asserendo che starebbero cercando di destabilizzare l’Europa; il tutto, però, sulla pelle di qualche migliaio di poveri disgraziati che hanno solo il torto di essere arrivati, chissà come, alla frontiera bielorussa. Penso che un’Unione Europea che non riesca a mettere a punto una politica non dico di accoglienza, ma almeno di inclusione e salvataggio dei poveri migranti al confine sia un fallimento totale”.

Cosa la ferisce di più di questa crisi?
“Quello che mi lascia interdetto è questa ostinazione crudele, disumana, dei Paesi Ue che rifiutano anche solo di dare assistenza umanitaria a questa gente nel bisogno. Bisognerebbe davvero premiare quei coraggiosi privati cittadini polacchi e non che, umanamente, sfidando le forze di polizia di due Nazioni superando il confine per dare soccorso ai migranti all’addiaccio da settimane”.

L’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, ha recentemente intimato a Lukashenka di “non usare i migranti come arma“. Lei è d’accordo?
“In parte sì. Io credo che i migranti non debbano proprio essere usati; né per un motivo, né per l’altro. Non si usa la gente in difficoltà, qualunque sia il proprio obiettivo. E’ una cosa indecente quanto più è banale il motivo. Lukashenka in questo momento dovrebbe essere additato al mondo come un personaggio da evitare, ma senza però far pagare il prezzo delle sue scelte alla povera gente e ai cittadini che lo hanno votato. Ho però una precisazione”.

Quale?
“Non vorrei che l’operato del presidente bielorusso finisse per mettere sotto silenzio il modus operandi della Polonia. Perché se è censurabile Lukashenka, è però altrettanto censurabile anche il comportamento polacco. Per la stessa motivazione: a fronte di gente che chiede di mangiare, di coprirsi, di avere una tutela e di poter andare in una Nazione Ue, c’è un muro di silenzio che fa orrore. Sono settimane che dura questo strazio!”

Come uscire dallo stallo?
“Alla fine qualcuno dovrà cedere, anche se non penso che lo farà Lukashenka. Indipendentemente da come andrà a finire, Bruxelles e la Presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, dovrebbero rivolgere un forte monito a tutti i membri dell’Unione Europea dicendo loro: ‘Non vi vergognate a far finta di niente e a girare la testa dall’altra parte davanti alla sofferenza di questi migranti intrappolati al confine?'”.

Pensando all’insieme dei movimenti migratori in Europa da Asia e Africa, quale soluzione proporrebbe?
“Abbiamo flussi che arrivano da Est, da Sud, da Ovest. Dobbiamo essere capaci di affrontare il problema con una equa distribuzione dei migranti nella Ue”.