VIAGGIO IN CENTRAFICA: IL SANTO PADRE E’ SERENO SULLA SICUREZZA

“Non ho sentito che il Vaticano abbia chiesto un giubbotto antiproiettile per il Papa, e non ci credo, mi sembrerebbe curioso che uno vada in papamobile scoperta indossando un giubbotto antiproiettile”. Lo ha detto padre Federico Lombardi, interpellato sulla sicurezza del viaggio del Papa in Kenya, Uganda e Repubblica centrafricana, in agenda dal 25 al 30 prossimi, il primo in Africa per Bergoglio, non solo da Papa, ma in assoluto. Anche prima degli attentati di Parigi, preoccupava la situazione di conflitto e la tappa a Bangui è stata più volte ritenuta in forse ma, ha ripetuto oggi il portavoce, illustrando il programma dettagliato del viaggio, “il Santo Padre desidera andare, monitoriamo la situazione, ma allo stato attuale noi continuiamo a voler andare nella Repubblica centrafricana: si segue la situazione e si prenderanno le misure nel caso ci sia qualcosa di particolare”.

La tappa a Bangui, fortemente voluta da Papa Francesco, si riveste tra l’altro di un forte significato, giacché nella cattedrale della capitale Bergoglio è intenzionato ad aprire la porta santa, anticipando per il Centrafrica dilaniato dal conflitto e per tutta l’Africa l’inizio del giubileo della misericordia. La Repubblica centrafricana è anche luogo di un tentativo di riconciliazione nazionale, la cosiddetta Piattaforma, alla quale collaborano cattolici, evangelici e islamici, che punta alla pacificazione e al disarmo delle due fazioni in lotta, una che si definisce cristiana e l’altra che si definisce islamica.

Il Papa come sempre in queste occasioni, si è preparato con cura. Pronuncerà numerosi discorsi, in inglese e spagnolo, e, per la prima volta in pubblico, in francese. Userà inglese per gli incontri con autorità e corpo diplomatico in Kenya e Uganda, anglofoni, e il francese per gli stessi incontri in Centrafrica, francofono. Parlerà spagnolo nella visita al quartier generale dell’Onu a Nairobi e italiano in tutte le altre circostanze. Sono previsti percorsi in papamobile scoperta in tutti e tre i paesi, e la sicurezza sarà come sempre garantita dalle autorità locali e dai contingenti internazionali eventualmente presenti, come sempre in collaborazione con il Vaticano.

Faranno parte del seguito del Papa il segretario di Stato e il sostituto, cardinale Pietro Parolin e mons. Angelo Becciu, il cardinale Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, e il cardinale Peter Turkson, presidente di Giustizia e pace. Il cardinale Parolin non seguira’ pero’ il Papa in Centrafrica, giacche’ dovra’ andare a Parigi per la conferenza sul clima. Il dipendente vaticano che il Papa vuole con se’ questa volta e’ una signora del Burkina Faso, Brigitte, che lavora al Governatorato. Il generale Giani, comandante dell’Ispettorato vaticano, è già in Africa, attende il Papa in Kenya, e lo accompagnerà poi nelle diverse tappe del viaggio. Giovanni Paolo II è stato in Kenya nell’80, 85 e 95, nel ’93 inoltre Wojtyla è stato in Uganda mentre in Centrafrica è stato di passaggio nell’85, per un atterraggio e la celebrazione di una messa. In Uganda è già stato Paolo VI nel ’69, primo viaggio in Africa di un Papa in epoca moderna.