VANCOUVER, UN CONVEGNO PER CONCILIARE LAICI E RELIGIOSI

“La nostra società: come scavalcare la spaccatura laico-religiosa”, questo il titolo del convegno, svoltosi dal 22 al 24 marzo scorso e organizzato dal comitato nazionale canadese in rappresentanza delle organizzazioni della società civile, compreso l’Ufficio degli affari pubblici della comunità baha’i canadese. Le sessioni plenarie del convegno hanno trattato temi generali quali: il ruolo della religione nella sfera pubblica, i meriti e i limiti della laicità, il processo della riconciliazione fra i vari popoli, una definizione del bene comune nel contesto del pluralismo religioso, dimensioni e limiti della libertà religiosa e il ruolo dei giovani nella società.
Oltre alle sessioni plenarie ci sono stati alcuni seminari durante i quali i partecipanti hanno espresso idee tratte dall’esperienza. “Dobbiamo andare al di là della dialettica religioso-laico, pubblico-privato, fede-ragione ma lavorare assieme per il bene dell’intera società”, ha detto la reverenda Karen Hamilton, Segretaria generale del Consiglio canadese delle Chiese, nel discorso di apertura. L’evento ha coinvolto circa 140 partecipanti tra cui Andrew Bennett, ambasciatore canadese per la libertà religiosa, Marie Wilson, commissario canadese di verità e riconciliazione, Doug White, direttore del Centro per i Trattati preconfederali all’Università dell’Isola di Vancouver e Gerald Filson, Direttore degli affari pubblici della comunità baha’i canadese e Presidente della Conversazione interreligiosa canadese.
“Molti hanno detto che è importante lasciare più spazio nella società all’influenza positiva dei concetti e dei principi del pensiero religioso, che la libertà di credere è una condizione necessaria nelle società laiche per salvaguardare il progresso compiuto nell’armonia sociale e la ricchezza culturale che il pluralismo offre alle società moderne” così il dottor Filson ha sintetizzato le idee emerse dal convegno. “In ultima analisi – ha aggiunto Filson- l’amore, l’amicizia e la consapevolezza che gli altri contano per noi sono le fondamenta di una società nella quale tutti i membri della famiglia umana possono partecipare”.
L’evento ha voluto proseguire i lavori avviati all’incontro di maggio 2013, a Montreal, presso l’Università McGill. Geoffrey Cameron, ricercatore della comunità baha’i canadese e membro del Comitato organizzatore del convegno, ha spiegato: “Abbiamo avviato questa iniziativa circa quattro anni fa, quando un piccolo gruppo di persone si è riunito animato dal desiderio comune di spiegare con maggior chiarezza il ruolo positivo della religione nel pubblico discorso del Canada”. Egli ha spiegato che il loro discorso ha cercato di approfondire “come la società può riconciliare la religione, la laicità e il bene comune”.
Si è parlato anche delle tensioni che ci sono nelle società laiche fra religione e vita pubblica: da una parte, la laicità offre al governo la capacità di conferire alle persone diritti fondamentali come quello della libertà religiosa; dall’altra però, essa può limitare fino a ridurre il fenomeno religioso a fenomeno privato. Il professor Paul Bramadat, uno dei massimi studiosi canadesi delle religioni, ha detto: “È importante tenere vivi nel pubblico discorso gli strumenti e i concetti delle religioni senza perderne il significato a causa di una traduzione laica”. Alia Hogben, direttrice del Consiglio canadese delle donne musulmane ha affermato che la società ha bisogno di criteri che definiscano il ruolo della religione nella vita pubblica: “Questa religione, contribuisce al bene pubblico? Serve il bene di tutti? Se lo fa, allora deve essere ammessa al discorso pubblico”, ha detto. John Stackhouse, un teologo del Regent College, ha sostenuto che la diversità delle religioni in Canada richiede che ogni religione riesamini i propri insegnamenti per “preparare un territorio sul quale vivere accanto a coloro che sono diversi”.
Uno dei momenti più importanti del convegno è stato la sessione con il dottor Andrew Bennett, ambasciatore canadese per la libertà religiosa. Bennet ha descritto il rapporto fra la difesa della libertà religiosa e la promozione della dignità umana, che sono essenziali per definire assieme una vita comune.”È importante che le istituzioni della società si sappiano rapportare con le varie religioni”, ha detto. “La competenza religiosa modella le azioni della gente nella società e grazie alle conversazioni sulla religione questa competenza migliora”.
Il dialogo non consiste nello “scagliarsi l’uno contro l’altro” e “la riconciliazione esige una nuova mentalità e un nuovo orientamento verso noi stessi, l’uno verso l’altro e verso tutti coloro che ci circondano. Questa è una sfida spirituale, morale ed etica”. “Siamo molto soddisfatti della qualità delle conversazioni e del genuino entusiasmo espresso nei confronti delle idee trasmesse dai partecipanti” ha concluso il dott. Doug White, ex capo della prima nazione Snuneymuxw, alla fine del convegno.