Papa Francesco è arrivato poco dopo le 16:00 alla Papp Laszlo Budapest Sportarena, il più grande palazzetto dello sport al coperto di Budapest, nel XIV distretto della capitale ungherese, dove questo pomeriggio incontra i giovani.
L’arrivo del Pontefice
All’inizio il Pontefice, con la golfcar elettrica e tra le ovazioni dei presenti, ha fatto il giro del palazzetto che può contenere fino a 12.500 persone. Francesco è stato accolto dal vescovo incaricato per la pastorale giovanile, mons. Ferenc Palanki, vescovo di Debrecen-Nyíregyháza, che ha pronunciato un indirizzo di benvenuto. E prima del suo discorso ha scoltato le testimonianze di quattro giovani.
I ragazzi ungheresi aspettano il #Papa #live ore 16:20 su https://t.co/WKdTBkVXQj pic.twitter.com/qyQDblVWU8
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Papa incontra i giovani: tra i regali riceve il Cubo di Rubik
All’inizio dell’incontro con i giovani nella ‘Sportarena’ di Budapest, papa Francesco ha ricevuto alcuni doni, che gli sono stati consegnati dal vescovo incaricato per la pastorale giovanile, mons. Ferenc Palanki. Tra questi anche il Cubo di Rubik, che il Papa ha sollevato sorridendo tra gli applausi delle migliaia di giovani presenti nel palazzetto dello sport. Il celebre gioco fu inventato nel 1974 dal professore di architettura e scultore ungherese Erno Rubik.
#PapaFrancesco: “Ecco dove porta la fede: alla libertà di dare, all’entusiasmo del dono, al vincere le paure, a mettersi in gioco! Amici, ciascuno di voi è prezioso per Gesù, e anche per me!” #PopeInHungary pic.twitter.com/GtRWYgNeFG
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Papa ai giovani: “Non si diventa grandi scavalcando gli altri”
“Non si diventa grandi scavalcando gli altri, ma abbassandosi verso gli altri; non a discapito degli altri, ma servendo gli altri”. Così papa Francesco si è rivolto ai giovani ungheresi durante l’incontro nella ‘Sportarena’, a Budapest. “Vedete, amici, Gesù è felice che raggiungiamo grandi traguardi – ha detto -. Non ci vuole pigri e poltroni, non ci vuole zitti e timidi, ci vuole vivi, attivi, protagonisti. E non svaluta mai le nostre aspettative ma, al contrario, alza l’asticella dei nostri desideri. Gesù sarebbe d’accordo con un vostro proverbio, che spero di pronunciare bene: Aki mer az nyer [Chi osa vince]”. “Ma come si fa a vincere nella vita? – ha quindi chiesto il Pontefice – Ci sono due passaggi fondamentali, come nello sport: primo, puntare in alto; secondo, allenarsi”.
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“Hai un talento? Di sicuro ce l’hai! Tutti ne abbiamo. Non metterlo da parte pensando che per essere felice basti il minimo indispensabile – ha proseguito -. No, metti in gioco quello che hai. Hai una buona qualità? Investi su quella, senza paura!”, e “investi sui grandi traguardi della vita!”, tra cui “creare una famiglia numerosa, aiutare chi è bisognoso”, che “non sono desideri irrealizzabili”. E poi allenarsi: “mai da soli ma con gli altri, nella Chiesa, nella comunità, insieme, vivendo esperienze comuni, facendo squadra. Penso, ad esempio, alle Giornate Mondiali della Gioventù, e colgo l’occasione per invitarvi alla prossima, che sarà in Portogallo, a Lisbona, all’inizio di agosto”. “Oggi invece c’è la grande tentazione di accontentarsi di un cellulare e di qualche amico. Ma, anche se questo è ciò che fanno tanti, anche se fosse quello che ti va di fare, non fa bene. E’ una cosa un po’ stupida”, ha aggiunto Francesco.
Papa ai giovani: “Sappiate apprezzare il silenzio”
“Non abbiate paura di andare controcorrente, di trovare un tempo di silenzio ogni giorno per fermarvi e pregare”. Lo ha detto papa Francesco nell’incontro con i giovani alla ‘Sportarena’ di Budapest, raccogliendo la sollecitazione di una ragazza. “Oggi tutto vi dice che bisogna essere veloci, efficienti, praticamente perfetti, come delle macchine, ma noi non siamo macchine! – ha osservato il Pontefice – Ma poi ci accorgiamo che spesso finiamo la benzina e non sappiamo cosa fare. Fa tanto bene sapersi fermare per fare il pieno, per ricaricare le batterie”. “Ma attenzione – ha avvertito -: non per immergersi nelle proprie malinconie o rimuginare sulle proprie tristezze, non per pensare a chi mi ha fatto questo o quello, facendo teorie su come si comportano gli altri; questo non fa bene, questo è veleno, questo non si fa!”. “Il silenzio – ha spiegato Francesco – è il terreno su cui coltivare relazioni benefiche, perché permette di affidare a Gesù ciò che viviamo, di portargli volti e nomi, di gettare in Lui gli affanni, di passare in rassegna gli amici e dire una preghiera per loro”. Il silenzio, ha proseguito, “ci dà la possibilità di leggere una pagina di Vangelo che parla alla nostra vita, di adorare Dio ritrovando così la pace nel cuore”. Il silenzio “permette di prendere in mano un libro che non sei costretto a leggere, ma che ti aiuta a leggere l’animo umano, di osservare la natura per non stare solo a contatto con cose fatte dagli uomini e scoprire la bellezza che ci circonda”. “Ma il silenzio non è per incollarsi ai cellulari e ai social; no, per favore – ha aggiunto il Papa -: la vita è reale, non virtuale, non avviene su uno schermo, la vita avviene nel mondo! Per favore: non virtualizzare la vita che è concreta. Il silenzio, dunque, è la porta della preghiera e la preghiera è la porta dell’amore”.
Papa ai giovani: “Aiutate il mondo a vivere in pace”
“Prendere in mano la vita per aiutare il mondo a vivere in pace”. E’ l’invito rivolto da papa Francesco ai giovani durante l’incontro nella ‘Sportarena’ di Budapest, raccogliendo la sollecitazione della testimonianza di una ragazzo sul fatto che “lo zelo per la missione è anestetizzato dal nostro vivere nella sicurezza e nell’agio, mentre a non molti chilometri da qui la guerra e la sofferenza sono all’ordine del giorno”. “Lasciamoci scomodare da questo – ha esortato il Pontefice -, chiediamoci, ciascuno di noi: io che cosa faccio per gli altri, che cosa faccio per la società, che cosa faccio per la Chiesa, che cosa faccio per i miei nemici? Vivo pensando al mio bene o mi metto in gioco per qualcuno, senza calcolare i miei interessi? Per favore, Interroghiamoci sulla nostra gratuità, sulla nostra capacità di amare secondo Gesù, cioè di servire”.
Fonte: Ansa