Un presepe vivente per restaurare la chiesa

Per fortuna a creare il clima natalizio nella capitale non c'è solo “spelacchio”, l'albero addobbato in piazza Venezia che tanti commenti negativi ha sollevato. Le iniziative in città sono tante e se ne segnala in particolare una che comincerà lunedì a piazza di Porta Asinaria, nei pressi di piazza di Porta San Giovanni. Si tratta del presepe vivente allestito dalla parrocchia di San Giulio con il patrocinio del Vicariato di Roma, dell’Opera romana pellegrinaggi, di Roma Capitale e dell’assessorato alla Crescita culturale. Un tuffo nel passato, un viaggio nella Betlemme di duemila anni fa. L'inaugurazione è in programma alle 9.30 di lunedì 18 dicembre, con il sindaco Virginia Raggi e il vescovo Giuseppe Marciante, ausiliare per il settore Est della diocesi di Roma, che presiederà un breve momento di preghiera. Alla cerimonia, che sarà animata dalla Banda Musicale di Roma Capitale, parteciperanno anche una decina di scuole dell’Urbe con più di seicento studenti.

L'obiettivo

L’iniziativa dell’allestimento – spiegano dal Vicariato – è finalizzata alla raccolta di offerte per ricostruire il tetto della chiesa parrocchiale di San Giulio, in via Francesco Maidalchini, a Monteverde. Attualmente le Messe si tengono nella tensostruttura attigua, montata in oratorio e acquistata grazie al contributo di tanti fedeli. “La nostra chiesa è in ricostruzione dal maggio 2016 perché il tetto stava per cedere – racconta il parroco padre Dario Frattini – Nei due anni e mezzo che hanno preceduto l’inizio dei lavori, per poter continuare a usare la chiesa in sicurezza, erano state posizionate 12 colonne di acciaio a puntellare il solaio in modo da alleggerire il carico sui pilastri e sulle travi lesionate. All’inizio dei lavori, non avendo a disposizione altri spazi al chiuso idonei per celebrare l’Eucaristia, abbiamo acquistato una tensostruttura”.

L'allestimento

Per far fronte alle tante spese richieste dall’opera la comunità ha pensato all’allestimento di un presepe vivente che facesse perno sulla collaborazione e sulla solidarietà di tutti i parrocchiani: “Lo scorso anno – spiega padre Dario – ne abbiamo realizzato uno più piccolo, nei locali della nostra parrocchia”. Ma adesso è necessario uno sforzo ulteriore: “I lavori sono molto onerosi”, confida. Anche perché è necessario “il consolidamento e l’adeguamento sismico di tutta la struttura”. Nasce così il “Presepe vivente di Roma Venite Adoremus“, con i suoi giochi di luce e i suoni dei canti natalizi intonati dai tanti cori partecipanti, con decine di figuranti in costumi d’epoca realizzati da tre sarte della parrocchia che, spiegano gli organizzatori, “stanno lavorando senza sosta al loro confezionamento dall’estate scorsa, con l’aiuto di altre volontarie della comunità”. In più, anche quest’anno, per aiutare la parrocchia di San Giulio in questa iniziativa “alcuni membri della comunità di Piubega (Mantova) sono venuti a Roma per l’allestimento del presepe fornendo manodopera ed esperienza trentennali nella costruzione delle varie strutture presenti”.

I cori

L'ingresso è libero ma, ovviamente, si conta sulla generosità dei visitatori che potranno ammirare il “Presepe vivente di Roma Venite Adoremus” ogni pomeriggio dalle 16 alle 20 dal 25 dicembre al 6 gennaio – escluso il 31 dicembre – mentre dal 18 al 22 dicembre l'allestimento sarà aperto dalle 9 alle 13 per le visite delle scuole. Durante l’apertura al pubblico ci saranno diversi cori che accompagneranno la visita con l’esecuzione di canti tipici della tradizione natalizia: il “Coro AltreNote” il 26 dicembre; il “Mount Green People Gospel” il 27; Michele Paulicelli il 28; il “Gruppo canoro della Chiesa melchita libanese” il 29; gli “All Over Gospel Choir” il 30 dicembre; il 2 gennaio parteciperanno l’associazione “Amici per la danza di Anna Buonocore” insieme ai Missionari della Consolata, che saranno protagonisti anche mercoledì 3; il 4 gennaio sarà la volta dei “Pueri Cantores” di Torrespaccata; il 5 dei “Settantavoltesette” e il 6 gennaio, solennità dell’Epifania del Signore, si chiuderà con il Coro della diocesi di Roma diretto da monsignor Marco Frisina.