Un altro drammatico appello per la Siria

Ancora un drammatico appello dalla Siria. Lo lancia, a distanza di pochi giorni dal precedente, don Mounir Hanachi, direttore della comunità salesiana di Damasco. Una lettera piena di amarezza e preoccupazione per le condizioni in cui è costretta a vivere la popolazione civile, stretta in una morsa tra la roccaforte dei ribelli islamisti nel Ghouta orientale e gli attacchi dell'esercito lealista. Una lettera aperta che dovrebbe scuotere le coscienze del mondo occidentale, che sta giocando una partita a scacchi sul terreno geopolitico siriano il cui prezzo più alto, in termini di vite e di condizioni disumane, è pagato soprattutto dalla popolazione inerme, costretta a sopravvivere tra bombe e stenti di ogni genere.

“Vi scrivo in questi giorni sempre pieni di morte e sofferenza per il popolo siriano, che soffre per la guerra – scrive don Mounir – Ormai stiamo per iniziare l’ottavo anno di questa guerra feroce, che ha causato tanti morti e tanti sfollati dentro e fuori la Siria. Cari fratelli, la morte continua a Damasco in queste settimane dopo il forte assalto dell’esercito nazionale siriano per liberare il Ghouta orientale, zona abitata dai ribelli da più di 5 anni. La capitale ha sofferto tanto in questi anni per i colpi di mortai e i missili che venivano sopra le scuole e sopra le case, che hanno causato tanti morti di bambini e civili innocenti. Anche noi Salesiani abbiamo molto sofferto per questo e siamo stati costretti più volte a chiudere le porte del nostro oratorio e centro giovanile, davanti a più 1200 ragazzi e giovani che cercano di venire nei nostri ambienti per trovare un luogo di serenità e pace.

Nelle ultime settimane la situazione della guerra nel Ghouta orientale è salita d’intensità. Questa – ricorda il religioso – è la quarta settimana di chiusura dell’oratorio Salesiano, i ragazzi sono chiusi in casa, le scuole sono ferme e la vita nella capitale semi paralizzata. In questi anni abbiamo perso tante famiglie e tanti giovani che sono andati fuori della Siria cercando rifugio all’estero, e adesso le famiglie che sono rimaste cominciano anch’esse a cercare vie di uscita fuori della Siria. Invito tutti voi, cari fratelli e sorelle, a pregare per la Siria, la culla del Cristianesimo, e ricordiamo in questi mesi Damasco. Che il Signore ci doni la sua pace, per l’intercessione di Maria Santissima Ausiliatrice, che ci protegga e protegga i ragazzi della Siria sotto il suo mantello”.