Udienza, Papa: “Paolo ha posto la libertà all’ombra dell’amore”

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Papa Francesco (Fonte: Vatican News)

“Paolo ha posto la libertà all’ombra dell’amore e ha stabilito il suo coerente esercizio nel servizio della carità”. “L’insegnamento dell’Apostolo genera in noi entusiasmo; ci sentiamo spinti a seguire subito la via della libertà, a ‘camminare secondo lo Spirito'”. “L’unica cosa che possiamo fare nei momenti brutti è svegliare Cristo che è nei nostri cuori, ma dorme”. “Dobbiamo risvegliare Cristo nel nostro cuore e solo allora potremo contemplare le cose con il suo sguardo, perché Lui vede oltre la tempesta”. “Non stancatevi di fare il bene, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza. Impariamo ad invocare lo Spirito Santo. Come? La preghiera dello Spirito Santo è spontanea: Santo Spirito vieni!”. Sono alcuni dei passaggi – a braccio – di Papa Francesco durante l’udienza generale di oggi, ancora dedicata all’opera e alla predicazione dell’apostolo Paolo.

 

La catechesi integrale del Papa

Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Siamo giunti alla conclusione delle catechesi sulla Lettera ai Galati. Su quanti altri contenuti, presenti in questo scritto di San Paolo, si sarebbe potuto riflettere! La Parola di Dio è una sorgente inesauribile. E l’Apostolo in questa Lettera ci ha parlato come evangelizzatore, come teologo e come pastore. Il santo vescovo Ignazio di Antiochia ha una bella espressione, quando scrive: «Vi è un solo maestro il quale parlò e ciò che disse fu fatto; ma le cose che egli fece tacendo sono degne del Padre. Chi possiede la parola di Gesù può ascoltare anche il suo silenzio». Possiamo dire che l’apostolo Paolo è stato capace di dare voce a questo silenzio. Le sue intuizioni più originali ci aiutano a scoprire la sconvolgente novità racchiusa nella rivelazione di Gesù Cristo. È stato un vero teologo, che ha contemplato il mistero di Cristo e l’ha trasmesso con la sua intelligenza creativa. Ed è stato anche capace di esercitare la sua missione pastorale nei confronti di una comunità smarrita e confusa. Lo ha fatto con metodi differenti: ha usato di volta in volta l’ironia, il rigore, la mansuetudine… Ha rivendicato la propria autorità di apostolo, ma nello stesso tempo non ha nascosto le debolezze del suo carattere. Nel suo cuore la forza dello Spirito ha realmente scavato: l’incontro con Cristo Risorto ha conquistato e trasformato tutta la sua vita, e lui l’ha spesa interamente al servizio del Vangelo. Paolo non ha mai pensato a un cristianesimo dai tratti irenici, privo di mordente e di energia, al contrario. Ha difeso la libertà portata da Cristo con una passione che fino ad oggi commuove, soprattutto se pensiamo alle sofferenze e alla solitudine che ha dovuto subire. Era convinto di avere ricevuto una chiamata a cui solo lui poteva rispondere; e ha voluto spiegare ai Galati che erano anch’essi chiamati a quella libertà, che li affrancava da ogni forma di schiavitù, perché li rendeva eredi della promessa antica e, in Cristo, figli di Dio.

Consapevole dei rischi che questa concezione della libertà portava, non ha mai minimizzato le conseguenze. Ha ribadito con parresia ai credenti che la libertà non equivale affatto a libertinaggio, né conduce a forme di presuntuosa autosufficienza. Al contrario, Paolo ha posto la libertà all’ombra dell’amore e ha stabilito il suo coerente esercizio nel servizio della carità. Tutta questa visione è stata posta nell’orizzonte della vita secondo lo Spirito Santo, che porta a compimento la Legge donata da Dio a Israele e impedisce di ricadere sotto la schiavitù del peccato. Al termine di questo itinerario di catechesi, mi pare che possa nascere in noi un duplice atteggiamento. Da una parte, l’insegnamento dell’Apostolo genera in noi entusiasmo; ci sentiamo spinti a seguire subito la via della libertà, a “camminare secondo lo Spirito”.

Dall’altra parte, siamo consapevoli dei nostri limiti, perché tocchiamo con mano ogni giorno quanto facciamo fatica ad essere docili allo Spirito, ad assecondare la sua benefica azione. Allora può sopraggiungere la stanchezza che frena l’entusiasmo. Ci si sente scoraggiati, deboli, a volte emarginati rispetto allo stile di vita secondo la mentalità mondana. Sant’Agostino ci suggerisce come reagire in questa situazione, rifacendosi all’episodio evangelico della tempesta sul lago. Dice così: «La fede di Cristo nel tuo cuore è come Cristo nella barca. Ascolti insulti, ti affatichi, sei sconvolto, e Cristo dorme. Risveglia Cristo, scuoti la tua fede! Persino nel turbamento sei in grado di fare qualcosa. Scuoti la tua fede. Cristo si desti e ti parli… Perciò risveglia Cristo… Credi ciò che è stato detto, e si fa grande bonaccia nel tuo cuore».

È proprio così Dobbiamo risvegliare Cristo nel nostro cuore e solo allora potremo contemplare le cose con il suo sguardo, perché Lui vede oltre la tempesta. Attraverso quel suo sguardo sereno, possiamo vedere un panorama che, da soli, non è neppure pensabile scorgere. In questo cammino impegnativo ma affascinante, l’Apostolo ci ricorda che non possiamo permetterci alcuna stanchezza nel fare il bene.

Dobbiamo confidare che lo Spirito viene sempre in aiuto alla nostra debolezza e ci concede il sostegno di cui abbiamo bisogno. Dunque, impariamo a invocare più spesso lo Spirito Santo! Possiamo farlo con parole semplici, nei vari momenti della giornata. E possiamo portare con noi, magari dentro il nostro Vangelo tascabile, la bella preghiera che la Chiesa recita a Pentecoste: “Vieni, Santo Spirito, / manda a noi dal cielo / un raggio della tua luce! / Vieni, padre dei poveri, / vieni, datore dei doni, / vieni, luce dei cuori! / Consolatore perfetto, / ospite dolce dell’anima / dolcissimo sollievo…”. E così prosegue, è una preghiera bellissima. Ci farà bene pregarla spesso. Ci aiuterà a camminare nello Spirito, nella libertà e nella gioia. 

Il Papa ricorda San Leone Magno

Salutando come di consueto, al termine dell’udienza, i fedeli di lingua italiana il Papa ha rivolto un saluto particolare alle Associazioni del Clero e alle Unioni degli Addetti al Culto – Sacrestani.

“Esprimo – ha detto riportato dal Sir – il mio apprezzamento per il vostro servizio, che vi incoraggio a compiere sempre con viva sensibilità pastorale”, le parole di Francesco. Infine la citazione di San Leone Magno, Papa e Dottore della Chiesa, di cui oggi si celebra la festa liturgica: “ha consacrato la sua esistenza alla difesa e alla diffusione della verità evangelica”. “Per sua intercessione, possiate vivere la vostra fede con gioia ed essere sereni testimoni dell’amore del Signore”, l’augurio agli anziani, agli ammalati, ai giovani e agli sposi novelli.

Agli operatori sicurezza: “Auspico che la vostra professione sia intesa come “missione”

Papa Francesco, al termine dell’udienza generale, ha salutato i rappresentanti della Polizia Penitenziaria, dei Vigili del Fuoco e di altre realtà sindacali del comparto Sicurezza e difesa presenti nell’Aula Paolo VI. “Auspico che la vostra professione sia intesa come ‘missione’, da svolgere con competenza e responsabilità morale”, ha detto il Papa.

Papa: cita Wojtyla: “Polonia ha bisogno uomini dal cuore grande”

Il Papa, nell’udienza generale, ha ricordato che domani in Polonia ricorre la festa nazionale dell’indipendenza. Poi ha citato San Giovanni Paolo II che nel 1999 diceva: “Oggi il mondo e la Polonia hanno bisogno di uomini dal cuore grande, che servono con umiltà e amore, che benedicono e non maledicono, che conquistano la terra con la benedizione”.

Parole che risuonano attuali in questi giorni in cui il Paese sta affrontando una grave emergenza legata ai migranti che arrivano ai confini, spinti dalla Bielorussia.