Tratta: nuova denuncia di Papa Francesco

Basta andare alla stazione Termini, per le strade di Roma. E sono donne in Europa, nella colta Roma. Sono donne schiave. Perché questo sono. Ebbene, da qui ad ucciderle…”. Così Papa Francesco in un'intervista alla giornalista messicana Valentina Alazraki trasmessa oggi dall'emittente messicana Televisa e ripresa dai media vaticani. Tra i vari temi trattati, c'è quello dei femminicidi e a tal proposito il Pontefice ricorda quando, durante l'Anno della Misericordia, fece visita ad una casa d'accoglienza della Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi. Il Pontefice, accompagnato da mons. Rino Fisichella e dal comandante della gendarmeria vaticana Domenico Giani, fu accolto dal responsabile generale della Comunità, dott. Giovanni Paolo Ramonda, e da don Aldo Buonaiuto, i quali introdussero le ex schiave al Papa. Una delle ragazze incontrate – ricorda – “aveva un'orecchia mozzata, perché non aveva portato abbastanza soldi”, dice Francesco che aggiunge: “Qual è l'odio, non lo saprei spiegare. Forse qualche antropologo lo potrà fare meglio. E come si crea quest'odio, uccidere donne è un'avventura? Non lo so spiegare. Ma è evidente che la donna continua a essere in secondo piano e l'espressione di sorpresa quando una donna ha successo lo indica bene”.

“La difesa è il dialogo”

Papa Bergoglio è stato poi sollecitato sul tema dei muri. “Non so che cosa succede quando entra questa nuova cultura di difendere territori facendo muri. Già ne abbiamo conosciuto uno, quello di Berlino, che ci ha portato tanti mal di testa e tanta sofferenza. Ma sembra che quello che fa l'uomo è quello che non fanno gli animali. L'uomo è l'unico animale che cade due volte nella stessa buca. Rifacciamo le stesse cose”. E poi aggiunge: “Alzare muri come se fosse questa la difesa. Quando la difesa è il dialogo, la crescita, l'accoglienza e l'educazione, l'integrazione, o il sano limite del `non si può fare di più´, ma è umano…”, afferma il Papa. “Con questo non mi riferisco solo al limite del Messico – spiega – ma parlo di tutte le barriere che esistono. In un'intervista fatta non molto tempo fa mi sono riferito a quella che c'è a Ceuta e a Melilla: è terribile, con le concertinas, il filo spinato. Poi il governo le ha fatte togliere ma è crudele, crudele. E separare i bambini dai genitori va contro il diritto naturale… e quei cristiani… non si può fare. È crudele e si cade nella crudeltà più grande. Per difendere che cosa? Il territorio, o l'economia del paese o vai a sapere che. Ma sono schemi di pensiero che ricadono sull'operato politico”, con persone che su questi drammi “fanno una politica di questo tipo. È molto triste, no?”. Al contrario – secondo il Vescovo di Roma – “chi costruisce ponti fraternizza, dà la mano anche se resta dall'altro lato”, e comunque “c'è dialogo. E si può difendere perfettamente il territorio con un ponte, non necessariamente con un muro. Parlo di ponti politici, di ponti culturali. È chiaro? Certo, non costruiremo un ponte in tutte le frontiere. È impossibile“.

Il caso McCarrick

Altra questione trattata dalla giornalista messicana è quello delle vittime degli abusi, con le quali – spiega – il dialogo “prosegue bene”. “Alcune le ho ricevute qui, si sono rese conto che la Chiesa le ama e che è pronta a mettere un punto finale alla questione, con tutto quel che comporta di sforzo e anche di preghiera. E chiedo al Signore di illuminarmi per non sbagliare nelle nomine“. Si arriva poi al delicato caso del card. McCarrick, di cui Francesco afferma che “non sapeva nulla”. “L'ho detto diverse volte, non sapevo nulla. Voi sapete che io di McCarrick non sapevo nulla, altrimenti non avrei taciuto. Il motivo del mio silenzio è stato prima di tutto che le prove erano lì, vi ho detto: 'giudicate voi'. È stato davvero un atto di fiducia. E poi, per quello che vi ho detto di Gesù, che nei momenti di accanimento non si può parlare, perché è peggio. Tutto va a sfavore. Il Signore ci ha indicato questo cammino e io lo seguo”. Il riferimento del Papa è ai contenuti della lettera dell'ex nunzio negli Usa mons. Carlo Maria Viganò, che lo accusava di aver ignorato le informazioni degli abusi omosessuali dell'ex cardinale di Washington e su cui ai giornalisti in volo rispose “giudicate voi”. “Ho taciuto, perché avrei dovuto gettare fango. Che siano i giornalisti a scoprirlo. E voi l'avete scoperto, avete trovato tutto quel mondo. È stato un silenzio basato sulla fiducia in voi“, aggiunge il Papa.