Da tutto il mondo tornano in Terra Santa gli studenti del Biblicum

Custodia di Terra Santa, apertura dell'anno accademico dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme. Biblista Manns: “Sacra Scrittura vera manna quotidiana”

Biblicum

Lo Studium Biblicum Franciscanum (Sbf) è un’istituzione scientifica per la ricerca e l’insegnamento accademico della Sacra Scrittura. E dell’archeologia dei paesi biblici. Fu ideato dalla Custodia francescana di Terra Santa nel 1901. E opera ininterrottamente dal 1924. Dal 1960 fa parte della Pontificia Universitas Antonianum di Roma. Nel 2001 è diventato Facoltà di Scienze bibliche e Archeologia. Biblicum

La missione del Biblicum

“Potete studiare a condizione di non estinguere lo spirito della santa orazione. Si studia e si prega. Si studia in ginocchio. La Sacra Scrittura non è come la letteratura classica. Ma è la Parola di Dio che è stata trasmessa a noi nei secoli. Perciò c’è bisogno di avere grande venerazione per la Parola Sacra”, afferma padre Frèdèric Manns. Professore emerito allo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme In apertura dell’Anno Accademico 2021-2022. Allo Sbf e allo Studium Theologicum Jerosolimitanum.“Il mondo attuale non può andare avanti se non trova valori- aggiunge il biblista-. E i valori più importanti sono nella Sacra Scrittura. La Sacra Scrittura è la vera manna quotidiana”.Biblicum

Ripresa

“È un anno particolare. Finalmente abbiamo potuto riprendere le lezioni frontali- racconta padre Rosario Pierri. decano dello Sbf-. Ciò è importante per gli studenti. Ma anche per i docenti stessi. Perché così possono seguire personalmente ogni singolo studente. Abbiamo avuto anche in questo anno studenti di tutto il mondo. Anche se pochi. I nuovi iscritti provengono dal Sud America. Dall’Africa. Dall’estremo Oriente. Dall’Europa. Sono presenti tutte le condizioni perché l’anno si svolga serenamente. E perché si possano riprendere le lezioni come si faceva prima della pandemia. Abbiamo potuto sperimentale che ci sono dei limiti nel tenere le lezioni via rete. Però si può comunque insegnare. Gli studenti possono apprendere. C’è maggiore autonomia da parte degli studenti. Devono avere un po’ più di fantasia negli studi. La situazione ci ha fatto capire la potenzialità di questi mezzi di comunicazione”.