Persecuzione anticristiana in Somalia. Allarme Acs

La fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre ha chiesto al ministero degli Esteri di attivarsi per la liberazione di due cristiane somale

Somalia

Cristiani in pericolo in Somalia. La fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs) ha chiesto al ministero degli Esteri di attivarsi per la liberazione di due cristiane somale. Appello Acs, quindi, affinché la Farnesina intervenga sul governo dell’auto-dichiarata repubblica del Somaliland per la liberazione di due giovani. Si tratta di due donne convertitesi al cristianesimo e attualmente recluse. La ventunenne Hanna Abdirahman Abdimalik, nata a Hargeisa, il 30 maggio 2022 è stata arrestata per essersi convertita al cristianesimo e per aver condiviso la sua fede attraverso un gruppo cristiano di Facebook. La polizia all’epoca non ha esibito un mandato d’arresto, ha sequestrato una collana con una croce e ha interrogato la ragazza senza la presenza di un avvocato. La polizia le avrebbe ripetutamente chiesto chi l’avesse convertita al cristianesimo. Aggiungendo che, qualora avesse rivelato l’identità di tale persona oppure si fosse nuovamente convertita all’Islam, sarebbe stata rilasciata. Hanna ha rifiutato di abbandonare il cristianesimo.Somalia

Sos Somalia

Il 27 giugno 2022, le forze di polizia del Somaliland hanno concluso le indagini. E hanno presentato un fascicolo all’ufficio del procuratore regionale di Hargeisa. Il procuratore ha quindi formalizzato le accuse nei confronti di Hanna. In particolare “Crimini contro la religione dello Stato” per aver commesso blasfemia. Oltraggio alla religione islamica e al Profeta dell’Islam tramite social media e diffusione del cristianesimo. Il 6 agosto 2022 il tribunale regionale di Hargeisa ha condannato Hanna Abdirahman Abdimalik a cinque anni di reclusione per aver commesso reati ai sensi dell’art. 313 (“Disprezzo della religione dello Stato”), articolo 314 (“Turbamento delle funzioni religiose”), art. 321 (“Istigazione alla disobbedienza alle leggi”) e art. 45 (“Reato continuato”) del codice penale somalo. Durante l’udienza Hanna ha confermato di essersi convertita al cristianesimo ma ha negato ogni intento di proselitismo o di aver condiviso messaggi cristiani con terzi. Successivamente è stata trasferita in una prigione di Hargeisa, dove non le è stato permesso di praticare la sua religione e le è stato proibito di possedere oggetti cristiani.Somalia

Eco internazionale

L’avvocato di Hanna ha presentato ricorso alla Corte d’appello di Hargeisa. Ed è in attesa di una data di udienza. Il secondo caso riguarda la ventisettenne Hoodo Abdi Abdillahi, condannata a 7 anni di carcere per essersi convertita al cristianesimo. La donna è reclusa dall’ottobre 2022 presso il carcere femminile di Gebiley. Nel corso del processo non avrebbe avuto un avvocato difensore, mentre durante la reclusione non avrebbe potuto avere contatti con la famiglia. Attualmente il loro caso è all’esame della Corte d’Appello del Somaliland, in attesa di una sentenza definitiva. La loro vicenda ha avuto eco internazionale, essendo state coinvolte numerose organizzazioni attive nel campo dei diritti umani e le rappresentanze diplomatiche di Stati Uniti, Regno Unito, Svezia e Paesi Bassi. Aiuto alla Chiesa che Soffre chiede al governo italiano, e in particolare al ministro Tajani, di intervenire sul governo locale. Affinché Hoodo and Hanna siano presto liberate e sia loro concessa la necessaria protezione umanitaria ai sensi del diritto internazionale.