A Singapore l’emergenza Covid diventa terreno di cooperazione tra le fedi

I cristiani portano "la luce della speranza e della cura" accanto a persone di altre fedi

Singapore

Singapore, la Chiesa al centro del dialogo interreligioso. La popolazione (5,7 milioni di abitanti) comprende buddisti al 31,1%. Cristiani al 18,9% (tra i quali 330 mila cattolici). Musulmani 15,6%. Taoisti 8,8%. Indù 5%. Mentre il 20% dei singaporiani si professano non credenti.Singapore

Dialogo a Singapore

“Anche in pandemia le comunità di fede sono stelle che brillano nel cielo notturno. Lavorano insieme in unità e solidarietà. Per raggiungere con vicinanza e compassione chi è nel bisogno. Dissipando le ombre della disperazione. Con la luce della speranza. Della cura. E della sollecitudine fraterna”, afferma l’arcivescovo di Singapore. Monsignor William Goh ha elogiato quest’opera solidale e caritativa. Nello spirito dell’enciclica “Fratelli tutti”. Specialmente in contesti dove i cristiani sono minoranze.Singapore

Sostegno reciproco

Monsignor Goh descrive all’agenzia missionaria vaticana “Fides” la situazione a Singapore. Esorta, inoltre, le varie fedi a lavorare insieme. Per portare “speranza e sostegno“. L’arcivescovo sottolinea la sintonia e gli accenti comuni che legano spiritualmente i cristiani con i credenti di altre religioni. Il presule rilancia l’appello del Pontefice. “Accendere piccole luci nel cuore delle persone. Essere piccole lampade del Vangelo che portano un po’ di amore e di speranza. Questa è la missione del cristiano. La lampada della fede sarà sempre accesa sulla terra finché c’è l’olio della preghiera“.