“Siate testimoni della chiamata di Dio”

Le vocazioni noi non le possiamo creare. Possiamo, invece, essere testimoni della chiamata di Dio misericordioso rivolta a noi”. E' l'invito che Papa Francesco rivolge ai partecipanti alla Conferenza dei Rettori di Seminari di lingua tedesca, ricevuti in udienza nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico, in Vaticano. Il Pontefice ricorda loro come la chiamata di Dio sproni l'uomo ad uscire “dal nostro 'io'” per rivolgersi al “tu” che altro non è se non “la persona concreta del bisognoso, di chi ha necessità della vicinanza degli uomini e della vicinanza di Dio“. Da qui l'invito a “sensibilizzare i giovani che si preparano al sacerdozio” su questo argomento.

Nelle ferite i segni della Risurrezione

“Come persone umane e come sacerdoti confidiamo nel patrimonio delle nostre esperienze“, dice Francesco ammonendo i rettori tedeschi a riconoscere le nuove forme culturali “che non rientrano nei modelli a noi noti”. E prosegue: “Dobbiamo spogliarci di alcune abitudini a cui siamo attaccati e impegnarci con ciò che è ancora sconosciuto. Ma anche in questo possiamo sempre volgere lo sguardo verso Gesù che ha sofferto, è morto ed è risorto. Nelle sue ferite, come anche in quelle del mondo, possiamo riconoscere i segni della Risurrezione. Questa certezza ci mette sempre di nuovo in cammino come testimoni della speranza”. 

Testimoni di speranza

“Le vocazioni noi non le possiamo creare”, afferma il Papa, ma i sacerdoti possono “essere testimoni della chiamata di Dio misericordioso rivolta a noi”, una chiamata che sprona l'uomo ad uscire da se stesso per rivolgersi al bisognoso, a “chi ha necessità della vicinanza degli uomini e della vicinanza di Dio”. “E su questo vogliamo sensibilizzare anche i giovani che si preparano al sacerdozio”, aggiunge, ricordando che, allo stesso tempo, “tutti noi siamo sempre chiamati anche ad una comunità più grande, quella dei kyriakoi“, ovvero “coloro che appartengono al Signore. Questa comunità ci sostiene, affinché possiamo rispondere con tutto il cuore alla chiamata di Dio”. Infine, la preghiera d'affidamento alla Vergine Maria e la benedizione apostolica accompagnata dall'immancabile saluto: “Vi chiedo per favore di pregare per me“.