“Sarebbe bello avere un cardinale dalit”

Sarebbe bello se l'India avesse un cardinale dalit“. E' quello che auspica il teologo indiano Jerry Rosario SJ, del Tamil Nadu. Il gesuita auspica che Papa Francesco possa prendere in considerazione questa idea che “sarebbe molto coerente con il suo approccio di dare riconoscimenti alle periferie”.

In linea col Concilio

“La scelta di un cardianle dalit – spiega all'Agenzia Fides – sarebbe in linea con la visione del Concilio Vaticano II di rendere la Chiesa sempre più inclusiva e dialogica nella vita e nel suo ministero, diventando dunque in effetti sempre più cattolica. I dalit costituiscono circa il 65% dei cattolici in India“. Questa nazione, fino ad oggi, ha avuto tredici cardinali. Il primo fu Valerian Gracias, arcivescovo di Bombay, nel 1953. I Porporati, nel corso dei decenni, hanno rappresentato varie comunità, regioni e riti della Chiesa locale. Adesso, “un cardinale dalit, proveniente da una comunità tribale, potrebbe essere molto importante per noi, specialmente nell'attuale contesto nazionale di integralismo e fondamentalismo“, aggiunge il teologo, che ha sulle spalle quasi vent'anni di servizio pastorale tra i dalit, i poveri delle zone rurali e degli slum. Padre Rosario è noto a molti come “il prete scalzo”, perché ha rinunciato a indossare calzature come segno della sua solidarietà con quei dalit ai quali viene negato il diritto di indossarle, secondo le tradizioni del sistema castale. 

Chi sono i dalit

I dalit o “paria” (che significa “oppressi”, ma anche “intoccabili”) sono i “fuori casta” o quinta casta nel sistema sociale e religioso induista. Includono anche gli aborigeni indiani e sono costituiti da vari gruppi presenti in tutta l'Asia meridionale.