Roma, mancano insegnanti di religione. Il Vicariato: “Il disservizio non dipende da noi”

“Il disservizio relativo alla mancata assunzione degli insegnanti di religione cattolica nelle scuole dell’infanzia comunali non può in alcun modo essere attribuito a responsabilità del Vicariato”. E’ quanto si legge in un comunicato stampa emesso dall’Ufficio scuola del Vicariato di Roma, stilato in risposta a un recente articolo apparso su un quotidiano nazionale nel quale, in qualche modo, si attribuiva allo stesso la responsabilità sulla mancata presenza di insegnanti di religione nelle scuole per l’infanzia comunali: “La maggior parte dei maestri segnalati dal Vicariato – si legge nel pezzo -, che ogni anno vengono assunti a tempo determinato da parte del Dipartimento servizi educativi e scolastici di Roma Capitale, ha ormai superato i 36 mesi di servizio: dopo questo tempo, dovrebbero essere contrattualizzati a tempo indeterminato”. Una vicenda tormentata, questa, iniziata in corrispondenza con l’avvio dell’anno scolastico, il 15 settembre scorso e che ha portato, in questi mesi, alla protesta di numerose famiglie, le quali hanno richiesto spiegazioni presso gli uffici della Diocesi.

“In 41 senza contratto”

A proposito di tale situazione, il Vicariato ha ritenuto opportuno precisare come non solo le responsabilità della mancata presenza di personale impiegato nella consueta ora di religione non possa ricadere sotto la sua competenza, ma anche come, a più riprese, lo stesso abbia sollecitato l’istituzione locale a prendere provvedimenti sulla latenza nell’elargizione del servizio: “L’amministrazione capitolina – si legge ancora nel comunicato – ha infatti fino a oggi illegittimamente mantenuto in condizione di precarietà gli insegnanti di religione cattolica, proponendo loro contratti di supplenza pur in costanza di un fabbisogno organico e permanente di personale (Corte di Cassazione, sent. 201/2016 e 1066/2016)”. A pesare sono anche i numeri: “Il Vicariato ha ricevuto promesse e rassicurazioni fino al 7 novembre scorso, quando, senza alcun preavviso, ha appreso che quest’anno il Comune di Roma non avrebbe rinnovato il contratto a ben 41 insegnanti di religione, proprio ‘per colpa’ della loro lunga carriera (da 4 a 18 anni di servizio).”

“Meri spettatori”

Secondo quanto riportato all’interno del documento, il 15 novembre scorso, il Vicariato avrebbe fornito al competente assessorato comunale una lista di nominativi comprensiva di 93 insegnanti, “necessari alla copertura di tutte le scuole”. Nonostante questo, “non ha ricevuto ad oggi neppure il riscontro ufficiale previsto dalla legge: il Vicariato ha semplicemente dovuto prendere atto di una selezione tra i nominativi proposti, che ha escluso proprio i docenti meno giovani”. In sostanza, l’Ufficio “è purtroppo mero spettatore di una vicenda dolorosa, che vede lesi sia i diritti delle famiglie che hanno scelto l’insegnamento della religione per i propri figli, sia degli insegnanti di religione, privati di lavoro dopo tanti anni di servizio”.

Soluzioni in tempi brevi

E pensare che, solo pochi giorni fa, un’indagine sull’Irc in Italia, aveva rilevato un alto indice di gradimento da parte degli studenti rispetto a tale insegnamento. Un’ulteriore motivazione a trovare, al più presto, un punto d’intesa, come specificato anche dall’Ufficio della Diocesi, il quale “sarebbe ben lieto di collaborare e di essere informato dei passi che l’amministrazione capitolina vorrà compiere per risolvere il problema con equità e in tempi brevi”.