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Quella lettera del Papa ai vescovi argentini

Nel fascicolo n. 10 del 2017 di Acta Apostolicae Sedis Papa Francesco ha inserito la lettera inviata al vescovo Sergio Alfredo Fenoy, delegato della regione pastorale di Buenos Aires. Nella missivaĀ il pontefice approvava come interpretazione giusta, in modo tale che ogni altra non poteva essere possibile, il decalogo applicativo del cap. 8 dellā€™Amoris laetitiaĀ (Al) da parte di un gruppo di vescovi della regione ecclesiastica di Buenos Aires, datato il 5 settembre 2016. La lettera del Santo PadreĀ ĆØ datata – curiosamente – il medesimo 5 settembre 2016.

Le interpretazioni

Lo scritto dei vescovi ĆØ detto dal pontefice ā€œmolto buono e spiega in modo eccellente il cap. 8 di Alā€. Le interpretazioni furono tante. Chi disse che nulla era cambiato circa la prassi precedente, chi invece il contrario. Chi prese – anche a livello di conferenza episcopale (quella della Polonia, e quelle asiatiche) -, una posizione di distanza dal cap 8 di Al. Lā€™interpretazione autentica di un documento dato da un Pontefice puĆ² essere solo quella fornita dal Papa stesso.Ā Il documento dirimente le interpretazioni ĆØ stata la lettera inviata al vescovo argentino Sergio Alfredo Fenoy, allegata agli Acta Apostolicae Sedis, che quindi ha acquistato valore ufficiale.

I “dubia”

In realtĆ  il testo di Al si poteva capire benissimo, perchĆ© linguisticamente l'EsortazioneĀ Apostolica non ĆØ astrusa, e quindi la questione non era quella di capire o meno quanto ha scritto il Pontefice, ma di leggerlo in armonia con i documenti precedenti del magistero. I ā€œdubiaā€ espressi il 19 settembre 2016 al Papa dai card. Walter BrandmĆ¼ller, Raymond Leo Burke, Carlo Caffarra, Joachim Meisner avevano come introduzione il disagio causato tra i fedeli da diverse interpretazioni: ā€œA seguito della pubblicazione della Vostra Esortazione Apostolica 'Amoris laetitia' sono state proposte da parte di teologi e studiosi interpretazioni non solo divergenti, ma anche contrastanti, soprattutto in merito al cap. VIII. Inoltre i mezzi di comunicazione hanno enfatizzato questa diatriba, provocando in tal modo incertezza, confusione e smarrimento tra molti fedeliā€.

Maggiore chiarezza

I ā€œdubiaā€, partendo dai problemi interpretativi, non hanno tenuto conto, e forse non la conoscevano, della lettera del 5 settembre al vescovo argentino. Lettera allora privata, ma sempre eleggibile a pubblica, come ĆØ stato fatto. In realtĆ , i quattro cardinali non avevano bisogno di unā€™interpretazione, poichĆ© avevano ben capito quanto dice il cap. 8 di Al, ma di sapere come conciliare la posizione di AL nel cap. 8 con le dichiarazioni del magistero precedente: “Familiaris consortio” n. 84, “Reconciliatio et paenitentia” n. 34, “Sacramentum caritatis” n. 29, “Veritatis splendor” n. 56. 79. 81, ā€œPontificio consiglio per i testi legislativi, Dichiarazione del 24 giugno 2000ā€. In questo senso, i ā€œdubiaā€ mantengono intatta la loro ragione dā€™essere, anche dopo la lettera di Papa Francesco circa lā€™interpretazione del suo documento Al cap.8. Risposta ai ā€œdubiaā€ perĆ² non ĆØ stata ancora data. Comunque, il documento dei vescovi della zona pastorale di Buenos Aires ĆØ ora testo di interpretazione autentica nel quale si coglie il pensiero del Santo Padre. Non ci sono alternative interpretazioni, e questo ĆØ una grande opera di chiarezza per tutti.

Dubbi e critiche

La parola interpretazione non puĆ² essere quindi piĆ¹ avanzata, e si deve utilizzare per Al cap..8, e il documento di Buenos Aires, la legittima espressione analisi logica nella fede. La storia ci dice che lā€™analisi logica venne usata con Onorio I e Giovanni XXII circa alcune loro posizioni, non di magistero infallibile, e che lā€™analisi logica nella fede fece risultare non corrette. Nel convegno tenutosi a Roma il 7 aprile del 2018 con il tema ā€œChiesa dove vai?ā€, al quale hanno partecipato i cardinali Walter BrandmĆ¼ller, Raymond Leo Burke e il vescovo Athanasius Schneider, sono stati rilanciati i ā€œdubiaā€, sostituendo il termine interpretazione con il termine critica, prima non usato. Questa parola ĆØ, a parere di chi scrive, meno preciso di analisi logica, perchĆ© potrebbe far intendere un atteggiamento aprioristico al magistero autentico ordinario. La ā€œcriticaā€ del convegno di Roma non intende perĆ² avere un atteggiamento aprioristico, che invalidi quanto detto nella Nota dottrinale della Congregazione per la Dottrina della Fede, 29 giugno 1998: ā€œAderisco inoltre con religioso ossequio della volontĆ  e dell'intelletto agli insegnamenti che il Romano Pontefice o il Collegio episcopale propongono quando esercitano il loro magistero autentico, sebbene non intendano proclamarli con atto definitivoā€. Con ciĆ² si intende (CdC nĀ° 752): ā€œNon quidem fidei assensusā€, ma un religioso ossequio dellā€™intelletto e della volontĆ ā€. Lā€™atto definitivo ĆØ di magistero solenne, ex cathedra, Ā a cui compete lā€™infallibilitĆ  del Pontefice, ma non ĆØ il caso dellā€™esortazione Al.

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