“QUANTI PRIGIONIERI SI TROVANO NELLE CONDIZIONI DI GESU'”

Papa Francesco ha presieduto nella Basilica Vaticana la celebrazione della Passione del Signore. Il Santo Padre, che all’inizio della celebrazione è rimasto prostrato sul pavimento, in preghiera, per circa due minuti, ha poi seguito seduto la lettura e il canto del racconto biblico della Passione. Successivamente padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, ha tenuto l’omelia. “Quanti ‘Ecce homo’ nel mondo – ha affermato –. Quanti prigionieri che si trovano nelle stesse condizioni di Gesù nel pretorio di Pilato: soli, ammanettati, torturati, in balia di militari rozzi e pieni di odio, che si abbandonano a ogni sorta di crudeltà fisica e psicologica, divertendosi a veder soffrire”.

Dinanzi ai cristiani perseguitati e uccisi ancora oggi, ha osservato, “rischiamo di essere tutti, istituzioni e persone del mondo occidentale, dei Pilati che si lavano le mani”. Ha poi sottolineato che il Figlio di Dio sul Calvario “pronuncia un definitivo ‘No!’ alla violenza, opponendo ad essa, non semplicemente la non-violenza, ma, di più, il perdono, la mitezza e l’amore. Se ci sarà ancora violenza, essa non potrà più, neppure remotamente, richiamarsi a Dio e ammantarsi della sua autorità”. I veri martiri di Cristo, ha soggiunto, “non muoiono con i pugni chiusi ma con le mani giunte. Ne abbiamo avuto tanti esempi recenti. È lui che ai 21 cristiani copti uccisi dall’Isis in Libia il 22 Febbraio scorso, ha dato la forza di morire sotto i colpi, mormorando il nome di Gesù”.

“Signore Gesù Cristo – ha concluso padre Cantalamessa – ti preghiamo per i nostri fratelli di fede perseguitati, e per tutti gli Ecce homo che ci sono, in questo momento, sulla faccia della terra, cristiani e non cristiani”. La liturgia si è conclusa con la preghiera universale, l’adorazione della Santa Croce e la Comunione. Il vescovo di Roma, attorno alle ore 21, si reca al Colosseo per la tradizionale Via Crucis del venerdì santo.