PRESIDENTE DELLA CARITAS ASIA: “GIAPPONE COSTRUISCA LA PACE CON LO SVILUPPO, NON CON LE ARMI”

Il mese di agosto per i giapponesi è il periodo di incontri e riflessioni sulla pace. Il 6 agosto del 1945 la città di Hiroshima venne colpita dalla prima bomba atomica. Nagasaki fu colpita il 9 agosto. Il 15 dello stesso mese, il Giappone decise di arrendersi senza condizioni agli alleati, segnando la fine del secondo conflitto mondiale. Nel 1981, dopo l’appello per la Pace di Hiroshima fatto da Giovanni Paolo II, la Chiesa cattolica giapponese decise di indire un periodo di 10 giorni, dal 6 al 15 agosto appunto, da dedicare alla preghiera per la pace.

Il 2015 è il settantesimo anniversario della fine della guerra: tutti i vescovi cristiani (cattolici e anglicani) si riuniranno per pregare insieme nella cattedrale cattolica di Hiroshima il prossimo 5 agosto. Ogni diocesi organizza poi attività e manifestazioni per la pace. La diocesi di Niigata riserva l’ultima domenica di luglio alla riflessione sulla pace. Il presidente di Caritas Asia, nonché vescovo di Niigata racconta quello che è successo domenica nella sua diocesi: “Ho celebrato la messa per la pace nella cattedrale. Purtroppo il caldo era terribile, e non molte persone si sono unite a noi per la celebrazione. Tuttavia vi erano più di 30 fedeli, intenti a pregare insieme. L’attuale governo giapponese, guidato dal signor Shinzo Abe del Partito liberal-democratico, sta cercando di introdurre delle serie modifiche alle politiche di sicurezza nazionale. Nonostante la forte opposizione della società civile, il premier Abe è determinato a far passare il decreto. Il suo Partito ha la maggioranza in entrambe le Camere. È chiaro che noi riconosciamo il diritto sovrano di una nazione a difendersi da ogni minaccia militare che provenga dal di fuori dei confini. Tuttavia, basandosi sull’esperienza storica dell’aggressione militare giapponese prima del secondo conflitto mondiale, l’attuale Costituzione giapponese proibisce al governo di esercitare il potere militare fuori dal Giappone”.

Il presule ricorda che la risposta dei cristiana alle mosse del governa sono espresse nel “Messaggio della Conferenza Episcopale per il 70mo Anniversario della fine della II Guerra Mondiale”, affermando che “il Giappone deve intraprendere una politica di contributo attivo alla pace in modo da rispondere alle aspettative delle altre nazioni come si conviene a un gigante economico. I cambiamenti della politica pacifista e la nuova legge rifletto i cambiamenti in corso e daranno al governo lo strumento necessario per fare la propria parte nel garantire alla pace mondiale. Credo che questo contributo allo sviluppo – che porta al pieno rispetto e alla realizzazione della dignità umana – sarebbe molto apprezzato e rispettato dalla comunità internazionale”.