“Preghiamo per quanti non hanno lavoro, è una tragedia mondiale”

Oggi celebriamo la memoria di San Giuseppe lavoratore. La figura dell'umile lavoratore di Nazareth ci orienti sempre verso Cristo; sostenga il sacrificio di coloro che operano il bene e interceda per quanti hanno perso il lavoro o non riescono a trovarlo. Preghiamo specialmente per quanti non hanno lavoro, che è una tragedia mondiale di questi tempi”. Lo ha detto Papa Francesco, al termine dell'udienza generale, che si è svolta in piazza San Pietro alla presenza di circa 15.000 pellegrini. Al termine della catechesi, il Pontefice ha voluto dedicare una preghiera – proprio nel giorno in cui si celebra la festa dei lavoratori – a quanti non hanno un lavoro. Inoltre, prima della benedizione, il Pontefice ha voluto ricordare che oggi ricorre il quinto centenario di San Francesco di Paola, i suoi figli spirituali e quanti lo hanno come celeste patrono a mettere in pratica il suo messaggio di 'continua conversione' il quale ci parla ancora oggi di amore incondizionato verso Dio, i fratelli e il creato”. 

Non ci abbandonare la tentazione

Anche per questo mercoledì, Papa Francesco ha continuato il ciclo di catechesi sul Padre nostro, soffermandosi sulla penultima invocazione “non abbandonarci alla tentazione”. Dopo il consueto giro in piazza, durante il uale ha fatto salire a bordo della sua jeep cinque piccoli scout, il Pontefice ha parlato ai fedeli riuniti in Piazza San Pietro. “L'espressione originale grega contenuta nei Vangeli è difficile da rendere in maniera esatta, e tutte le traduzioni moderne sono un po' zoppicanti. Su un elemento però possiamo convergere in maniera unanime: comunque si comprenda il stesto, dobbiamo escludere che sia Dio il protagonista delle tentazioni che incombono sul cammino dell'uomo. Come se Dio stesse in agguato per tendere insidie e tranelli ai suoi figli. Un'interpretazione di questo genere contrasta anzitutto con il testo stesso, ed è lontana dall'immagine di Dio che Gesù ci ha rivelato: non dimentichiamo 'Padre', Padre nostro comincia con 'Padre' e un padre non fa tranelli ai figli”. 

Il Padre non è autore del male

Il Papa ha spiegato che i cristiani non hanno a che fare con un Dio invidioso, in competizione con l'uomo, o che si diverte a metterlo alla prova. “Il Padre – ha aggiunto – non è l'autore del male, a nessun figlio che chiede un pesce dà una serpe, come Gesù insegna. E quando il male si affaccia nella vita dell'uomo, combatte al suo fianco, perché possa esserne liberato: un Dio che sempre combatte per noi non contro di noi, il Padre”, ha sottolineato il Pontefice, evidenziando che è in questo modo che noi preghiamo il Padre nostro.