Persecuzioni religiose in Cina: libera la reporter che indagava sull’abbattimento delle croci

Le autorità della provincia cinese orientale del Zhejiang, la città nota come la “Gerusalemme cinese” per l’alta concentrazione di cristiani, hanno demolito più di 400 croci all’interno di una campagna governativa di “rettifica”. Un’attività finita nel mirino di alcuni giornalisti lontani dalle logiche di Pechino, per questo finiti dietro le sbarre. E’ di oggi la notizia della liberazione di una reporter di Hong Kong, che si trovava in zona per scrivere un articolo proprio sugli effetti di questo provvedimento.

“Ero stata mandata nella zona per fare un reportage e condurre alcune interviste con le persone coinvolte nella demolizione – ha raccontato – . Gli agenti non mi hanno trattenuta a lungo, ma mi hanno imposto di smetterla di intervistare la gente”.

Dal 2013 si è varato il piano per rendere il Zhejiang un’area di grande sviluppo economico entro il 2020. A causa di ciò, il governo provinciale sta attuando una campagna per pulire la regione eliminando le strutture più fatiscenti ed illegali. La campagna è chiamata delle “tre revisioni e una demolizione”, per indicare la percentuale di edifici da distruggere, ma è un fatto che la campagna prende di mira soprattutto i luoghi cristiani.