Patriarca Younan ai capi islamici: “Spiegate che uccidere è un crimine”

Un esodo, un genocidio, una calamità che nel XXI secolo non può essere accettata, né dal punto di vista della Carta dei diritti umani del ’48, né da quello della Costituzione dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. E’ la situazione dei cristiani iracheni e siriani – e delle altre minoranze – letta da Ignace Joseph III Younan, patriarca di Antiochia dei siro-cattolici, in occasione della presentazione avvenuta oggi alla Camera dei deputati, del documentario “L’esodo dei cristiani di Siria”, curato da Elisabetta Valgiusti. Il patriarca si domanda come “gente pacifica può essere perseguitata solo perché di una religione differente dall’islam”. Dopo anni di convivenza nel Medio Oriente è in pericolo l’idea stessa di “tolleranza”: un autentico disastro umano e spirituale.
Se da una parte è chiaro che la comunità internazionale intenda combattere il terrorismo e non certo una religione, dall’altra, denota Joseph III, “abbiamo il diritto e anche il dovere e la responsabilità” di dire ai capi dell’islam “di essere chiari, di essere fermi nel dire che uccidere una persona”, a qualsiasi credo appartenga, “è un crimine grave e non è accettato da Dio. Sono atti proprio contro la civiltà”. Il leader dei siro-cattolici aggiunge che per i cristiani è una sfida “rimanere” e specialmente riuscire a convincere i giovani “a dare testimonianza della loro fede” dinanzi a molti che dicono: “Come cominciamo il dialogo? L’altra parte non ti accetta, non ti riconosce!”.