Partiti 34 nuovi missionari

Ben 34 nuovi missionari. Sono 21 salesiani e 13 figlie di Maria Ausiliatrice che hanno ricevuto il Crocifisso missionario e sono partiti per le missioni sparse in varie parti del mondo proprio nei giorni, a settembre, in cui si trovava a Roma padre Tom Uhzunnalil, il missionario indiano rapito nello Yemen e rimasto per 18 mesi nelle mani dei suoi sequestratori. La notizia è contenuta nel messaggio indirizzato dal Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime, a tutti i salesiani. “Questi nostri fratelli e sorelle – spiega don Fernandez Artime – incarnano il coraggio e la forza del Vangelo. Dall’11 novembre del 1875, sono state 148 le spedizioni missionarie della Famiglia Salesiana. Un numero che suscita in noi un profondo sentimento di gratitudine”.

Il successore di don Bosco nella sua lettera esprime “Un 'grazie' che ho sentito forte e vero per un avvenimento che è stato un toccante 'Grazie' e un Dono di Dio”. Toccante il ricordo della prigionia di don Tom “che aveva vissuto quei 18 mesi con serenità e pace, ringraziando Dio ogni sera per il giorno che gli era stato donato, anche se non era potuto uscire dalla stanza dove era relegato, né vedere la luce. Ogni volta diceva a Dio che se all’indomani fosse stato l’ultimo giorno della sua vita sarebbe andato sereno incontro a Lui. Il nostro confratello Tom pregava ogni giorno per i suoi carcerieri e per la sua vita. Pregava per le suore missionarie della Carità di Madre Teresa che erano state assassinate davanti a lui. Pregava per le sue persone care, per la Famiglia Salesiana e per i giovani”. Don Fernandez Artime ricorda ancora che il confratello ha raccontato “di aver vissuto e trovato forza, durante il sequestro, dalla 'comunione spirituale': 'Ho celebrato spiritualmente la messa ogni giorno, ricordando a memoria le letture e le parti della liturgia, non avendo né i testi liturgici, né le specie del pane e del vino per celebrare il sacrificio eucaristico'. Ma in quel momento, in mano ad aguzzini che avrebbero potuto porre fine alla sua esistenza terrena, 'il sacrificio eucaristico ero io stesso, il mio stesso corpo era un sacrificio vivente gradito a Dio'”.

In parallelo, la partenza di nuovi missionari “tutti con il cuore pronto a servire là dove c’è la necessità più bruciante. Lasciano il mondo conosciuto, spezzando il cerchio delle amicizie e degli affetti familiari, per abbracciare la vita di altra gente, altre sensibilità, altre lingue e altri volti. C’è un ponte di fede e di coraggio tra don Tom e i nuovi missionari. Il messaggio del nostro confratello Tom ai nuovi missionari è quello di una vita donata”. Il Rettor Maggiore, parlando di testimonianza, ha citato l'aneddoto di “una suora missionaria che stava accuratamente curando le piaghe ripugnanti di un lebbroso. Faceva il suo lavoro sorridendo e chiacchierando con il malato, come fosse la cosa più naturale del mondo. A un certo punto chiese al malato: 'Tu credi in Dio?'. Il pover’uomo la fissò a lungo e poi rispose: 'Sì, adesso credo in Dio'”. I missionari “donano la loro vita in modo assoluto e radicale. Nessuno li chiama 'eroi', ma loro testimonianza scuota i nostri cuori” conclude don Fernandez Artime, che dopo un lungo viaggio in India dove ha toccato Bangalore, Guwahati e Mumbai, si appresta a compiere un nuovo viaggio intercontinentale da domani al 26 novembre in Angola e Mozambico, per andare ad animare la Famiglia Salesiana delle due fiorenti Visitatorie.