Parolin: “In Venezuela si arrivi ad una soluzione pacifica e democratica”

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Nessun governo straniero dà ordini alla nostra patria, qui comandano i venezuelani”. Le parole del presidente Maduro viaggiano oltre i confini della nazione che soffre una grave crisi sociale, politica ed economica. Maduro, alla guida del Venezuela dal 2013, ha allertato l’intera comunità internazionale di fronte ai possibili risvolti autoritari, dopo la convocazione il 30 luglio prossimo di un’Assemblea costituente per modificare la Costituzione.

Sciopero generale

Ed oggi è sciopero generale in tutto il Paese per contrastare un’iniziativa che la stessa Chiesa venezuelana, come riporta la Radio Vaticana, ha fermamente criticato, chiedendo “al governo nazionale di ritirare la proposta; alle Forze armate, di servire il popolo e non il regime o il partito di governo; a tutti i politici, di impegnarsi con la popolazione per superare la crisi”. In un “messaggio urgente” – inoltrato al termine dell’Assemblea Plenaria dei vescovi – i presuli nero su bianco scrivono: “Tutto fa pensare che ciò che si cerca di stabilire è uno Stato socialista, marxista e militare, con la scomparsa dell’autonomia dei poteri, in particolare il potere legislativo”. Ma il presidente Maduro ha annunciato misure repressive per chi aderirà allo sciopero generale, attivando il Consiglio di Difesa nazionale ed un “piano speciale di giustizia di emergenza” per arrestare i “cospiratori contro il suo governo” e dare loro un “castigo esemplare”.

Il sostegno della Chiesa

Aggiunge la “radio del Papa”, è rimasto inascoltato il referendum popolare autoconvocato dalle forze di opposizione, domenica scorsa, che ha raccolto il 98% di voti contrari – su 7 milioni espressi – all’Assemblea costituente. Una consultazione sostenuta dalla Chiesa, ma fortemente osteggiata dal governo. Gruppi paramilitari hanno attaccato diversi seggi, fra cui quello nei pressi della Chiesa di Nostra Signora del Carmelo, dove stava celebrando la Messa il cardinale Jorge Urosa Savino, arcivescovo di Caracas, coinvolto e rimasto sequestrato per diverse ore insieme a centinaia di fedeli e cittadini, che cercavano riparo dalle violenze in strada, che hanno causato la morte di una donna e diversi feriti. Dopo il grave episodio, al porporato venezuelano è giunto un messaggio di solidarietà del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, che ha auspicato “una soluzione pacifica e democratica per il Paese” e “che le autorità ascoltino il lamento del popolo che chiede libertà, riconciliazione, pace e benessere materiale e spirituale per tutti, soprattutto per i più poveri e dimenticati”.