Papa: “Maghi, cartomanti e fattucchieri promettono idoli traditori”

Ecco la differenza tra il vero Dio e gli idoli traditori, come il denaro, il potere, il successo, tra Dio e quanti promettono di darti questi idoli, come i maghi, i cartomanti, i fattucchieri. Gli idoli ci legano a sé e noi ci impossessiamo di loro”, afferma Francesco.  Conclusa, nella Basilica Vaticana, la celebrazione della Messa nella Solennità dell’Epifania del Signore alle 12 il Papa si è affacciato alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini raccolti in Piazza San Pietro. “Celebriamo oggi la solennità dell’Epifania, nel ricordo dei Magi venuti dall’Oriente a Betlemme, seguendo la stella, per far visita al neonato Messia- sottolinea Jorge Mario Bergoglio-. La pagina evangelica racchiude un dettaglio che suscita la nostra riflessione“.

Regioni lontane

Alla fine del racconto, si dice che i Magi “avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese“. Quindi, osserva il Pontefice, “questi sapienti, provenienti da regioni lontane, dopo aver viaggiato molto, trovano colui che desideravano conoscere, dopo averlo a lungo cercato, sicuramente anche con fatiche e peripezie e  quando finalmente giungono alla loro meta, si prostrano davanti al Bambino, lo adorano, gli offrono i loro doni preziosi“. Dopo di che “si rimettono in cammino senza indugio per tornare nella loro terra. Ma quell’incontro li ha cambiati”. Hanno visto un re diverso, un re “che non è di questo mondo”, mite e umile, eppure indicato concordemente dagli astri e dalle Sacre Scritture. L’ incontro con Gesù, sottolinea il Papa, non trattiene i Magi, anzi, infonde in loro una nuova spinta per ritornare al loro paese, per raccontare ciò che hanno visto e la gioia che hanno provato. In questo, secondo Francescio, “c’è una dimostrazione dello stile di Dio, del suo modo di manifestarsi nella storia: l’esperienza di Dio non ci blocca, ma ci libera; non ci imprigiona, ma ci rimette in cammino, ci riconsegna ai luoghi consueti della nostra esistenza. I luoghi sono gli stessi, ma noi, dopo l’incontro con Gesù, non siamo quelli di prima”.

Per un'altra strada

L’evangelista Matteo sottolinea che i Magi fecero ritorno “per un’altra strada”. Essi sono condotti a cambiare strada dall’avvertimento dell’angelo, per non imbattersi in Erode e nelle sue trame di potere. “Noi possiamo intendere in modo più ampio l’espressione “per un’altra strada”: dopo che abbiamo incontrato o ritrovato il Signore in queste feste Natalizie, non possiamo più percorrere le stesse strade di prima- afferma Francesco-.- Ogni esperienza di incontro con Gesù ci induce ad intraprendere vie diverse, perché da Lui proviene una forza buona che risana il cuore e ci distacca dal male”. C’è una dinamica sapiente tra continuità e novità: si ritorna “al proprio paese”, ma “per un’altra via”. Questo indica che “siamo noi a dover cambiare, a trasformare il nostro modo di vivere pur nell’ambiente di sempre, a modificare i criteri di giudizio sulla realtà che ci circonda”.

Testimoni di Cristo

Il vero Dio, avverte il Papa, “non ci trattiene né si lascia trattenere da noi: ci apre vie di novità e di libertà”. I Magi, precisa Francesco, “non sapranno più nulla di quel Re nato a Betlemme, ma porteranno sempre nel cuore la novità e i frutti che l’incontro con Lui ha prodotto nella loro esistenza”. Perciò “chiediamo alla Vergine Santa che possiamo diventare testimoni di Cristo là dove siamo, con una vita nuova, trasformata dal suo amore”. Il Papa rivolge “un pensiero particolare ai fratelli delle Chiese Orientali, cattoliche e ortodosse, molti dei quali celebrano domani il Natale del Signore”. Per essi e per le loro comunità “auguriamo la luce e la pace di Cristo Salvatore”. Nel giorno dell’Epifania si celebra la Giornata Mondiale dell’Infanzia Missionaria: “È la festa dei bambini e dei ragazzi missionari che vivono la chiamata universale alla santità aiutando i loro coetanei più bisognosi, mediante la preghiera e i gesti di condivisione”.

Espressioni popolari

Il Pontefice rivolge il suo “cordiale benvenuto a tutti voi, romani e pellegrini”. Tra questi, saluta in particolare “quelli venuti dalla Corea del Sud e gli studenti dell’istituto francescano “Siena College” di New York; come pure il gruppo missionario di Biassono e i fedeli di Ferrara”. Un saluto speciale va “a quanti danno vita al corteo storico-folcloristico, ispirato alle tradizioni dell’Epifania e dedicato quest’anno al territorio di Allumiere e della Valle del Mignone”. E lo estende anche “al corteo dei Magi in numerose città e villaggi della Polonia“.  E conclude Jorge Mario Bergoglio: “Mi piace salutare tante belle espressioni popolari legate alla festa di oggi – penso alla Spagna, all’America Latina, alla Germania –, usanze che vanno mantenute nel loro genuino significato cristiano. A tutti auguro una buona festa. E per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”.