Papa: “La salvezza di Dio non la fa un decreto”

Per la seconda volta, Papa Francesco torna alla Cittadella della Carità. La prima volta risale al dicembre 2015, quando aprì la Porta della Carità all'Ostello “Don Luigi di Liegro” in via Marsala, a Roma. Oggi, in occasione delle celebrazioni del 40° anniversario di istituzione della Caritas nella Chiesa di Roma, il Pontefice vi fa ritorno, invitando gli operatori del centro a continuare nel loro imopegno. “Papa Francesco viene in casa nostra, o meglio in casa sua, per incontrare i nostri ospiti e magari, chissà, per darci le prospettive della Caritas dei prossimi 40 anni” ha detto don Benoni Ambarus all'Agensir

Quarant'anni di realtà

La Cittadella della Carità è composta da varie strutture. Nel Centro Odontoiatrico ci sono oltre 40 dentisti volontari che si occupano di circa 350 pazienti. Secondo quanto riporta Vatican News, soltanto nel 2018 sono state erogate 2.064 prestazioni sanitarie. Nel 2008, presso la stessa struttura è stato inaugurato l'Emporio della solidarietà, il primo supermercato gratuito nato in Italia. Durante il 2018, sono stati distribuiti prodotti alimentari per oltre 490 tonnellate, per un valore stimato di 770mila euro La Casa di Accoglienza “Santa Giacinta” ospita 82 persone in gravi condizioni di disagio socio-economiche.

Vulnerabilità

Vulnerabilità” è la parola che colpisce Papa Francesco: “Tutti siamo vulnerabili e per lavorare nella Caritas bisogna far carne nel cuore quella parola” ha dichiarato -. “Tutti lo siamo, anche Dio ha voluto farsi vulnerabile per noi e ha sofferto il non avere casa, l'essere perseguitato, l'essere povero” ha sottolineato il Pontefice. Per lui, riconoscere di essere è la necessaria premessa alla salvezza, che è un bisogno insito nell'uomo, “anche nei preti” ha ricordato. E specifica: “La salvezza Dio la fa non con un decreto”. Il Papa menziona l'Evangelii Gaudium, già ricordata da don Ben: “Tutti hanno bisogno di quell'intimità itinerante per camminare con Gesù. Abbiamo tutti questa carta d'identità e lo stesso nostro cognome è 'vulnerabili'”.

Essere pazzi 

Il Pontefice cita la parabola del buon samaritano per meditare sul fatto che Gesù citi la compassione, il “patire con”: “Io penso a quel locandiere che avrà detto: 'Ma questo è un pazzo'. Sì, la pazzia d'amore, pazzia di aiutare, di condividere la propria vulnerabilità coi vulnerabili”. Pazzi sono gli operatori, pazzi i preti e tutti coloro che s'impegnano presso l'Ostello di Via Marsala. A Francesco ha, infatti, colpito la testimonianza di Misericordia rappresentata da 40 anni di attività della Caritas, augurando che possa essere ancora coerente negli anni a venire.