Iraq, i frutti della missione di pace di Francesco nella dimora di Abramo

Decolla il progetto di erigere una chiesa a Ur dei Caldei. La spinta ecumenica per rilanciare i pellegrinaggi cristiani nell'area

Iraq
Foto © Vatican Media

Testimonianze di pace in Iraq. Prima una dozzina di esponenti di diverse Chiese cristiane provenienti da tutto il mondo hanno visitato Ur dei Caldei. E hanno pregato insieme alla dimora di Abramo. Un singolare atto ecclesiale e ecumenico per esprimere anche un auspicio. Quello di veder presto ripartire e crescere nell’area il flusso dei pellegrinaggi cristiani.

Testimoni di pace in Iraq

Una chiesa da far sorgere a Ur dei Caldei. Nel governatorato iracheno di Dhi Qar. Dotata anche di una sala per incontri. Utile ad accogliere in particolare i pellegrini cristiani. Che dall’Iraq e da tutto il mondo vorranno raggiungere un luogo sacro. Quello da dove è iniziato il viaggio del Profeta Abramo verso la Terra Promessa. E’ questo il progetto illustrato dall’agenzia missionaria vaticana Fides. E appena presentato al . DPatriarca caldeo Louis Raphael Sakoall’ingegnere caldeo Adour Ftouhi Boutros Katelma. Il cardinale Sako ha incoraggiato e benedetto l’iniziativa. Suggerendo di dedicare la chiesa a “Ibrahim al Khalil”. Abramo padre di tutti i credenti. E di intitolare la sala di incontri per i pellegrini al Papa. Francesco, lo scorso 6 marzo, ha visitato Ur dei Caldei durante il viaggio apostolico da lui compiuto in Iraq.iraq

Incontro

Durante l’incontro tra l’ingegner Boutros Katelma e il Patriarca Sako è emersa  un’importante notizia. Anche il primo ministro iracheno Mustafa al Kadhimi ha manifestato di approvare il progetto.  “In questa piazza, davanti alla dimora di Abramo nostro padre, sembra di tornare a casa”. Così, dopo essere stato ricevuto a Najaf dal Grande Ayatollah Ali al Sistani, Papa Francesco aveva iniziato il discorso  il 6 marzo 2021. Nella piana di Ur dei Caldei. In uno dei momenti chiave della sua visita apostolica in Iraq. Un evento, evidenzia Fides, condiviso da rappresentanti delle comunità di fede presenti nel Paese. Offerto come “segno di benedizione e di speranza per l’Iraq. Per il Medio Oriente. E per il mondo intero”. Nella fiducia che “il Cielo non si è stancato della Terra. Dio ama ogni popolo. Ogni sua figlia. E ogni suo figlio”.