Viaggio in Iraq, il videomessaggio del Papa: “Sarò pellegrino di pace”

Il Papa ha rivolto un particolare pensiero ai cristiani dell'Iraq, "testimoni di fede fra prove durissime". Sarà in Iraq dal 5 all'8marzo

Alla vigilia della sua partenza per Bagdad (in Iraq) Papa Francesco in un videomessaggio al popolo iracheno ha rivolto un particolare pensiero ai cristiani del Paese, “testimoni di fede fra prove durissime”.

Pellegrino di pace in Iraq

“Giungo tra voi come pellegrino di pace a ripetere: ‘voi siete tutti fratelli’. Vengo in cerca di fraternità animato dal desiderio di pregare e camminare insieme anche con i fratelli e sorelle di altre tradizioni religiose nel segno del padre Abramo che riunisce in un’unica famiglia musulmani, ebrei e cristiani”, ha detto il Ponterfice.

La carta di intenti tra cristiani e musulmani

“Continuare a servire e sostenere le persone esclusivamente sulla base delle loro necessità, rifiutando ogni forma di discriminazione, a rispettare i valori culturali e le convinzioni religiose degli altri; rifiutare ogni settarismo e proselitismo nelle nostre azioni e nelle nostre collaborazioni; rafforzare iniziative e approcci inclusivi che promuovano la coesione sociale; intensificare la collaborazione tra di noi al servizio dei bisognosi, mentre viviamo la nostra comune chiamata alla solidarietà”: è la carta di intenti sottoscritta da 29 organizzazioni di ispirazione religiosa – sia cristiana sia musulmana – che operano in Iraq e diffusa ieri, a due giorni dalla partenza di Papa Francesco per l’Iraq (5-8 marzo).

Tra i firmatari anche Caritas Iraq, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Ankawa Humanitarian Committee, Fondazione Avsi, Focsiv, Cnewa/Pontifical Mission, Islamic Relief Worldwide, Jesuit Refugee Service, Adyan Foundation e Assyrian Aid Society Iraq. Nel documento le organizzazioni firmatarie salutano con soddisfazione la visita di Papa Francesco nella terra di Abramo, padre di molti nella fede.

L’Iraqsi legge nel testo pervenuto al Sir – è la culla della civiltà e un bellissimo Paese di ricco diversità culturale e religiosa dove per secoli molte comunità etniche e religiose hanno vissuto fianco a fianco”.

I 29 firmatari ricordano l’ascesa dell’Isis, le guerre e l’instabilità che hanno danneggiato il tessuto sociale del Paese, così come le sfide che attendono l’Iraq. Tra queste “il milione e 200mila iracheni sfollati interni e i circa 4,8 milioni di rimpatriati, molti dei quali hanno un disperato bisogno di aiuto”.

Nel frattempo, “la crisi economica, aggravata dalla pandemia Covid-19, sta spingendo molti verso la povertà e privando il governo delle risorse necessarie per assistere il proprio popolo”. Le organizzazioni ribadiscono la loro adesione al messaggio di fraternità contenuto nella enciclica “Fratelli Tutti” di Papa Francesco e nel Documento di Abu Dhabi sulla fratellanza umana.

“Crediamo fermamente – scrivono – che rappresenti una via necessaria per guarire le ferite del passato e costruire un futuro per le diverse comunità del Paese. Lavoriamo in collaborazione con le autorità nazionali e locali per aiutare le comunità a riconciliarsi, a costruire la pace e rivendicare il loro diritto alla sicurezza, ai servizi e ai mezzi di sussistenza”.

Da qui l’esortazione alla comunità internazionale “a mantenere il suo impegno a sostenere il popolo iracheno affinché superi le sfide attuali, in vero spirito di fratellanza umana e solidarietà”.