Il messaggio ai giovani del Papa per la GMG che quest’anno si celebra il 24 novembre prossimo. Il tema scelto riguarda la speranza nel futuro: “Quanti sperano nel Signore camminano senza stancarsi”. “Vi invito a riscoprire il grande dono dell’Eucaristia!” e cita il beato Carlo Acutis, “un giovane che ha fatto dell’Eucaristia il suo appuntamento quotidiano più importante”.
Papa: “Guerra, fame e sfruttamento del creato generano disperazione”
“Viviamo tempi segnati da situazioni drammatiche, che generano disperazione e impediscono di guardare al futuro con animo sereno: la tragedia della guerra, le ingiustizie sociali, le disuguaglianze, la fame, lo sfruttamento dell’essere umano e del creato”. Lo scrive il Papa, nel messaggio per la Giornata mondiale della Gioventù, che quest’anno si celebra a livello diocesano il 24 novembre prossimo, sul tema: “Quanti sperano nel Signore camminano senza stancarsi (cfr Is 40,31)”. “Spesso a pagare il prezzo più alto siete proprio voi giovani, che avvertite l’incertezza del futuro e non intravedete sbocchi certi per i vostri sogni, rischiando così di vivere senza speranza, prigionieri della noia e della malinconia, talvolta trascinati nell’illusione della trasgressione e di realtà distruttive”, l’analisi di Francesco, che nel messaggio si sofferma su due aspetti del pellegrinaggio, alla vigilia del Giubileo: il camminare e la stanchezza.
“Pressioni sociali producono tristezza e vuoto attivismo”
“Guardare la vita dal balcone a voi giovani non può bastare”. A ribadirlo è il Papa, che nel messaggio per la prossima Gmg, che i celebra il 24 novembre a livello diocesano, si sofferma sulla vita come pellegrinaggio “verso Dio, nostra salvezza e pienezza di ogni bene”. “I traguardi, le conquiste e i successi lungo il percorso, se rimangono solo materiali, dopo un primo momento di soddisfazione ci lasciano ancora affamati, desiderosi di un senso più profondo”, il monito di Francesco, che definisce “normale” avvertire la stanchezza, dopo l’entusiasmo iniziale, e spiega come “in alcuni casi, a provocare ansia e fatica interiore sono le pressioni sociali, che spingono a raggiungere certi standard di successo negli studi, nel lavoro, nella vita personale”.
“Non rimanere nella propria comfort zone”
“Questo produce tristezza, mentre viviamo nell’affanno di un vuoto attivismo che ci porta a riempire le giornate di mille cose e, nonostante ciò, ad avere l’impressione di non riuscire a fare mai abbastanza e di non essere mai all’altezza”, l’analisi del Papa, secondo il quale “a questa stanchezza si unisce spesso la noia. Si tratta di quello stato di apatia e di insoddisfazione di chi non si mette in cammino, non si decide, non sceglie, non rischia mai, e preferisce rimanere nella propria comfort zone, chiuso in sé stesso, vedendo e giudicando il mondo da dietro uno schermo, senza mai sporcarsi le mani con i problemi, con gli altri, con la vita”. “Questo tipo di stanchezza è come un cemento nel quale sono immersi i nostri piedi, che alla fine si indurisce, si appesantisce, ci paralizza e ci impedisce di andare avanti”, il grido d’allarme di Francesco: “Preferisco la stanchezza di chi è in cammino che la noia di chi rimane fermo e senza voglia di camminare!”.
“La soluzione alla stanchezza è mettersi in cammino”
“La soluzione alla stanchezza, paradossalmente, non è restare fermi per riposare. È piuttosto mettersi in cammino e diventare pellegrini di speranza”. Ne è convinto il Papa, che nel messaggio per la Giornata mondiale della gioventù, che quest’anno si celebra a livello diocesano il 24 novembre, lancia ai giovani un invito: “Camminate nella speranza! La speranza vince ogni stanchezza, ogni crisi e ogni ansia, dandoci una motivazione forte per andare avanti, perché è un dono che riceviamo da Dio stesso: egli riempie di senso il nostro tempo, ci illumina nel cammino, ci indica la direzione e la meta della vita”. “Chi di voi ha partecipato a una gara sportiva – non da spettatore ma da protagonista – conosce bene la forza interiore che serve per raggiungere il traguardo”, l’esempio scelto da Francesco sulla scorta di San Paolo: “La speranza è proprio una forza nuova, che Dio infonde in noi, che ci permette di perseverare nella corsa, che ci fa avere uno sguardo lungo che va oltre le difficoltà del presente e ci indirizza verso una meta certa: la comunione con Dio e la pienezza della vita eterna. Se c’è un traguardo bello, se la vita non va verso il nulla, se niente di quanto sogno, progetto e realizzo andrà perduto, allora vale la pena di camminare e di sudare, di sopportare gli ostacoli e affrontare la stanchezza, perché la ricompensa finale è meravigliosa!”.
“Nei momenti di crisi vengono smascherate tante false speranze”
I tempi di crisi “non sono tempi persi o inutili, ma possono rivelarsi occasioni importanti di crescita. Sono i momenti di purificazione della speranza!“. Lo spiega il Papa, nel messaggio per la prossima Gmg, che si celebra a livello diocesano il 24 novembre. “Nel pellegrinaggio della vita ci saranno inevitabilmente sfide da affrontare”, osserva Francesco: anche per chi è credente, il pellegrinaggio della vita e il cammino verso una meta lontana rimangono comunque faticosi, come lo fu per il popolo d’Israele il viaggio nel deserto verso la Terra promessa. Così è per tutti voi. Anche per chi ha ricevuto il dono della fede, ci sono stati momenti felici in cui Dio è stato presente e lo avete sentito vicino, e altri momenti in cui avete sperimentato il deserto. Può succedere che all’entusiasmo iniziale nello studio o nel lavoro, oppure allo slancio di seguire Cristo – sia nel matrimonio, sia nel sacerdozio o nella vita consacrata – seguano momenti di crisi, che fanno sembrare la vita come un difficile cammino nel deserto”. Nei momenti di crisi, tuttavia, “vengono meno tante false speranze, quelle troppo piccole per il nostro cuore; esse vengono smascherate e, così, restiamo nudi con noi stessi e con le domande fondamentali della vita, oltre ogni illusione. E in quel momento, ciascuno di noi può chiedersi: su quali speranze appoggio la mia vita? Sono vere o sono illusioni?”. “In questi momenti, il Signore non ci abbandona; si fa vicino con la sua paternità e ci dona sempre il pane che rinvigorisce le nostre forze e ci rimette in cammino”, assicura il Papa.
“Riscoprite il grande dono dell’Eucaristia” e il Papa cita Carlo Acutis
“Vi invito a riscoprire il grande dono dell’Eucaristia!”. È l’invito del Papa, che nel messaggio per la prossima Gmg, in programma il 24 novembre a livello diocesano, cita il beato Carlo Acutis, “un giovane che ha fatto dell’Eucaristia il suo appuntamento quotidiano più importante”.” Nei momenti inevitabili di fatica del nostro pellegrinaggio in questo mondo, impariamo allora a riposare come Gesù e in Gesù”, l’esortazione di Francesco: “Egli, che raccomanda ai discepoli di riposare dopo essere ritornati dalla missione, riconosce il vostro bisogno di riposo del corpo, di tempo per il vostro svago, per godere della compagnia degli amici, per fare sport e anche per dormire. Ma c’è un riposo più profondo, il riposo dell’anima, che molti cercano e pochi trovano, che si trova solo in Cristo”. “Tutte le stanchezze interiori possono trovare sollievo nel Signore”, garantisce il Papa: “Quando la stanchezza del cammino vi appesantisce, tornate a Gesù, imparate a riposare in lui e a rimanere in lui, poiché quanti sperano nel Signore camminano senza stancarsi”.
Fonte: AgenSIR