Papa Francesco: “La pornografia è dannosa per i bambini e per gli adulti”

“Un problema nuovo e gravissimo, caratteristico del nostro tempo”. Di fronte al quale “si tratta di risvegliare la consapevolezza della gravità dei problemi, di fare leggi adeguate, di controllare gli sviluppi della tecnologia, di identificare le vittime e perseguire i colpevoli di crimini, di assistere i minori colpiti per riabilitarli, di aiutare gli educatori e le famiglie a svolgere il loro servizio, di essere creativi nell’educazione dei giovani a un adeguato uso di internet – che sia sano per loro stessi e per gli altri minori –, di sviluppare la sensibilità e la formazione morale, di continuare la ricerca scientifica in tutti i campi connessi con questa sfida”. Papa Francesco ha rivolto un lungo discorso ai partecipanti  al primo congresso mondiale dedicato a “La dignità del minore nel mondo digitale“, promosso e organizzato dal “Centre for Child Protection” presso la Pontificia Università Gregoriana. I lavori si sono conclusi con la “Dichiarazione di Roma”, presentata al Papa da Muireann O'Carroll, una ragazza irlandese di 16 anni, a nome dei minori del mondo.

Un mondo nuovo

Un argomento di estrema attualità e di grande delicatezza, di fronte al quale la Chiesa ha fatto tanti passi avanti ma che riguarda la società globalizzata nel suo insieme. Proteggere i minori è un compito che va fatto “con decisione e con vera passione – ha detto il Papa – guardando con tenerezza a tutti i bimbi che vengono al mondo, ogni giorno e sotto ogni cielo, bisognosi anzitutto di rispetto, ma anche di cura e di affetto per poter crescere in tutta la meravigliosa ricchezza delle loro potenzialità” perché l'uomo ha la più grande dignità possibile, quella di essere creato a immagine e somiglianza di Dio. Un problema che fino a poco tempo fa neppure esisteva: “Viviamo un mondo nuovo, che quando eravamo giovani non avremmo neppure potuto immaginare. Lo definiamo con due semplici parole – 'mondo digitale' ma è il frutto di uno straordinario impegno della scienza e della tecnica” che “sta trasformando in un certo senso il nostro stesso modo di pensare e di essere”.

I lati oscuri della rete

Il Papa si chiede se tali processi, che a volte hanno conseguenze negative, forse non volute ma reali, non stiano sfuggendo di mano, “se stiamo facendo abbastanza per tenerli sotto controllo. E’ questa la grande domanda esistenziale dell’umanità di oggi di fronte a diversi aspetti della crisi globale, che è insieme ambientale, sociale, economica, politica, morale e spirituale”. Il S. Padre ha ricordato che oltre 800 milioni di minori navigano in rete: “Che cosa trovano nella rete? – si è chiesto – E come sono considerati da chi, in diversi modi, ha potere sulla rete? Dobbiamo avere gli occhi aperti e non nasconderci una verità che è spiacevole e non vorremmo vedere. Del resto, non abbiamo forse capito abbastanza in questi anni che nascondere la realtà degli abusi sessuali è un errore gravissimo e fonte di tanti mali?”.  E li ha elencati: “La diffusione di immagini pornografiche sempre più estreme; il crescente fenomeno del sexting fra i giovani e le ragazze che usano i social media; il bullismo; la sextortionl’adescamento dei minori a scopo sessuale tramite la rete è ormai un fatto di cui le cronache parlano continuamente; per arrivare fino ai crimini più gravi e spaventosi dell’organizzazione online del traffico delle persone, della prostituzione, perfino dell’ordinazione e della visione in diretta di stupri e violenze su minori commessi in altre parti del mondo. La rete ha perciò un suo aspetto oscuro e delle sue regioni oscure (la dark net) dove il male trova modi sempre nuovi e più efficaci, pervasivi e capillari per agire”

Non prevalga la paura

Come reagire? Il Papa ha ammesso che “di fronte a tutto ciò restiamo certamente inorriditi. Ma purtroppo restiamo anche disorientati”. E di fronte a un fenomeno sempre più diffuso, grazie alla tecnologia, “nessuno al mondo, nessuna autorità nazionale da sola si sente capace di abbracciare adeguatamente e di controllare le dimensioni e lo sviluppo di questi fenomeni, che si intrecciano e si collegano con altri problemi drammatici connessi alla rete, come i traffici illeciti, la criminalità economica e finanziaria, il terrorismo internazionale. Anche dal punto di vista educativo ci sentiamo disorientati, perché la rapidità dello sviluppo mette 'fuori gioco' le generazioni più anziane”. Ma, ha aggiunto il Papa, “non dobbiamo lasciarci dominare dalla paura” mentre siamo “chiamati a mobilitarci insieme”. Una mobilitazione che tuttavia, per essere efficace, deve “contrastare decisamente alcuni possibili errori di prospettiva”. Il Papa ne ha indicati tre.

Non sottovalutare

“Il primo è sottovalutare il danno che viene fatto ai minori dai fenomeni prima ricordati” perché è ormai dimostrato “l’impatto profondo delle immagini violente e sessuali sulle menti malleabili dei bambini”. Ma il Papa ha aggiunto un'osservazione: “Giustamente si insiste sulla gravità di questi problemi per i minori, ma di riflesso si può sottovalutare o cercare di far dimenticare che esistono anche problemi per gli adulti e che il limite di distinzione fra la minore e la maggiore età è necessario per le normative giuridiche, ma non è sufficiente per affrontare le sfide, perché la diffusione della pornografia sempre più estrema e degli altri usi impropri della rete non solo causa disturbi, dipendenze e gravi danni anche fra gli adulti, ma incide effettivamente anche sull’immaginario dell’amore e sulle relazioni tra i sessi. E sarebbe una grave illusione pensare che una società in cui il consumo abnorme del sesso nella rete dilaga fra gli adulti sia poi capace di proteggere efficacemente i minori”.

Educazione e visione ideologica

Il secondo possibile errore è quello di “pensare che le soluzioni tecniche automatiche, i filtri” siano “sufficienti per fronteggiare i problemi”. Sono senza dubbio “misure necessarie” ma bisogna anche che “la forza dell’esigenza etica sia sentita dai suoi attori e protagonisti con molto maggiore urgenza, in tutta la sua ampiezza e nelle sue diverse implicazioni”. E qui il terzo aspetto problematico individuato dal Papa che “consiste nella visione ideologica e mitica della rete come regno della libertà senza limiti”. “La rete ha aperto uno spazio nuovo e larghissimo di libera espressione e scambio delle idee e delle informazioni. E’ certamente un bene, ma ha anche offerto strumenti nuovi per attività illecite orribili”.  Qui, ha sottolineato il Papa, “non si tratta di esercizio di libertà, ma di crimini, contro cui bisogna procedere con intelligenza e determinazione, allargando la collaborazione dei governi e delle forze dell’ordine a livello globale”.

L'impegno della Chiesa

Il Papa ha quindi ricordato l'impegno della Chiesa, divenuta sempre più consapevole “di non aver provveduto a sufficienza al proprio interno alla protezione dei minori: sono venuti alla luce fatti gravissimi di cui abbiamo dovuto riconoscere le responsabilità di fronte a Dio, alle vittime e alla pubblica opinione”. Ed ha ribadito il dovere di collaborare alla protezione dei minori. “In moltissime occasioni e in tanti Paesi diversi – ha concluso il Papa – i miei occhi incontrano quelli dei bambini, poveri e ricchi, sani e malati, gioiosi e sofferenti. Essere guardati dagli occhi dei bambini è un’esperienza che tutti conosciamo e che ci tocca fino in fondo al cuore, e che ci obbliga anche a un esame di coscienza. Che cosa facciamo noi perché questi bambini possano guardarci sorridendo e conservino uno sguardo limpido, ricco di fiducia e di speranza? Che cosa facciamo perché non venga rubata loro questa luce, perché questi occhi non vengano turbati e corrotti da ciò che incontreranno nella rete, che sarà parte integrante e importantissima del loro ambiente di vita? Lavoriamo dunque insieme per avere sempre il diritto, il coraggio e la gioia di guardare negli occhi i bambini del mondo”.