Papa Francesco in Duomo: “Le sfide vanno prese per le corna”

Folla festosa in attesa e severi controlli. L’immagine di Francesco sulla facciata del Duomo di Milano accoglie i fedeli che attendono il suo arrivo. Il Papa ha fatto dialogare una città “chiusa” per la paura degli attentati. Arriva in Duomo dalla periferia milanese per parlare con sacerdoti, seminaristi e religiosi, concludendo con la preghiera dell’Angelus davanti a circa 60mila fedeli. Il cardinale Angelo Scola, nel saluto al Papa, ricorda i fatti di Londra, “un travaglio, motivo di conversione ma aperto alla speranza” e ringrazia della modalità scelta per comunicare con Milano, il dialogo. Parla di un cambiamento epocale in corso, per cui affacciarsi al prossimo ed agli “ultimi” è motivo di pace.

In Duomo, il Papa incontra don Gabriele Gioia, presbitero, Roberto Crespi, diacono permanente e Suor Maria Paola Paganoni e risponde alle loro domande, che sono spunti di riflessione per tutti. A don Gabriele che si interroga sulle “scelte prioritarie che i religiosi devono affrontare per non perdere la gioia dell’evangelizzazione in una società complessa come quella milanese”, il Papa riprende l’Evangelii gaudium’, e parla apertamente di sfida. “Le sfide – dice- vanno prese per le corna come si fa col bue”. La fede deve vivere di sfide, che hanno ancora più significato in questa società, dove la cultura dell’abbondanza porta i giovani ad uno ‘zapping’ continuo ed a vivere in scenari virtuali”. La Chiesa è chiamata ad insegnare la ‘cultura della diversità ‘ nel “solco della scia tracciata dallo Spirito Santo, maestro della diversità, ma anche dell’unità. Pluralità ed unità arrivano infatti dallo Spirito Santo”. “La fede deve configurarsi all’interno dei processi umani senza ridursi ad essi, deve cogliere le differenze senza eliminarle”.

Al diacono Roberto Crespi, che vive la propria vocazione nella famiglia e nel lavoro, il Papa ricorda che “i diaconi non sono mezzi preti o mezzi laici, ma custodi del servizio nella Chiesa, dotati di proprio carisma proprio e dello strumento del discernimento, all’interno della vita familiare, suocera compresa!” A Suor Maria Paola Paganoni, Francesco ricorda il valore della “minorità” che normalmente si accompagna alla parola “rassegnazione”. Bisogna essere invece luce rischiaratrice del buio, sale e lievito, dosati al punto giusto perché la “massa “ cresca, perché ci sia quel condimento che tanto manca. Oggi la realtà chiama ad occupare spazi, più che a creare ed avviare processi”. Ed a quella “minoranza benedetta”, il Papa dice “andate e portate l’unzione di Cristo, perché quando si mette in mezzo al popolo Gesù non può che esserci gioia e speranza”. Al termine dell’incontro Papa Francesco ha donato al cardinale Scola ed alla città di Milano un calice. La diocesi ha ricambiato il dono al Papa con l’assegnazione di 50 abitazioni ristrutturate dalla Caritas ambrosiana per le famiglie bisognose.