Papa Bergoglio: “Il nostro vero nemico è il peccato”

“Nel momento della prova, Dio ci tende la mano, viene in nostro aiuto e ci libera dalle minacce dei nemici. Ma ricordiamoci che il nostro vero nemico è il peccato, e il Maligno che ci spinge ad esso”. Al termine della celebrazione eucaristica sul sagrato della basilica vaticana, Papa Francesco recita la preghiera mariana dell’Angelus nel giorno in cui la Chiesa celebra i Santi Apostoli Pietro e Paolo. Sotto un cielo a tratti nuvoloso, che non nasconde il caldo sole di giugno, in una piazza addobbata a festa e gremita di pellegrini, il Pontefice ricorda il sacramento della Penitenza, attraverso il quale si riceve “la grazia del perdono”. E, “liberati dai vincoli del male e alleggeriti dal peso dei nostri errori”, “possiamo continuare il nostro percorso di gioiosi annunciatori e testimoni del Vangelo“, proprio come i Santi patroni di Roma.

Le colonne della Chiesa

Bergoglio ricorda come “i Padri della Chiesa amavano paragonare i santi Apostoli Pietro e Paolo a due colonne, sulle quali poggia la costruzione visibile della Chiesa”. Con il loro martirio testimoniarono la loro fedeltà a Cristo, “la predicazione e il servizio alla nascente comunità cristiana”. Una testimonianza, ricorda il Pontefice, “messa in luce dalle Letture bibliche della liturgia odierna, che indicano il motivo per cui la loro fede, confessata e annunciata, è stata poi coronata con la prova suprema del martirio”.

La liberazione

Gli Atti degli Apostoli raccontano la prigionia e la liberazione di San Pietro. “Egli sperimentò l’avversione al Vangelo già a Gerusalemme, dove era stato rinchiuso in prigione dal re Erode”. Tuttavia, fa notare il Papa, “fu salvato in modo miracoloso e così poté portare a termine la sua missione evangelizzatrice, prima nella Terra Santa e poi a Roma, mettendo ogni sua energia al servizio della comunità cristiana”. Anche San Paolo “ha sperimentato ostilità dalle quali è stato liberato dal Signore“. Nelle città dove annunciava la risurrezione di Cristo, “incontrò forti resistenze sia da parte dei suoi correligionari che da parte delle autorità civili”.

Dio ci è sempre vicino

Queste due “liberazioni”, evidenzia Bergoglio, “rivelano il cammino comune dei due Apostoli, i quali furono mandati da Gesù ad annunciare la “Buona Novella” in ambienti difficili e in certi casi ostili”. Pietro e Paolo, con la loro vita, “dimostrano e dicono a noi, oggi, che il Signore è sempre al nostro fianco – ribadisce il Santo padre -, cammina con noi, non ci abbandona mai”. “Specialmente nel momento della prova, Dio ci tende la mano, viene in nostro aiuto e ci libera dalle minacce dei nemici“. Tuttavia, ammonisce, il nostro vero nemico è il peccato, e il Maligno che ci spinge ad esso”. Come gli Apostoli, “quando ci riconciliamo con Dio, nel Sacramento della Penitenza, siamo liberati dai vincoli del male e alleggeriti dal peso dei nostri errori”; così ciascun cristiano può continuare il suo gioioso percorso di annunciatore e testimone del Vangelo, “dimostrando che noi per primi abbiamo ricevuto misericordia”.

Il saluto ai Vescovi

Dopo la preghiera, il Papa saluta gli Arcivescovi Metropoliti nominati in quest’ultimo anno, provenienti da diversi Paesi, accorsi in Vaticano per ricevere il “pallio”, e i cinque nuovi porporati creati cardinali durante il concistoro di ieri, incoraggiandoli “a proseguire con gioia la loro missione al servizio del Vangelo, in comunione con tutta la Chiesa”. Il suo pensiero va poi agli Ortodossi, la cui delegazione è a Roma a nome del Patriarca Ecumenico, “il carissimo fratello Bartolomeo. Anche questa presenza è segno dei fraterni legami esistenti tra le nostre Chiese”.

Il saluto ai romani

Un saluto particolare ai fedeli di Roma, “nella festa dei santi Patroni della Città”. Ricordando gli eventi organizzati dalla Pro Loco della Capitale, cita la tradizionale Infiorata, realizzata da diversi artisti e dai volontari del Servizio Civile. A loro va il grazie del Pontefice “per le belle rappresentazioni floreali!“. Quindi ricorda anche lo spettacolo pirotecnico a Piazza del Popolo. Poi il suo tradizionale saluto: “A tutti auguro una buona festa. E per favore non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”.