Bahrein, Papa: “Chi è religioso con forza dice No alla bestemmia della guerra”

Il Papa in Bahrein (Fonte: Vatican News)

Il dialogo interreligioso è al centro della seconda giornata del viaggio apostolico di Papa Francesco in Bahrein. Questa mattina si recherà al Sakhyr Royal Palace per intervenire alle 10 ora locale (8 in Italia) al Bahrain Dialogue Forum East and West for Human Coexistence launched.

Il luogo del forum “Bahrain Dialogue Forum East and West for Human Coexistence launched”

Il programma di oggi

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Il discorso del Papa

“Mentre la maggior parte della popolazione mondiale si trova unita dalle stesse difficoltà, afflitta da gravi crisi alimentari, ecologiche e pandemiche, nonché da un’ingiustizia planetaria sempre più scandalosa, pochi potenti si concentrano in una lotta risoluta per interessi di parte, riesumando linguaggi obsoleti, ridisegnando zone d’influenza e blocchi contrapposti. Sembra così di assistere a uno scenario drammaticamente infantile”.

Le bandire del Bahrein (a sinistra) e dello Stato del Vaticano (a destra). Fonte: Vatican News

Lo ha detto Papa Francesco nel suo discorso alla chiusura del “Bahrain Forum for Dialogue East and West for Human Coexistence” ad Al-Fida’ Square presso il Sakhir Royal Palace. Al suo arrivo, il Papa è stato accolto dal Re del Bahrein, Hamad bin Isa bin Salman Al Khalifa, e dal Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad AlTayyeb. Insieme si sono recati nel giardino per la cerimonia dell’Albero della Pace.

Nel suo intervento – riportato dal Sir – il Pontefice ha ricordato che la parola Bahrein evoca “due mari”. “Acque del mare, che mettono in contatto le terre e in comunicazione le genti”, ha detto. Un punto di partenza per sottolineare come “eppure, viviamo tempi in cui l’umanità, connessa come mai prima, risulta molto più divisa che unita”.

“Oggi ci troviamo affacciati su due mari dal sapore opposto – ha osservato Papa Francesco -: da una parte il mare calmo e dolce della convivenza comune, dall’altra quello amaro dell’indifferenza, funestato da scontri e agitato da venti di guerra, con le sue onde distruttrici sempre più tumultuose, che rischiano di travolgere tutti. E, purtroppo, Oriente e Occidente assomigliano sempre più a due mari contrapposti. Noi, invece, siamo qui insieme perché intendiamo navigare nello stesso mare, scegliendo la rotta dell’incontro anziché quella dello scontro, la via del dialogo indicata da questo Forum”.

Il Papa in Bahrein per la chiusura del “Bahrain Forum for Dialogue East and West for Human Coexistence” ad Al-Fida’ Square (Fonte: Vatican News)

Dalle parole del Pontefice traspare un’altra consapevolezza: “Nel giardino dell’umanità, anziché curare l’insieme, si gioca con il fuoco, con missili e bombe, con armi che provocano pianto e morte, ricoprendo la casa comune di cenere e odio”.

“Desideriamo che le liti tra Oriente e Occidente si ricompongano per il bene di tutti, senza distrarre l’attenzione da un altro divario in costante e drammatica crescita, quello tra Nord e Sud del mondo”.

 “L’emergere dei conflitti non faccia perdere di vista le tragedie latenti dell’umanità – ha auspicato il Pontefice -, come la catastrofe delle disuguaglianze, per cui la maggior parte delle persone che popolano la Terra sperimenta un’ingiustizia senza precedenti, la vergognosa piaga della fame e la sventura dei cambiamenti climatici, segno della mancanza di cura verso la casa comune”.

Riconoscere i diritti delle donne: lo chiede il Papa parlando in Bahrein, un paese del Golfo, tra quelli che maggiormente ha garantito la libertà e i diritti, mentre sull’altra sponda del mare c’è l’Iran, dove la lotta delle donne per la libertà e la dignità è sotto i riflettori di tutto il mondo.

Il Pontefice invoca “il riconoscimento della donna in ambito pubblico: nell’istruzione, nel lavoro, nell’esercizio dei propri diritti sociali e politici. In questo, come in altri ambiti, l’educazione è la via per emanciparsi da retaggi storici e sociali contrari a quello spirito di solidarietà fraterna che deve caratterizzare chi adora Dio e ama il prossimo”.

Come anche, per il Papa, è necessaria “la tutela dei diritti fondamentali dei bambini, perché essi crescano istruiti, assistiti, accompagnati, non destinati a vivere nei morsi della fame e nei rimorsi della violenza. Educhiamo, ed educhiamoci, a guardare le crisi, i problemi, le guerre con gli occhi dei bambini: non è ingenuo buonismo, ma lungimirante sapienza, perché solo pensando a loro il progresso si specchierà nell’innocenza anziché nel profitto, e contribuirà a costruire un futuro a misura d’uomo”.

Papa Francesco ha indicato poi tre “sfide”: l’orazione, l’educazione e l’azione. L’orazione, perché “gli squilibri di cui soffre il mondo contemporaneo si collegano con quel più profondo squilibrio che è radicato nel cuore dell’uomo”, ha detto il Papa citando Gaudium et Spes. Quindi l’esigenza di “purificarci dall’egoismo, dalla chiusura, dall’autoreferenzialità, dalle falsità e dall’ingiustizia. Chi prega, riceve nel cuore la pace e non può che farsene testimone e messaggero”.

L’attenzione, quindi, all’educazione. “Dove mancano opportunità di istruzione aumentano gli estremismi e si radicano i fondamentalismi – ha aggiunto -. E, se l’ignoranza è nemica della pace, l’educazione è amica dello sviluppo, purché sia un’istruzione veramente degna dell’uomo”.

Infine, l’azione: chi è religioso “con forza dice ‘no’ alla bestemmia della guerra e all’uso della violenza. E traduce con coerenza, nella pratica, tali ‘no’. L’uomo religioso, l’uomo di pace, si oppone anche alla corsa al riarmo, agli affari della guerra, al mercato della morte. Non asseconda ‘alleanze contro qualcuno’, ma vie d’incontro con tutti: senza cedere a relativismi o sincretismi di sorta, persegue una sola strada, quella della fraternità, del dialogo, della pace”.

“Percorriamo, cari amici, questa via – è l’auspicio del Pontefice -: allarghiamo il cuore al fratello, avanziamo nel percorso di conoscenza reciproca. Stringiamo tra di noi legami più forti, senza doppiezze e senza paura, in nome del Creatore che ci ha posto insieme nel mondo quali custodi dei fratelli e delle sorelle. E, se diversi potenti trattano tra di loro per interessi, denaro e strategie di potere, dimostriamo che un’altra via d’incontro è possibile“.

Nelle parole del discorso del Papa, una consapevolezza: “La forza, le armi e il denaro non coloreranno mai di pace il futuro“. Quindi, l’invito a promuovere “iniziative concrete perché il cammino delle grandi religioni sia sempre più fattivo e costante, sia coscienza di pace per il mondo”. 

E l’appello, parlando a braccio, per “seri negoziati di pace in Ucraina. Troppe creature non trovano ancora abbastanza posto nelle agende dei potenti: poveri, nascituri, anziani, ammalati, migranti… – ha concluso il Papa -. Se noi, che crediamo nel Dio della misericordia, non prestiamo ascolto ai miseri e non diamo voce a chi non ha voce, chi lo farà? Stiamo dalla loro parte”.