Angelus, il Papa prega per la pace: “La guerra in Ucraina è sacrilega”

Nell'Angelus pronunciato da Malta, il Santo Padre lancia un nuovo appello alla pace e invita i giovani "a spendersi nell'amore verso il prossimo"

Papa Francesco Angelus Ucraina
Foto © Vatican Media

Ancora una preghiera per l’Ucraina, “sotto i bombardamenti di questa guerra sacrilega”. Nell’Angelus domenicale, recitato dall’isola di Malta, Papa Francesco rivolge un nuovo pensiero alla popolazione ucraina, stretta nella morsa dell’invasione russa. Un invito, quello rivolto ai fedeli maltesi, a pregare per la pace, affinché la sofferenza di una terra martoriata possa essere alleviata. Il Santo Padre, che nella prima giornata del suo viaggio apostolico aveva aperto alla possibilità di un viaggio a Kiev, ha definito quella che ci minaccia “un’aggressività infantile e distruttiva”, che lascia incombere sul mondo l’ombra di una guerra fredda allargata.

L’appello del Papa ai giovani

Una preghiera che risuona assieme all’invito, rivolto soprattutto ai giovani, a vivere la gioia di spendersi nell’amore. Un atteggiamento in grado di illuminare le nostre vite, “la cosa più bella del mondo”, l’unica davvero capace di renderci liberi. “Vi auguro la bellezza di innamorarvi di Gesù, che è Dio della misericordia – lo abbiamo sentito oggi nel Vangelo –, che crede in voi, sogna con voi, ama le vostre vite e non vi deluderà mai. E per andare avanti sempre con Gesù anche con la famiglia, con il popolo di Dio, non dimenticatevi delle radici. Parlate con i vecchi, parlate con i nonni, parlate con gli anziani!

Momenti, parole e volti

Non stancarsi di pregare né di aiutare chi soffre. Un pensiero che il Papa rivolge alla popolazione dell’Ucraina ma anche ai tanti contesti di sofferenza che affliggono il mondo della nostra epoca. L’incontro con i migranti chiuderà il viaggio apostolico del Pontefice, che lascerà Malta portando nel cuore “momenti, parole e volti… In queste isole si respira il senso del Popolo di Dio. Andate avanti così, ricordando che la fede cresce nella gioia e si rafforza nel dono”.