Papa ai giornalisti: “Il grande nemico del funzionare bene è il funzionalismo”

Questa mattina, Papa Francesco si è recato in auto a Palazzo Pio per la visita al Dicastero per la Comunicazione in occasione dei 160 anni de L’Osservatore Romano e dei 90 anni della Radio Vaticana.

Al suo arrivo – informa la Sala Stampa della Santa Sede – Papa Francesco è stato accolto dal prefetto del Dicastero, Paolo Ruffini, e dal segretario del medesimo Dicastero, mons. Lucio Adriàn Ruiz.

Nell’Atrio, il Santo Padre ha salutato i direttori del Dicastero e 8 redattori provenienti da diversi continenti. Successivamente, in ascensore, il Santo Padre è salito al secondo piano e ha visitato la Direzione editoriale, la Direzione de “L’Osservatore Romano” e la Cappella dove ha letto la Preghiera per le Comunicazioni sociali e recitato l’Ave Maria. Dopo il momento di preghiera, in ascensore, il Papa è salito al quarto piano e dalla Regia 9 della Radio Vaticana ha rivolto in diretta un saluto agli ascoltatori.

Quindi, al primo piano ha visitato l’Open space e subito dopo si è recato in Sala Marconi. Dopo il saluto introduttivo di Ruffini, il Santo Padre ha rivolto alcune parole ai redattori presenti. Al termine della visita, il Papa ha lasciato Palazzo Pio e ha fatto rientro in Vaticano.

Le parole del Papa ai redattori: “Grazie del vostro lavoro”

“Grazie a voi per il vostro lavoro, per quello che fate”, le parole del Papa nella diretta radiofonica: “Io ho soltanto una preoccupazione – ci sono tanti motivi di preoccuparsi per la Radio, per l’Osservatore – ma una che a me tocca tanto il cuore: quanti ascoltano la Radio, e quanti leggono l’Osservatore Romano? Perché il nostro lavoro è per arrivare alla gente: che quello che si lavora qui, che è bello, è grande, è faticoso, arrivi alla gente, sia con le traduzioni, sia anche con le onde corte… La domanda che voi vi dovete fare è: ‘Quanti? A quanti arriva?’, perché c’è il pericolo – per tutte le organizzazioni – il pericolo di una bella organizzazione, un bel lavoro, ma che non arrivi dove deve arrivare… Un po’ come il racconto del parto del topo: la montagna che partorisce il topolino… Tutti i giorni fatevi questa domanda: a quanta gente arriviamo? A quanti arriva il messaggio di Gesù tramite ‘L’Osservatore Romano’? Questo è molto importante, molto importante!”.

“Sono contento, vi ho visti tutti insieme, qui. Ho visto questo Palazzo ben sistemato, e questo mi piace”, ha proseguito il Papa: “L’unità del lavoro… Il problema è che questo sistema così grande e complicato funzioni”.

A questo proposito, Francesco ha raccontato un aneddoto: “Mi viene in mente un’abitudine in Argentina, quando qualcuno era nominato a una carica importante, la prima cosa che faceva era andare da Nordiska, una ditta per fare gli ambienti, senza guardare la sua scrivania, il suo studio, mandava a fare tutto nuovo, tutto perfetto, bello. La prima decisione che prendeva quel ministro, quel funzionario. Poi, non funzionava”.

Papa: “Il grande nemico del funzionare bene è il funzionalismo”

“L’importante è che tutta questa bellezza, tutta questa organizzazione funzioni”, la tesi del Papa: “Funzionare è andare, camminare… Il grande nemico del funzionare bene è il funzionalismo. Per esempio, io sono capo di una sezione, sono il segretario di quella sezione, il capo. Ma ho sette sotto-segretari. Sempre tutto bene, bene. Qualcuno ha una difficoltà, va dal sottosegretario che deve risolvere, che dice: ‘Aspetta un attimo, poi ti rispondo’. Prende e chiama il segretario… Cioè: non servono. Incapaci di decidere, incapaci di mettere il proprio. Il funzionalismo è letale. Addormenta un’istituzione e la uccide”.

“State attenti a non cadere in questo”, il monito di Francesco: “Non importa quanti posti ci sono, se quello studio è bello o non è bello. Importa che funzioni, che sia funzionale, e non vittima del funzionalismo. State bene attenti, bene attenti a questo. E quando una cosa è funzionale, aiuta la creatività”.

“Il vostro lavoro dev’essere creativo, sempre, e andare oltre, oltre, oltre: creativo”, la raccomandazione di Francesco: “Questo si chiama funzionare. Ma se un lavoro è troppo bene ordinato, alla fine finisce ingabbiato e non aiuta. Questa è l’unica cosa che, vedendo una organizzazione così bella, così ben fatta, vedendovi tutti insieme, mi viene di dire: state attenti! Niente funzionalismo. Sì, funzionale al lavoro, quello che dovete fare. E perché una struttura sia funzionale, bisogna che ognuno abbia la libertà sufficiente per funzionare. Che abbia la capacità di rischiare e non andare a chiedere permesso, permesso, permesso…: questo paralizza. Funzionale, non funzionalistico. Capito? Avanti e coraggio. Grazie!”.