Pakistan, una speranza cristiana alla fine della detenzione

In Pakistan l'arcidiocesi di Lahore sostiene gli ex detenuti cristiani per la creazione di imprese

detenuti

In Pakistan la Chiesa si mobilita per supportare i cristiani nella creazione di una propria attività di impresa. Monsignor Sebastian Francis Shaw, arcivescovo di Lahore ne ha parlato in un incontro che si è svolto nella chiesa cattolica di San Giovanni a Youhanabad. “Hanno sofferto molto negli ultimi cinque anni- spiega il presule a Fides-. Abbiamo preso questa iniziativa per fare in modo che 42 ex detenuti innocenti possano gestire una nuova attività economica per sostenere le loro famiglie. E non dipendere da nessuno“.Pakistan

Vivere con dignità in Pakistan

Afferma l’arcivescovo di Lahore rivolgendosi ai fedeli: “Questo è un regalo di Natale per tutti voi. Per restituire stabilità alla vostra vita e viverla con dignità. Preghiamo per il vostro bene e invochiamo le benedizioni di Dio per le vostre famiglie”. L’arcivescovo ha anche ringraziato il governo pakistano e Ijaz Alam Augustine, ministro per i diritti umani e gli affari religiosi nella provincia del Punjab. Per la loro cooperazione e il sostegno nel rilasciare 42 prigionieri cristiani accusati di aver partecipato a scontri e rivolte. Dopo gli attentati suicidi che colpirono due chiese a Lahore a marzo 2015.

Sostegno

Ai partecipanti all’incontro in chiesa l’arcivescovo Shaw ha detto: “Vogliamo sostenervi pienamente e desideriamo vedervi impegnati in un’attività fiorente. Perché possiate vivere una vita felice”. E’ intervenuto anche padre Francis Gulzar, vicario generale dell’arcidiocesi di Lahore e parroco della chiesa cattolica di St. John “Aiutarli nell’avviare una impresa economica personale è la strada migliore- sottolinea-. Abbiamo consegnato dei rickshaw (mezzi di trasporto) a dieci persone. Ad altri motociclette con un carretto“.

Aiutato anche un musulmano

Aggiunge padre Francis Gulzar: “Altri ancora hanno avuto un sostegno per aprire un’attività commerciale. Come un negozio di alimentari, una attività di ristorazione. O un negozio di decorazione e vendita di tende e tappeti, uno spaccio di materiali per l’edilizia. Tra le persone beneficiate c’è anche un ex prigioniero musulmano, che era in carcere con loro”.