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Padre Perrella: “Ecco qual è la profezia di Maria Assunta”

Il migliore atto di devozione a Maria, che io amo più della mia vita, è dare informazioni dottrinali giuste e validate dall'insegnamento della Chiesa, non opinioni personali”. E' quanto ha affermato Padre Salvatore Maria Perrella, professore di dogmatica e mariologia alla Facoltà Teologica Marianum e professore di teologia alla facoltà di medicina Agostino Gemelli in un'intervista a In Terris, durante la quale, padre Perrella spiega quali sono i dogmi mariani, la visione che hanno le altre confessioni di Maria e come il popolo vive la sua devozione alla Madre di Gesù.

L'Assunzione della Beata Vergine Maria

Il 15 agosto la Chiesa festeggia l'Assunzione di Maria in Cielo – nelle Chiese Orientali la “dormitio Virginis” – riconosciuta come dogma della fede il primo novembre del 1950 con la Costituzione apostolica Munificentissimus Deus di Papa Pio XII: la vergine Maria completato il corso della sua vita terrena fu assunta in cielo anima e corpo. Il dogma di Pio XII non definisce se l'assunzione sia stata preceduta da sonno profondo o morte naturale (Dormitio Virginis intende sia un sonno che la morte naturale) oppure no, pertanto la Dormizione di Maria non è oggetto di dogma nella Chiesa Cattolica

Il primo scritto attendibile che narra dell’Assunzione di Maria Vergine in Cielo, come la tradizione fino ad allora aveva tramandato oralmente, reca la firma del Vescovo san Gregorio di Tours (538 ca.- 594), storico e agiografo gallo-romano: “Infine, quando la beata Vergine, avendo completato il corso della sua esistenza terrena, stava per essere chiamata da questo mondo, tutti gli apostoli, provenienti dalle loro differenti regioni, si riunirono nella sua casa. Quando sentirono che essa stava per lasciare il mondo, vegliarono insieme con lei. Ma ecco che il Signore Gesù venne con i suoi angeli e, presa la sua anima, la consegnò all’arcangelo Michele e si allontanò. All’alba gli apostoli sollevarono il suo corpo su un giaciglio, lo deposero su un sepolcro e lo custodirono, in attesa della venuta del Signore. Ed ecco che per la seconda volta il Signore si presentò a loro, ordinò che il sacro corpo fosse preso e portato in Paradiso“.

L'intervista

Che significato ha la festa di Maria Assunta in cielo nella Chiesa Cattolica e in quella Ortodossa?
“Il fatto è unico. La chiesa cattolica e quelle ortodosse venerano il 15 agosto l'assunzione, o la “dormizione” per gli orientali, di Maria al cielo, in anima e corpo. Colei che è la santa, l'immacolata, non ha conosciuto la corruzione del sepolcro. Questo significa che Maria è morta – come ha dichiarato in una bella catechesi San Giovanni Paolo II – però la sua morte non è dovuta al peccato, ma è dovuta alla duplice condizione, primo di creatura umana – ogni essere umano è soggetto alla morte e anche il Signore Gesù ha dovuto subire la morte per ridare a noi la vita – secondo, Maria è morta anche per solidarietà con noi, e per essere solidale con Cristo crocifisso, morto e risorto”.

Un settimanale americano ha definito Maria la donna più potente del mondo. E' davvero così?
“Noi dobbiamo stare attenti con ciò che scrivono i mass media, soprattutto se sono statunitensi. La potenza di Maria sta nella sua potente intercessione e nel grande simbolo di donna di fede e del cielo che possiede da ormai due millenni. questo il popolo cristiano, nella sua diversità, lo comprende, lo apprezza e cerca sempre la sua protezione, basta pensare alla preghiera antica “Sub tuum praesidium” (sotto la tua protezione cerchiamo rifugio). In questo sta la potenza di Maria”. 

Maria, giovane donna ebrea, è venerata anche dai musulmani. La devozione mariana può essere un ponte tra le religioni?
“L'Islam venera Maria come la madre del profeta Gesù e come la perfetta vergine, la grande credente, tant'è vero che nel Corano si afferma che Dio ha punito gli empi che proferiscono bestemmie sul conto della verginità di Maria. Lei è fedele, è la credente e potente madre di Gesù. Per quanto riguarda la pietà mariana, la devozione mariana, può essere anche motivo di disaccordo, pensiamo ai protestanti che ritengono eccessiva la venerazione a Maria perché “soli Deo gloria”. Il cattolicesimo, insieme all'ortodossia, ritiene invece di no: Maria è la benedetta, la salvata, la deificata, ed è quindi doveroso dai parte dei credenti venerarla, perché facendolo si venera il decreto di santità che Dio ha disposto e predisposto per la madre del suo figlio”. 

Da Fatima a Lourdes a Medjugorje, qual è il filo comune che unisce le rivelazioni mariane?
“Non c'è nessun filo rosso tra le apparizioni, questo è bene che si dica con chiarezza. Ogni apparizione mariana ha un suo motivo, una sua storia. L'unico collegamento che si può fare è che Dio permette che la migliore messaggera del Suo Regno possa apparire in un determinato luogo, dare se è il caso alcuni messaggi, che poi sono sempre gli stessi perché Maria non può superare il Vangelo ed è sempre nell'ottica dell'evangelo. Quando diciamo Lourdes, noi parliamo del 1854, in un determinato Paese, la Francia, in una determinata epoca, non dimentichiamo che l'800 è l'epoca degli splendori post-razionalisti, ma anche delle miserie della ragione ed anche il secolo dell'umiltà. Non è un caso che proprio l'Ottocento è il secolo che ha visto più apparizioni mariane nel mondo. Per quanto riguarda Fatima, e mi sento di dare ragione al cardinale Bertone, è la più profetica delle apparizioni. Però quando noi parliamo di profezia in questi contesti stiamo attenti a non scadere nella superstizione. La profezia di Maria è sempre la stessa: lodare il Signore, vivere il Vangelo che significa riscattare il tempo da ciò che è contro il Vangelo e Dio. Maria è ripetitiva, ma la sua ripetitività è la sua alta scuola di cristianesimo”. 

Maria nel Vangelo parla pochissimo, perché è così loquace nelle apparizioni?
“La domanda la accetto, ma dobbiamo scindere le cose. Una cosa sono le parole che Maria ha detto e sono state trasmesse nei Vangeli, un'altra cosa sono i messaggi. Sono due cose assolutamente diverse. Il Vangelo non è il libro della storia di Maria, ma è il libro della Parola di Dio dove troviamo realtà, testi che ci trasmettono parole, gesti, significati, che la Chiesa delle origini ha attribuito alla madre del Signore”. 

Quali sono i dogmi mariani?
“I dogmi mariani si dividono in due settori. I cosiddetti dogmi mariani del primo millennio che non sono direttamente mariani, ma sono di natura cristologica, nel senso che Maria Madre di Dio Theotokos, Maria sempre vergine, non sono nient'altro che un'approfondimento della dottrina su Cristo, vero Dio e vero uomo. Maria madre di Dio secondo la carne è nient'altro che la manifestazione di una realtà di un ministero che la Chiesa ha visto sin dagli inizi ha visto in Maria. Quindi madre di Dio è epifania della maternità divina di Maria. La verginità di Maria è segno che il Messia nato da lei è veramente colui che è venuto per opera e virtù dello Spirito ed è atteso dalle genti e profetizzato dall'Antico Testamento. Gli altri due dogmi, i cosiddetti moderni, l'Immacolata e l'assunzione, fanno parte dell'approfondimento antropologico della Chiesa che, riconoscendo in Maria colei che è stata resa bella dalla grazia di Dio contro il peccato originale, vede la santità originale di tutti gli uomini e le donne creati da Dio. Lui non ha creato persone malposte, ma è stato il peccato dell'uomo che ha sfigurato la bellezza della creazione che Maria ricapitola e risignifica nella sua persona. Così l'assunzione. Ma che cosa è? Si tratta della conformazione della madre di Gesù alla glorificazione del figlio. Maria è stata glorificata per la sua fede, per la sua santità, per la sua obbedienza al disegno di Dio. E quindi è un anticipo per noi, che moriremo ma vediamo in lei un segno di sicura speranza e consolazione. Dove Maria si trova nel cuore di Dio, lì ci troveremo anche noi per grazia di Dio”. 

L'ecumenismo trae beneficio o ostacolo nella centralità di Maria nel cattolicesimo?
“Maria non è il centro della fede, ma nella fede è centrale. Basta prendere il Vangelo di Matteo che dice: 'Entrati nella casa videro il bambino e sua madre e prostratisi lo adorarono'. Quindi entrare nella casa che è la fede, significa inevitabilmente incontrare il bambino e sua madre: il primo è il centro, Cristo è l'autore e il perfezionatore della nostra fede; Maria è colei che è sede, madre e serva di questa sapienza, increata, che nella pienezza del tempo divenne, per opera dello Spirito, uno di noi e per noi”. 

Gli ultimi pontificati sono tutti mariani per la forte devozione dei pontefici a Maria, pensa che verrà proclamata prima o poi corredentrice dell'umanità come pensava di fare Giovanni Paolo II?
“No, questo non è vero. Data la mia esperienza di lavoro in Vaticano, posso dire che la Chiesa non è favorevole al dogma di Maria corredentrice, mediatrice, avvocata. Giovanni Paolo II nella Redemptoris Mater, ai numeri 38-41 ci ha lasciato una sua teologia non sulla corredenzione, ma sulla mediazione materna di Maria in Cristo, con Cristo, per mezzo di Cristo. Tant'è vero che nel suo magistero autorevole, Giovanni Paolo II non ha mai utilizzato l'espressione corredentrice che non è sbagliata in sé, ma presa isolatamente potrebbe veicolare l'idea della necessità di Maria ad essere socia del Redentore. La Lumen gentium, al numero 60, chiaramente insegna che la cooperazione salvifica di Maria non è necessaria ma nasce dalla volontà di Dio. E' bene fare chiarezza su queste cose. Il migliore atto di devozione a Maria, che io amo più della mia vita, è dare informazioni dottrinali giuste e validate dall'insegnamento della Chiesa, non opinioni personali”. 

Come le persone sentono e manifestano la devozione verso Maria oggi? E' cambiata nel corso degli anni?
“Il popolo è sempre variabile nelle sue forme e nei sui atteggiamenti, però va detto che ama, ricorre e accoglie Maria. La difficoltà in tutto il popolo cristiano, compresi i sacerdoti, sta nell'imitare – come insegnano il Concilio Vaticano II, Papa Giovanni Paolo II, Papa Benedetto XVI e Papa Francesco – la fede, la speranza, la carità, la sobrietà di Maria. Questa è la sfida del cattolicesimo, perché anche a livello ecumenico se noi presentiamo un culto e una devozione mariana, come accoglienza della 'benedetta fra le donne' e come sprone a imitare le virtù evangeliche di Maria come insegna Paolo VI nella Marialis cultus, sarebbe molto più facile tra le chiese cristiane trovare dei punti di contatto e condivisione su un tema così delicato come quello alla venerazione alla Madre di Gesù”. 

Manuela Petrini

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