Padre Maccalli è ancora vivo

terrorismo

Sembrano esserci novità sul rapimento di padre Pierluigi Maccalli, il missionario della Sma rapito alcuni giorni fa in Niger. Il sacerdote sarebbe ancora vivo secondo quanto viene riportato da “Il Nuovo Torrazzo”, il giornale cremasco della diocesi originaria del religioso.

Parla la polizia

Da quanto si legge, il vescovo di Niamey, monsignor Laurent Djalwana Lompo, avrebbe avuto rassicurazioni da parte dei dirigenti della polizia locale sul fatto che padre Maccalli sia ancora vivo. Secondo il presule, le forze dell'ordine nigerine, molto esperte su questi casi, avrebbero fatto capire che si tratterebbe di un rapimento a scopo di riscatto. Infatti, la zona coinvolta non è nuova a simili episodi: in precedenza erano stati sequestrati due volontari, uno statunitense e l'altro tedesco, ancora nelle mani dei rapitori e per il cui rilascio si sta trattando. In virtù della loro esperienza, i militari nigerini hanno consigliato al vescovo di prepararsi ad una lunga attesa prima che i sequestratori si facciano vivi con la richiesta di riscatto

Il profilo dei rapitori

Cominciano ad essere fatte anche le prime ipotesi sull'identità dei rapitori del religioso. Potrebbe trattarsi, infatti, di un gruppo appartenente all'etnia Peul, dove è forte la radicalizzazione islamica, perchè poco dopo l'irruzione nell'abitazione di padre Maccalli, anche le suore Francescane di Maria della stessa parrocchia hanno subito un raid nella loro struttura ma sono riuscite a nascondersi, evitando così la sorte del sacerdote. Proprio la testimonianza di queste religiose è stata fondamentale per cercare di risalire al profilo del gruppo di rapitori: durante l'irruzione nella loro casa, infatti, le suore hanno potuto ascoltare un dialogo in idioma fulfulbe, la lingua parlata dall'etnia Peul.

Il racconto del testimone

Nel frattempo padre John Dass, il missionario indiano che si trovava nella stessa abitazione al momento dell'irruzione ed è riuscito a salvarsi nascondendosi in un'altra stanza, ha fornito la descrizione dei momenti del rapimento. Nell'intervista concessa a “Vatican News”, il sacerdote, ancora molto scosso, ha raccontato: “I rapitori sono arrivati intorno alle 9.45 e le 10 (di sera). Dopo che avevo spento la luce, sono entrati e hanno bussato alla sua porta. E normalmente, quando qualcuno arriva tardi, padre Pierluigi gli apre, gli dà le medicine, perché noi abbiamo una farmacia. Quindi, quando la gente viene, anche tardi, lui dà le medicine. Ha aperto la porta, ha visto queste persone con i fucili che lo hanno trascinato fuori e l’hanno portato via con la forza, mentre sparavano in aria“.