Pacifici scrive a Renzi: serve una legge contro il negazionismo

Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica a Roma, ha inviato una lettera a Renzi per sollecitare l’introduzione del reato di Negazionismo. Il 16 ottobre scorso – in ricorrenza del rastrellamento degli ebrei a Roma – il premier Renzi aveva inviato una lettera a Pacifici con l’intento di sottolineare l’importanza di “contrastare il Negazionismo e i Negazionisti”. “L’Italia, con circa nove anni di ritardo, si sta avviando a recepire il protocollo europeo di Budapest del 2003 in cui si invitavano i Paesi membri ad attivare leggi repressive per quel genere di reati – attacca Pacifici – La Commissione Giustizia del Senato ha licenziato un buon testo, frutto di un lavoro approfondito svolto, tra l’altro, con dedizione e passione da tutti i suoi componenti. Quel testo, ad oggi, non e’ mai arrivato in aula al Senato nonostante gli sforzi del Presidente Grasso”.

Nella sua lettera il presidente della comunità ebraica porta all’attenzione di Renzi due processi che si stanno svolgendo in questi giorni in Italia: quello al Movimento Militia che rivendicò la responsabilità ideologica e materiale delle scritte razziste e antisemite che apparvero su alcuni muri di Roma e il processo “Stormfront 3” – un sito dove venne pubblicata una “black list” di ebrei italiani appartenenti a mondo della cultura, dell’informazione, della televisione e della politica, poi reso inaccessibile dall’Italia – che tra pochi giorni arriverà in aula. Secondo Pacifici l’unica e vera risposta che si può dare a queste situazioni è “ la votazione in Aula del testo licenziato dalla Commissione Giustizia, che introduce il reato di Cybercrime e di Negazionismo. In questo modo anche l’Italia, come avviene in altre 14 nazioni europee, avrebbe la sua legge contro chi nega la Shoah”. E secondo Pacifici è proprio questo ciò che le comunità ebraiche italiane chiedono, cioè che ci sia un intervento da parte del Premier Renzi per far sì che il voto venga messo a calendario al più presto, cosicché “ignominie come quella della negazione della Shoah vengano combattute e represse”.

“Lo dobbiamo alle vittime e ai sopravvissuti alla Shoah. Lo dobbiamo soprattutto ai nostri figli. A quelle giovani generazioni a cui vogliamo consegnare un futuro costruito su una Memoria solida. E’ troppo alto il rischio di far cadere il ricordo di ciò che è stato nell’oblio, a causa della inevitabile scomparsa di coloro che, con fatica e sofferenza, ci hanno regalato la loro testimonianza educandoci ai valori dell’antifascismo e del rispetto della dignità di ogni essere umano. Dobbiamo impegnarci fino in fondo affinché ciò che è successo non si ripeta mai più. In nessun luogo. In nessun tempo”, conclude Pacifici.