Oggi il Papa firma il documento per l’eliminazione della tratta

Il 2 dicembre è la giornata internazionale per l’abolizione della schiavitù, anniversario dell’approvazione, da parte delle Nazioni Unite, della repressione del traffico di persone e dello sfruttamento della prostituzione altrui. Per l’occasione Papa Francesco firma insieme ai rappresentanti di altre religioni mondiali, tra cui ortodossi, buddisti, indù, ebrei e musulmani, una dichiarazione comune per l’impegno delle fedi all’eliminazione entro il 2020 della schiavitù moderna e della tratta di esseri umani. La cerimonia ha luogo alle 11.15 nella Casina Pio IV, in Vaticano, sede della Pontificia Accademia delle Scienze.

Questo accordo senza precedenti tra i leader delle principali confessioni religiose inaugura la nuova Rete Mondiale per la Libertà (Global Freedom Network) che ha come partner principale la Walk Free Foundation, l’Organizzazione non governativa che ha recentemente pubblicato il “Global Slavery Index”, uno studio che ha registrato nel 2014 più di 38,5 milioni di “moderni schiavi” nel mondo a cui corrisponde un business che supera i 150 miliardi di dollari. Dalla ricerca risulta che cinque paesi ospitano il 61% della schiavitù totale, nonostante siano ben 167 i paesi analizzati, Italia compresa. In vetta alla classifica l’India con circa ben 14 milioni e 290 mila persone schiavizzate, seguita dalla Cina con 3,24 milioni, il Pakistan con circa 2 milioni, Uzbekistan 1,2 milioni, e la Russia 1,05 milioni. Mentre la Mauritania è prima per percentuale di abitanti in schiavitù, pari al 4%.

Nella dichiarazione comune, il Papa e gli altri esponenti religiosi sottolineano che le “schiavitù moderne” come il traffico di esseri umani, il lavoro forzato, la prostituzione, il traffico di organi, e qualsiasi rapporto che non rispetta il principio fondamentale che tutti gli uomini sono uguali e hanno la stessa libertà e dignità, sono crimini contro l’umanità, e devono essere riconosciuti come tali da tutti e da tutte le nazioni. Essi affermano il loro impegno comune a ispirare l’azione spirituale e pratica per tutte le fedi e le persone di buona volontà per sradicare la schiavitù.

I firmatari sono: per la Chiesa cattolica papa Francesco; per gli anglicani l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby; un rappresentante indù e due buddisti, tra cui il sommo sacerdote della Malaysia; per l’ebraismo il rabbino capo David Rosen e il rabbino Abraham Skorka; per gli ortodossi, in rappresentanza del patriarca ecumenico Bartolomeo I, il metropolita Emmanuel di Francia; per i musulmani, il sottosegretario di Al-Azhar Abbas Abdalla Abbas Soliman in rappresentanza del grande imam Mohamed Ahmed El-Tayeb, e i grandi Ayatollah Mohammad Taqi al-Modarresi e Sheikh Basheer Hussain al Najafi (quest’ultimo rappresentato dal consigliere speciale Sheikh Naziyah Razzaq Jaafar), oltre all’argentino Sheikh Omar Abboud. Tra i principali testimoni che presenzieranno alla firma di questo accordo senza precedenti il Dott. Andrew Forrest, della Walk Free Foundation e altri rappresentanti di organizzazioni civili e imprese.