“Non possiamo essere ipocriti o indifferenti”

Non possiamo distrarci” o essere ipocriti o indifferenti: occorre affrontare il problema della schiavitù moderna, “creare opportunità per lo sviluppo umano integrale, partendo da una istruzione di qualità” fin dalla “prima infanzia”. Papa Francesco in un videomessaggio in spagnolo, inviato ai partecipanti a Buenos Aires al II Forum internazionale sulla schiavitù moderna (“Vecchi problemi nel nuovo mondo”), torna su quello che più volte ha definito un “crimine contro l'umanità“. La schiavitù, ribadisce il Pontefice “non è qualcosa di altri tempi. E' una pratica che ha radici profonde e si manifesta ancora oggi e in molti modi diversi: il traffico di esseri umani, lo sfruttamento del lavoro attraverso il debito, lo sfruttamento dei bambini, lo sfruttamento sessuale e il lavoro domestico forzato sono alcune delle molte forme”. Per sradicarla quindi occorre un “immenso lavoro che richiede coraggio, pazienza e perseveranza” e che “ha bisogno di uno sforzo comune e globale da parte dei diversi attori che compongono la società”. Per Francesco “anche le Chiese devono intraprendere il loro compito in questo. Mentre individui e gruppi speculano vergognosamente sulla schiavitù, noi cristiani, tutti insieme, siamo chiamati a sviluppare sempre più una maggiore collaborazione, in modo che tutti i tipi di disuguaglianza e tutte le forme di discriminazione”. Il Papa nel videomessaggio ricorda “le cifre drammaticamente alte e sottovalutate” della schiavitù: oltre 40 milioni di persone, soprattutto donne e bambini. “Tanto per avere un'idea – afferma il Papa nel suo messaggio – pensiamo che se vivessero in una sola città, sarebbe la più grande megalopoli del nostro pianeta e sarebbe, più o meno, quattro volte la popolazione di tutta l'area urbana di Buenos Aires e la Grande Buenos Aires”.

Il Forum, promosso dal Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo, in collaborazione con l'arcidiocesi di Buenos Aires e con il Patriarch Athenagoras Orthodov Institute di Berkeley (California), si concluderà domani.

“Di questa tragica realtà – afferma ancora il S. Padre – nessuno può lavarsi le mani se non vuole essere, in alcun modo, complice di questo crimine contro l'umanità”. Occorre rompere “quel velo di indifferenza che sembra coprire il destino di questa porzione di umanità che soffre”. Il Papa ribadisce anche che molti sembrano non voler capire “l'estensione del problema. Ci sono alcuni che, essendo direttamente coinvolti in organizzazioni criminali, non vogliono parlarne, semplicemente perché ottengono alti profitti grazie alle nuove forme di schiavitù. C'è anche qualcuno che, pur conoscendo il problema, non vuole parlare perché è lì dove finisce la 'catena del consumo', come consumatore dei 'servizi' offerti da uomini, donne e bambini trasformati in schiavi. Non possiamo distrarci: siamo tutti chiamati a uscire da qualsiasi forma di ipocrisia, affrontando la realtà che siamo parte del problema. Il problema non è nella corsia opposta: coinvolge me. Non è permesso guardare altrove e dichiarare la nostra ignoranza o la nostra innocenza” conclude Papa Francesco.