“Nello sport un linguaggio universale per superare le differenze”

Lo sport è uno di quei linguaggi universali che supera le differenze culturali, sociali, religiose e fisiche, e riesce a unire le persone, rendendole partecipi dello stesso gioco e protagoniste insieme di vittorie e sconfitte“. E’ quanto afferma Papa Francesco nel ricevere in udienza, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, in Vaticano, gli atleti dello Special Olympics, partecipanti al Torneo “Unified Football”, torneo internazionale di calcio a 5 unificato. Ogni squadra è composta da 9 giocatori: 5 con disabilità intellettive e 4 partner senza disabilità intellettiva, tutti di età compresa tra i 18 ed i 30 anni. I giovani, ricevuti quest’oggi dal Pontefice, che si affronteranno nelle competizioni dal 13 al 15 ottobre a Roma, provengono da 9 Paesi europei: Francia, Lituania, Polonia, Ungheria, Spagna, Portogallo, Belgio e Romania. L’Italia è rappresentata da 4 team, provenienti dalle Regioni del Lazio, Piemonte, Sardegna e Lombardia. 

Uno sport “unificato”

Nel salutare gli atleti, il Papa ricorda che loro che sono il “simbolo di uno sport che apre gli occhi e il cuore al valore e alla dignità di individui e di persone che altrimenti sarebbero oggetto di pregiudizi e di esclusione”. Da qui l’invito a riaffermare “l’importanza dello sport ‘unificato’, attraverso il quale atleti con e senza disabilità intellettiva giocano insieme. Questa bella realtà, che portate avanti con impegno e convinzione, alimenta la speranza di un futuro positivo e fecondo dello sport, perché fa sì che esso diventi una vera occasione di inclusione e di coinvolgimento”. E rivolgendosi direttamente ai ragazzi, li esorta a non stancarsi “di mostrare al mondo dello sport” l’impegno “per costruire società più fraterne, in cui le persone possano crescere, svilupparsi e realizzare appieno le proprie capacità”.

Un linguaggio universale

In questa prospettiva, prosegue il Pontefice, “lo sport è uno di quei linguaggi universali che supera le differenze culturali, sociali, religiose e fisiche, e riesce a unire le persone, rendendole partecipi dello stesso gioco e protagoniste insieme di vittorie e sconfitte”. Il Santo Padre sottolinea come anche la Chiesa “non manca di sostenere e incoraggiare quelle iniziative che favoriscono il bene delle persone e delle comunità“. E questo perché “lo sport ha sempre grandi storie da raccontare su persone che, grazie ad esso, sono emerse da condizioni di marginalità e povertà, dalle ferite e dagli infortuni”. Storie che mostrano al mondo intero “come la determinazione e il carattere di alcuni può essere motivo di ispirazione e di incoraggiamento” per tanti altri, uomini e donne, “in tutti gli aspetti della loro vita”. Infine, l’invito a trascorrere queste giornate “con gioia e serenità”, senza tralasciare “l’amicizia e la solidarietà“.