Nell’epoca più buia del Mozambico la luce del martirio cristiano

“Sono rimasti al loro posto, vicino al popolo perseguitato, fino allo spargimento del sangue”. La storia dei gesuiti martiri di Chapotera

Mozambico

Testimoni di fede in Mozambico fino al martirio. “Il battesimo ci fa entrare nel Popolo di Dio che trasmette la fede. Un Popolo di Dio che cammina e trasmette la fede. In virtù del Battesimo noi diventiamo discepoli missionari. Chiamati a portare il Vangelo nel mondo”, afferma papa Francesco. Il Santuario di Nossa Senhora da Conceição do Zobuè si trova nella diocesi di Tete, in Mozambico. Qui è stato ospitato un evento storico per la Chiesa locale. E cioè la sessione di apertura del processo di beatificazione e canonizzazione di due Servi di Dio. I Padri gesuiti João de Deus Kamtedza, mozambicano, e Sílvio Alves Moreira, portoghese sono noti come i “Martiri di Chapotera”.Mozambico

Luce in Mozambico

I due religiosi furono sequestrati e uccisi il 30 ottobre 1985. Nel contesto della guerra civile che ha devastato il Mozambico. Divenuto teatro di atrocità e violenze commesse dai guerriglieri della RENAMO e da quelli che sostenevano il regime marxista-leninista della Frelimo. “I padri João de Deus Kamtedza e Sílvio Alves Moreira si dedicarono totalmente al bene del popolo. Godendo della stima di cristiani e non cristiani”, sottolinea il vescovo di Tete. Monsignor Diamantino Guapo Antunes fa parte della congregazione dei Missionari della Consolata (IMC). Gli anni della guerra civile misero a dura prova il popolo del Mozambico e le comunità cattoliche. A testimoniarlo sono le notizie diffuse all’epoca dall’agenzia missionaria vaticana Fides.Mozambico

Eventi dolorosi

Nel 1985, oltre alla morte dei due gesuiti di cui si è aperta la causa di beatificazione, si registravano altri eventi dolorosi. Il 3 gennaio la missionaria comboniana italiana suor Teresa Dalle Pezze venne uccisa. Durante un attacco dei guerriglieri della Renamo ad un convoglio di veicoli scortati. Lungo la strada da Nampula a Nacala. Nella notte tra il 3 e il 4 giugno, un gruppo di guerriglieri della Renamo rapì a Lifidzi, provincia di Tete, 4 suore portoghesi dell’ordine di San Giuseppe di Cluny e 4 aspiranti. lcune delle quali riuscirono a fuggire dai sequestratori. Due missionari Cappuccini italiani vennero rapiti nella diocesi di Quelimane il 30 luglio da militanti della Renamo. Che assalirono la città di Luabo, prendendo in ostaggio i due insieme a altri stranieri. Vennero rilasciati il 10 settembre, insieme ad altri 22 stranieri. Dopo un período di riposo e di cure in Italia vollero ritornare alla loro missione.