Mons. Azuaje difende i vescovi accusati da Maduro

Il presidente della Conferenza Episcopale del Venezuela, mons. José Luis Azuaje, vescovo di Barinas, si schiera contro il presidente Maduro, che nei giorni scorsi ha accusato due presuli di aver violato la legge nel corso della Santa Messa, e più precisamente durante l'omelia, compiendo “delitti d'odio”: “I due vescovi, durante le loro omelie, non hanno mai violato leggi – dice il presule in un'intervista rilasciata al Sir -. Hanno solo sottolineato le sofferenze e il dolore del popolo di fronte alla tragedia che stiamo vivendo in Venezuela. Il presidente ha travisato le loro parole e messo in bocca a mons. Basabe cose che non ha detto, nonostante migliaia e migliaia di persone presenti possano testimoniarlo”.

Le accuse di Maduro

Maduro aveva accusato mons. Antonio López Castillo e mons. Víctor Hugo Basabe di essere incorsi in “delitti d’odio” durante omelie pubbliche pronunciate il 14 gennaio. Da poco tempo è infatti in vigore in Venezuela una legge approvata e promulgata dall’Assemblea nazionale costituente “che però non ha le competenze per varare leggi – precisa mons. Azuaje -. Dovrebbe esserci una nuova Costituzione e un nuovo ordine giuridico, invece è una proposta funzionale agli interessi del governo”. Secondo questa legge va punito chiunque manifesti pubblicamente, o per iscritto, questioni relative all’ambito governativo o al servizio pubblico. “Come vescovi abbiamo denunciato che questa legge non rispetta la libertà di opinione”, precisa mons. Azuaje. Nonostante i rischi e le intimidazioni la Chiesa venezuelana ha intenzione di continuare a portare avanti “la missione evangelizzatrice e di promozione umana. Sappiamo che gli organi di sicurezza controlleranno ancora di più ciò che dicono i vescovi, i comunicati ufficiali. Però noi, nella piena libertà dei figli di Dio, continueremo a fare il nostro lavoro profetico di annuncio e denuncia”. E aggiunge: “Chiediamo rispetto per il popolo e i suoi bisogni: abbiamo un sistema totalitario ed economico centralista in cui il governo e il potere militare sono diventati imprenditori, c'è tanta corruzione. Si vuole sottomettere il popolo e mantenere il potere in maniera permanente“. 

Aprire un processo democratico

Dopo la repressione dei mesi passati, prosegue, al momento “ci sono poche manifestazioni e i media non ne parlano, lo sappiamo tramite la rete. Quelle dell’anno passato, che sono durate fino al mese di luglio, hanno provocato decine e decine di morti. Una repressione così dura da parte delle forze di sicurezza ha prodotto effetti nel tempo. Molti si chiedono se le forze di sicurezza sono lì per difendere o per reprimere i cittadini. Sono state documentate moltissime violazioni dei diritti umani che ora non vengono perseguite ma prima o poi si saprà la verità su ciò che è accaduto”. Infine, un appello “urgente al governo sui temi della malnutrizione e della mancanza di sanità e chiediamo di aprire un processo democratico e di partecipazione dei cittadini”.