Mons. Aparicio: “Tre minuti di preghiera per la pace”

Proprio quando pensiamo sia arrivata la pace, riappaiono le forze oscure della morte: che ammazzano, intimidiscono, deportano, espropriano, torturano, rapiscono e massacrano”. E' la forte denuncia dell’arcivescovo di Popayan, mons. Luis José Rueda Aparicio (Colombia) dinanzi all'enensimo massacro, avvenuto nella serata di giovedì 31 ottobre nel dipartimento colombiano del Cauca, nel municipio di Corinto, dove sono state uccise quattro persone. Un atto che fa seguito a quello accaduto a inizio settimana a Huasanó, dove erano state uccise cinque persone, tra cui la leader della guardia indigena Cristina Bautista. In seguito a questa ennesima morte, il presidente colombiano Iván Duque Márquez aveva disposto l’invio di duemila soldati nella zona notoriamente controllata dai gruppi narcos. Nonostante la guerra dei governi nazionali vada avanti da oltre 30 anni, la Colombia continua ad essere il leader mondiale nella produzione di cocaina con approssimativamente il 70% del totale del commercio a livello mondiale e il 90% della lavorazione, secondo una relazione del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti del 2004. La Chiesa è da sempre al finaco dei più deboli, dai contadini ai semplici cittadini spesso vittie dei narcotrafficanti. In una nota l’arcivescovo Rueda Aparicio ha convocato per lunedì 4 novembre, alle ore 12, tre minuti di preghiera per la pace e la vita. Inoltre, nella stessa nota, chiede ai fedeli un altro gesto simbolico: un applauso di un minuto, rivolto alle persone che si incontrano. E ai parroci, sempre come invito alla speranza e alla vita, chiede di suonare le campane, sempre a mezzogiorno di lunedì. Nella nota, mons. Rueda spiega che, di fronte a tale situazione, occorre guardarsi da due rischi: l’indifferenza, “che ci porta all’autodistruzione”, e la ripetizione della guerra “in uno scenario di risentimento”. Necessaria più che mai, in tale contesto, è “una missione integrale per la vita”.